Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 617

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 748

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 735

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 736

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 746

Ticket to read on the road: libri, musica e un camper per andare oltre i confini

Il 4 giugno parte da Roma un on the road solitario per l’Italia di Margherita Schirmacher: un camper e una trasmissione radio per raccontare la riapertura dei confini. Un Ticket to read on the road.
Un camper preso per la prima volta, una ragazza, un microfono, un centinaio di cd e tanta voglia di trasmettere via radio parole e musica e riabbracciare la propria famiglia sparsa per l’Italia, raccontando il nuovo modo di vivere e viaggiare degli italiani alla riapertura dei confini.

L'ideatrice

Margherita Schirmacher, Classe ’89, vive a Roma, ma metà della sua famiglia è in Toscana. Da Natale aspetta il momento di poter tornare e, al primo giorno utile, la (ri)partenza: senza sospendere la trasmissione radiofonica Ticket To Read su Radio Kaos Italy, che in questi mesi è andata in onda in versione "home edition" con uno studio portatile costruito con l'aiuto di amici e vicini. Margherita si occupa di eventi culturali, è stata curatrice di Letture d’Estate a Roma per il triennio 2017-2020 e collabora con la testata theparallelvision.com. E ora, in attesa di capire quale nuova forma prenderà l’universo professionale legato alla cultura e agli eventi, ecco una nuova esperienza che mette insieme affetti e lavoro, famiglia, libri e musica.0PxI qhw

Il viaggio

Da ieri i confini regionali sono riaperti e contestualemente si sta avviando la prima sperimentazione di spostamenti e vacanze ripensati secondo le nuove modalità di contatto sociale. La curiosità, come anche il timore, sono grandi. Ecco come Margherita Schirmacher racconta l'origine della sua idea: “C’è chi come me ha reinventato il proprio tempo stando a casa e ha avuto un continuo scambio con gli altri sul web e ora vorrebbe incontrare alcune persone lontane. Va superata la paura e soprattutto va raggiunta e riabbracciata la propria famiglia che è in un’altra regione. È il momento di conoscere finalmente dal vivo le persone che durante la quarantena mi hanno tenuto compagnia da vari luoghi d’Italia con i loro concerti, i webinar, anche solo con una chiacchierata in diretta Instagram. Poter finalmente ascoltare dal vivo ciò che avevano da raccontarci, non più solo attraverso uno schermo, ma davanti a un bicchiere. E farli ascoltare anche a voi da casa. Ma come? Come fare a non sentirsi improvvisamente non più protetti dalle proprie mura, come non sentirsi un rischio per gli altri ma comunque riprovare una sensazione di libertà e incontrarsi viaggiando luogo dopo luogo? Di qui la mia idea di salire su uno dei camper disponibili sull’innovativa piattaforma di sharing mobility, Goboony, avere una casa su quattro ruote nella quale dormire, ricostruire il mio studio radiofonico e poter continuare le dirette quotidiane della trasmissione Ticket to read su Radio Kaos Italy, raccontando e questo viaggio slow a partire da Roma per incontrare i miei nonni e mio padre fermandomi a raccontare le migliori realtà territoriali, gli artisti lungo la strada, i luoghi del centro Italia, rivivendo una sensazione di libertà e condividendola."

E allora non resta che (in)seguire via radio questa avventura, alla scoperta di quei luoghi meravigliosi che si possono incrociare tra il Lazio e la Toscana, ma che spesso restano nascosti dalle circostanze, dalla fretta. Come non essere d'accordo con Margherita, quando afferma: "Dopo mesi nei quali abbiamo percepito il mondo come ostile, questo sarà un viaggio e una trasmissione su quattro ruote per sentire e raccontare il mondo esterno come la nostra casa. Con a bordo tanta curiosità, la strumentazione per trasmettere e dei sottobicchieri della Compagnia dell’Elefante da regalare a chi incontrerò, simbolo di buon auspicio, di un cauto brindisi alla nostra ricerca di nuove modalità di stare insieme, sperando che il mio racconto possa essere testimonianza di libertà e serena connessione.”

