Tra apocalissi e cataclismi, da sempre l’umanità prova un certo gusto nel congetturare l’evento finale che la porterà alla distruzione. Tanto il mito della fine, quanto quello dell’inizio, hanno originato una grande potenza inventiva che si è riverberata anche sul mondo delle serie tv, in cui si conta un gran numero di prodotti variamente “apocalittici”.
Non si può parlare di serie tv su epidemie da virus senza citare The Stand (1994), miniserie (che sta per avere una seconda trasposizione televisiva su CBS) ispirata a L’Ombra dello Scorpione, opera leggendaria di Stephen King. Un virus creato in laboratorio (stranamente simile all’influenza) sfuggiva al controllo dell’esercito americano. E come spesso accade nei mondi del “Re”, la battaglia per il destino del pianeta non si combatte solo sul piano fantascientifico ma soprattutto fra le zone oscure del sé, scandagliate fino all’emersione di quella parte più mostruosamente…umana.
Del 2014 è invece The Strain: un concentrato d’orrore lovecraftiano di Guillermo del Toro (qui anche produttore e regista) che avrebbe ben presto assunto la forma del survival splatter-apocalittico. Il vampiro romantico/erotico è inflazionato almeno tanto quanto lo sono i morti dalla fiacca deambulazione: così il signore del buio di Del Toro diventa un parassita virale che minaccia l’umanità, e il vampirismo il nuovo paradigma pandemico. Dal Dracula di Coppola agli amici della notte newyorkese di Abel Ferrara in The Addiction. La prima produzione originale Netflix made in Danimarca, The Rain (2018) (che quest’anno si avvia alla chiusura con la terza stagione), è un curioso detour rispetto ai soliti cliché del genere post-apocalittico. Il contagio non arriva da laboratori sotterranei: la pioggia è il silenzioso assassino che contamina il mondo nordico. Un plot non senza ingenuità di scrittura. Ma è comunque da annoverare per l’intuizione questa timida versione danese della quarantena di 28 Days later.
Con Nightflyers (2018), s i giunge nello spazio del 2093. La navicella parte alla volta di un segnale extraterrestre sicura della possibilità di instaurare un primo contatto alieno. Nessun membro dell’equipaggio sa però che le mura dell’astronave saranno il nuovo recinto di una claustrofobica quarantena spaziale e che un nemico silenzioso è chiuso in quel cerchio sacro assieme a loro. La serie Netflix pesca ad un romanzo dell’85 di George R. R. Martin che sfida la compatibilità tra fantascienza e horror e porta la paranoia…alle stelle. Nel medioevo della dinastia Joseon di Kingdom (2019), d ilaga un virus misterioso che
trasforma l’umanità in zombie. Il condannato ad una eterna vita da mostro è il popolo: i contadini del Dongnae sono contagiati da una voracità insaziabile mentre dietro le alte mura reali, si consuma un altrettanto spietato e bulimico gioco di potere. La fame è l’agente patogeno. Non a caso, la seconda stagione esce nell’anno di consacrazione della Corea con imostri umani di Parasite.
The Walking Dead (2010-in produzione) si conferma la regina delle serie tv afferenti all’universo dei non morti. Ispirata alla serie a fumetti di Robert Kirkman, la serie AMC è un fenomeno mondiale: con personaggi convincenti, trame continuamente rimescolate e una buona dose di splatter, dopo 10 stagioni riesce ancora a tenere incollati allo schermo milioni di fan.
Dopo quattro mesi di missione navale top secret, l’equipaggio della “ Nathan James ” deve tornare sulla terraferma. Peccato che intanto un virus letale abbia ucciso miliardi di persone scatenando il caos. In The Last Ship (2014-2018) al capitano Chandler (Eric Dane) e alla sua ciurma tocca la missione di salvare il mondo. Con la firma di Michael Bay tra i produttori, la serie garantisce un alto tasso di adrenalina e scazzottate. Ispirata al film di Terry Gilliam, 12 Monkeys (2015-2018) si apre nell’anno 2043, in cui una pandemia globale ha quasi distrutto la razza umana: un team di scienziati decide di inviare James Cole indietro nel tempo, dove troverà una Cassandra disposta ad ascoltarlo nella speranza di impedire la pandemia. Malgrado il budget ristretto, la serie rimane un prodotto godibile, specie per gli amanti del genere sci-fi. Containment (2016) è una serie targata The CW, che risuona oggi in modo tristemente familiare: c’è un paziente zero, un virus sconosciuto e una città (Atlanta) che viene spaccata in due. Altro che distanziamento sociale - nei 10 km di zona rossa si innesca una lotta per la sopravvivenza. Storia corale con finale sospeso - nonostante gli ascolti discreti, è infatti mancata una seconda stagione.
Last but not least, la miniserie HBO giudicata tra le migliori degli ultimi anni: in Chernobyl (2019) la ricostruzione del disastro procede con stile impeccabile e crudo, mettendo in luce la vischiosità del potere, l’eroismo di chi ha sacrificato la propria vita e la necessità morale di ricercare una verità. Chernobyl spinge anche a una riflessione “ecologica”: non solo i virus devono farci paura, ma anche i veleni con cui continuiamo a infettare il pianeta e noi stessi.
Gabriella Longo, Maria Giulia Petrini