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"Propaganda Live": su LA7 il grande balzo in avanti di Zoro e soci. Forse

La prima serata del venerdì di LA7 ha uno sguardo rivolto verso il sol dell’avvenire.
È stata inaugurata lo scorso 29 settembre la prima stagione di “Propaganda Live”. Il nome è nuovo, ma dietro c’è una squadra ben consolidata e (probabilmente) nota ai telespettatori: Diego Bianchi, in arte Zoro, e soci hanno cambiato rete e fascia oraria, insediandosi nel palinsesto di cui è direttore Andrea Salerno, altro membro della crew e autore del programma. Il passaggio del fu “Gazebo” dalla Rai a LA7 è accompagnato da un nuovo nome: “Propaganda Live”, dagli intenti dichiaratamente provocatori, si schiera dalla parte della politica e della militanza, in un periodo in cui continuano a soffiare implacabili Prop7da più direzioni i venti dell’antipolitica e della demagogia.
La formula sembra immutata: a fronte dell’enorme dilatazione del tempo di messa in onda e la collocazione apparentemente più favorevole nel palinsensto (tre ore circa in prime time), i contenuti e le sezioni restano quelle che hanno appassionato gli spettatori della prima ora.
Se “Gazebo” era ricavato dal “retro” dello studio del Teatro delle Vittorie, “Propaganda Live” accoglie il pubblico (quello in studio e quello a casa), nel suo hangar postindustriale, dalle reminiscenze un po’ soviet. Sembra di trovarsi all’interno di un enorme telaio o di un pianoforte: una “unità di produzione” mediatica, traslata in uno spazio molto più ampio rispetto al precedente set. Accanto a Zoro continuano a gravitare Mirko Matteucci aka Missouri4, Roberto Angelini e la band, Marco Damilano e Francesca Schianchi, sempre impegnati nei loro spiegoni, e il genio Makkox, alle prese con tutorial e animazioni. Non cambia neppure la regia, affidata sempre a Igor Skofic, e medesima è la formula della puntata, ma in scala aumentata. L’anfitrione Zoro si Prop1destreggia tra le classifiche social delle gaffe fatte in rete dai politici e gli approfondimenti, con focus sempre capaci di dare visioni non scontate su fenomeni di stringente attualità come l’immigrazione, rimanendo fedele allo stile gonzo journalism che l’ha sempre caratterizzato.
Nuovo l’inserto dedicato allo ius soli rappresentato da una clip che vede protagonisti Zoro, Makkox, Andrea Salerno e degli immigrati naturalizzati italiani scambiarsi battute e vivere situazioni surreali in cui vengono sviscerati vizi (e poche virtù) dell’italiano medio. Parentesi un po’ stucchevole e buonista in un orizzonte comunque dominato, sì, dalla parzialità, ma anche dalla capacità di fornire una chiave di lettura inedita.
La volontà di stendere un tappeto rosso per il grande pubblico si palesa grazie a interventi come quello di Roberto Saviano o all’ospitata di Enrico Mentana e Paolo Celata, "duo comico-giornalistico" di punta del TG di LA7 e delle relative maratone. Sembra evidente la necessità di librarsi verso un gusto più nazionalpopolare, prendendo in considerazione anche personaggi molto conosciuti e coniugando i contenuti con i diktat della prima serata. In sostanza, con “Propaganda Live” si ribadisce quanto già scoperto, negli anni, con “Gazebo”: è possibile condurre inchieste e approfondimenti di grande interesse e mescolarle nelle giuste dosi con momenti impalpabili e patinati, confermando la capacità (forse troppo bistrattata o sottovalutata, oggi), di riconoscere e di saper fare una televisione genuinamente pop.
Il pubblico ne darà atto, premiando il programma con gli ascolti? Non è dato sapere ma, allo stato attuale delle cose, “Propaganda Live” si aggira attorno al 3% di share. Insomma, se si trattasse di un’elezione parlamentare, rischierebbe lo sbarramento.

Letizia Dabramo
18/10/2017

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