I canali

SITO https://www.radiokaositaly.com/

FB https://www.facebook.com/margherita.schirmacher - https://www.facebook.com/ticketoread/

IG https://www.instagram.com/margherita.schirmacher

Redazione

4/06/2020

Covid-19, il sociologo Davide Bennato: «Una rete di affetti diminuisce l’ansia da paura»

La convivenza è un passo importante. Si stravolgono le abitudini e si accettano compromessi necessari e poco prevedibili. Nella frenesia della novità si dividono i compiti equamente (o forse sarebbe meglio dire utopicamente) e ci si scontra nelle banalità delle azioni quotidiane. Se il Covid-19 fosse un essere umano, sarebbe sfuggente, intrattabile e arrogante, non ci sarebbe dialogo fra le parti e il carattere arbitrario del virus provocherebbe la rottura della relazione. Convivere con l’invisibilità non è affatto semplice, ma esorcizzare la paura ignorando la problematica non è sicuramente la soluzione più efficace. Servono ancora consapevolezza e scelte ponderate, soluzioni momentanee (o permanenti) che possano attenuare le criticità del momento. Come affrontare tutto questo? Ne abbiamo parlato con il prof. Davide Bennato, sociologo dei media digitali e dei processi culturali e comunicativi.

Dal punto di vista sociologico com'è possibile spiegare l'emergenza che stiamo vivendo?
Ci sono molti modi per dare un'interpretazione sociologica alla situazione della vita sociale post-COVID19 e post-lockdown, ma in sintesi possiamo dire che per la prima volta nel XXI secolo abbiamo dovuto fronteggiare una pandemia globale che è stata acuita da tre fattori che sono: l'interconnessione globale (l'intreccio dei legami sociali ed economici della globalizzazione radicale), la frammentazione nell'azione politica (la difficoltà nel coordinamento degli sforzi nazionali rappresentati per esempio dalla tardiva reazione dell'Unione Europea e gli attacchi al WHO da parte di alcune superpotenze), l'infodemia (l'epidemia di notizie ansiogene e fake attraverso la rete mondiale dei social media e della stampa globale).

La frenesia delle nostre giornate si è scontrata con una lentezza improvvisa che ha creato nuove relazioni e dinamiche. La vita digitale evita l'isolamento, ma ci espone a conseguenze notevoli. Guarderemo internet con occhi diversi?
Internet si è dimostrato essere una risorsa imprescindibile: da strumento di connessione sociale (la gestione degli affetti e delle attività pubbliche in streaming) a strumento di consumo di contenuti (dai tutorial sulla cucina all'offerta di contenuti audiovisivi delle piattaforme di streaming). Credo che un lascito di internet di questo periodo sarà considerarlo non qualcosa che esiste indipendentemente dalla nostra vita quotidiana, ma qualcosa che permette di vivere la vita quotidiana così come la percepiamo oggi.

L'informazione scorretta e le fake news offrono una visione distorta della pandemia. Quali sono gli errori da evitare e come riconoscere l’attendibilità delle notizie?
C'è un solo modo per affrontare le fake news: controllare molto bene le fonti (chi ha diffuso l'informazione? da quale contatto arriva l'informazione?) e avere un atteggiamento di scetticismo sano. In pratica se una notizia è troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.

La condivisione è diventata un'esigenza primaria e i social diventano un amplificatore naturale di questo aspetto. Com'è possibile sfruttare al meglio le risorse digitali?
Usandole sia come piattaforma di abilitazione dei nostri contatti sociali, sia come infrastruttura di semplificazione delle nostre attività di consumatori (di prodotti, di contenuti eccetera). Le piattaforme social non funzionano come canali di comunicazione ma come strumenti di relazione sociale. Quella che comunemente chiamiamo condivisione in realtà è una relazione sociale basata sulla condivisione. Per questo motivo se si è consapevoli di questo elemento possiamo usare i social sia come strumento in grado di gestire i nostri rapporti sociali, una specie di cruscotto per monitorare le nostre amicizie, sia come spazio commerciale in cui individuare prodotto e servizi da fruire.

