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Pretty Little Liars e il salto temporale: una minestra riscaldata che sa di casa

Il salto temporale è avvenuto e le cinque ragazze di Rosewood, che per anni sono state torturate psicologicamente da –A, sono tornate in città.
Il 12 gennaio è andato in onda l’undicesimo episodio della sesta stagione di Pretty Little Liars, il primo episodio dopo la pausa.
Game Over, Charles (6x10) era terminato con la scoperta che –A non era altro che Cece, ovvero Charles, il fratello transessuale e rinchiuso al Radley Institute di Alison e Jason DiLaurentis.
Le ragazze, dopo aver ricevuto il diploma, erano pronte a lasciare il loro paesino per andare verso grandi città, l’unica a rimane a Rosewood sarebbe stata Alison, per poter controllare la sorella Cece rinchiusa nuovamente in un istituto di igiene mentale.
Avevamo anche visto come, cinque anni dopo, le ragazze sarebbero tornate di corsa e allarmate a Rosewood per avvisare Alison che un certo “lui” stava per arrivare.
L’episodio andato in onda questa settimana, invece, si apre con Alison che scrive una lettera alle ragazze che stanno per tornare in città per dire la loro su un possibile rilascio di Cece. Alison chiede, in memoria dei vecchi tempi, di mentire e aiutarla a far uscire sua sorella dall’istituto per poter finalmente avere una famiglia.
Giunti fin qui, si può dire tranquillamente che gli episodi di Pretty Little Liars sono preformati. Se la costruzione in serie è ciò che dà vita alla serialità, potremmo ricordare agli showrunner che oramai siamo nel 2015 e che gli episodi possono avere andamenti diversi e riuscire comunque a costruire una storia. Come un ciclo che si ripete, infatti, in quest’undicesima puntata abbiamo: le ragazze che mentono a un autorità; un decesso; un funerale; un detective che aspetta le ragazze fuori dalla chiesa; e un personaggio che si comporta in maniera losca.
La 6x11, infatti, riporta alla mente il primo episodio della prima stagione: Aria ritorna dall’Islanda, le ragazze si ritrovano a partecipare al funerale della loro amica scomparsa Alison DiLaurentis e, finita la funzione, all’uscita della chiesa il detective Wilden insinua – in maniera poco sottile - che le ragazze potrebbero saperne molto di più sulla vicenda. Idem dicasi per il funerale di Wilden, dove abbiamo l’apparizione della vedova nera e del tenente Tanner e detective Holbrook.
Se la Signora in Giallo ha la capacità innata di arrivare in un luogo dove a breve si commetterà un omicidio, le ragazze hanno la peculiarità di essere le sospettate numero uno per tutte le morti che avvengono da Rosewood a New York.
Si sprecano i tentativi di lasciarsi alle spalle il passato diventando una figura di spicco in una casa editrice, Aria, una personalità della moda, Hanna, una dipendente di una lobby, Spencer, e una barista impasticcata, Emily, se torni a Rosewood, preparati ad andare a un funerale.
Così, in quattro e quattr’otto la cattiva di intere stagioni è stata fatta fuori, il nuovo cattivo non scrive sms ma guarda le ragazze da dietro i vetri oscurati di una macchina.
Ma cosa è successo in questi cinque anni?
Hanna è fidanzata, ma non con Caleb. Toby è ancora un poliziotto e costruisce case, Lorenzo è diventato il detective in carica, scacciando Roma Maffia (tenente Tanner) dal cast. Spencer e Caleb si sono visti a Washington e ora non ce la raccontano giusta. Mona, nonostante tutto, è ancora la persona losca per eccellenza.
Ma parliamo dei genitori: il Signor Fields non è più tra noi, Ashley Marin ha avuto la brillante – e discutibile – idea di trasformare il Radley Institute in un albergo e Veronica Hastings concorre per diventare senatrice.
Vedere Aria, Emily, Spencer e Hanna, però, che ancora non riescono a liberarsi dall’influenza di Alison, che ancora non capiscono che forse la verità è l’unica via d’uscita dai loro incubi, azzera tutte le possibili strade che avrebbe potuto aprire un salto temporale di cinque anni e la conseguente crescita personale delle protagoniste.
Ma Pretty Little Liars piace anche così, come il classico minestrone di verdure che sa di casa.
E il fatto che nulla sia cambiato fa pensare che, forse, peggio di così lo show non potrà mai essere.

Angela Parolin 15/01/2016

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