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Angry Birds – il film: quando la rabbia si fionda al cinema

Vivere in luogo felice e non voler interagire con nessuno: questa la condanna del protagonista di Angry Birds – Il film, uscito nelle sale italiane il 15 giugno. Nell’isola incantata, popolata da soli uccelli che non sanno volare, trascorre le sue giornate il pennuto Red. Incapace di vivere in armonia con i suoi simili, rifugge la gioia e la bontà, chiudendosi in un eremo vicino alla spiaggia, lontano dalla tribù. Un animo irascibile il suo, tanto che per la sua condotta viene obbligato a seguire un corso di gestione della rabbia. Allontanato, non verrà ascoltato nemmeno quando metterà in allerta gli abitanti dell’isola sui verdi maiali, venuti in visita in nome di buoni rapporti di vicinato, ma con progetti poco chiari e per nulla nobili.
Quando tutto sembra volgere al peggio e il futuro degli uccelli è minacciato dall’invasione suina, i pennuti chiedono aiuto proprio a chi fino a quel momento avevano rinnegato. Red lascerà inascoltate quelle preghiere o cercherà, con la sua rabbia angry02e la sua abilità, di sistemare le cose per il bene comune?
Il film, la cui Character Art Director è l’italiana Francesca Natale, presenta una trama che in molti punti ricorda altre pellicole d’animazione. Anche qui è presente un protagonista rinnegato che risulterà fondamentale per l’esito della vicenda. Una storia di riscatto personale, di accettazione in una comunità che apre le porte dopo aver messo al bando. A renderlo particolare e innovativo sono le suggestioni che si susseguono al suo interno. Già dalle prime immagini che scorrono sul grande schermo e che ripercorrono la vita di Red, evidenziando i vari passaggi che l’hanno reso un personaggio scorbutico e per nulla socievole, appare evidente un messaggio. “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre” diceva Carlo Mazzacurati, regista italiano recentemente scomparso. Red non ha avuto una bella infanzia ed è forse nel suo passato di abbandoni e prese in giro che va ricercata la sua ritrosia nell’aprirsi all’altro. Angry Birds – il film, infatti, non vuole essere un elogio della rabbia, ma nemmeno una condanna netta. Si propone di indagare, di ricercare i motivi e le cause che determinano l’identità di una persona.
Un altro messaggio presente nel film è il credere nelle proprie capacità. Il protagonista, infatti, pur non sapendo volare, saprà librarsi in volo grazie alla sua astuzia, dimostrando a chi può farlo ma carente in coraggio, che persone come lui, gli “imbecilli”, hanno il compito di salvare il mondo.
Allontanare e annientare la minaccia verde capitanata da re Leonard e sbarcata sulle coste dell’isola felice, distruggendo abitazioni e armonia, è l’obiettivo del pennuto ramato e dei suoi validi aiutanti. Alla visione dello sbarco forse qualcuno potrebbe paragonare la scena alla nostra attualità e ipotizzare una possibile accusa all’immigrazione clandestina. Ma questo non è sicuramente l’intento dei registi Clay Katyis e Fergal Reilly a cui va riconosciuto il merito di aver creato una storia avvincente partendo dall’omonima serie di videogiochi.
Fiondiamoci, è proprio il caso di dirlo, in questa avventura tra maiali che ballano la country music e uccelli che non sanno volare, ma che grazie alla loro rabbia sanno difendere il loro futuro e, strano a dirsi, anche la loro gioia.

Angela Ruzzoni 16/06/2016

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