La distanza fisica è l’unica precauzione possibile al momento, eppure i media parlano di distanza sociale. Quanto cambieranno i rapporti interpersonali?
Diventeranno ottimizzati: continueremo a interagire con le persone con cui vogliamo davvero interagire. Tutti gli altri saranno eliminati o frequentati a "bassa intensità" con strumenti come i social media (Facebook, Whatsapp, Instagram). La distanza sociale in questo periodo di coronavirus non è mai esistita, tutt'al più abbiamo fatto ricorso alla distanza fisica a cui abbiamo sopperito con le opportunità permesse dai social media. In questa Fase 2 useremo i social per ottimizzare le nostre relazioni, ovvero rafforzeremo le relazioni importanti e stabilizzeremo quelle meno importanti.

Convivere con la paura non è mai semplice. Come attenuare la tempesta emotiva della nostra quotidianità?
Attenuare la paura non è una cosa facile dato che dipende dalla nostra capacità di convivere con l'ignoto (che è la fonte delle nostre paure). L'unico modo di affrontare la paura in modo sano è evitare di vivere le cose che ci fanno paura come un ossessione e circondarsi di una rete di affetti - familiari, amicali - che ci diano una mano a stemperare le conseguenze dell'ansia da paura.

Laura Rondinella  02/06/2020

Milano Digital Week: un’edizione online sull'efficacia della trasformazione

«La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole». Italo Calvino racconta spazi scomposti, onirici e surreali facilmente riconoscibili nell’immaginario collettivo, rintracciabili nella noiosa abitudine di canonici percorsi. Ma cosa succede quando il cambiamento stravolge la certezza? La “Città trasformata” è il tema della terza edizione della Milano Digital Week, la manifestazione promossa dal Comune di Milano – Assessorato alla Trasformazione digitale e Servizi civici – e realizzata da IAB Italia, Cariplo Factory e Hublab. Da oggi fino al 30 maggio sarà possibile assistere ai numerosi eventi di una programmazione online che non rinuncia all’importanza del racconto, partendo dalle riflessioni sui mutamenti della quotidianità e ampliando il progetto verso una capacità connettiva di trasformazione della città.

Un programma ricco di format con talk, conference, lectio magistralis e webinar rivolto a cittadini, professionisti, curiosi e appassionati che vogliono scoprire i numerosi aspetti del mondo digitale. Fra i temi proposti c’è quello del lavoro, fra incertezze e competenze trasversali necessarie, la geopolitica e l’innovazione sociale delle governance e l'educazione, legata al mondo delle università e alla formazione permanente. E ancora riflessioni sulla tematica ambientale, con nuovi ecosistemi e strategie urbane, su salute e privacy e sulle disuguaglianze con modelli e pratiche per un futuro più equo e mappe sulle diversità sociali e digitali. Non mancano poi le sezioni dedicate ad arte, musica e cultura con topic su nuovi mercati dell’arte, live performance, concert e live cinema, e media con approfondimenti su infotainment, fake news e nuovi linguaggi.

Gli incontri, disponibili sui canali social e sulla piattaforma www.milanodigitalweek.com, intendono far luce sulle contraddizioni del presente in modo da progettare un futuro in cui mente e tecnologia possano creare una sinergia ottimale per le nuove generazioni. Un’opportunità per riflettere sulla natura di un mondo rarefatto che offre numerose possibilità a istituzioni, aziende, università e centri di ricerca attraverso una visione prospettica e multidisciplinare dalle concrete risorse. Le strade di una città offrono percorsi decisivi che determinano il cambiamento. Gli odori, i colori e le persone che ne fanno parte plasmano i luoghi, li rendono autentici e delineano la storia di una vita intera, una vita inattesa che nasconde meraviglie dietro angoli scalfiti dal tempo.

Laura Rondinella  25/05/2020

Pagina 12 di 130

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM