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"Non Uccidere": il ritorno della serie con Miriam Leone su Rai Play e Rai2

Un noir che racconta la cronaca nera italiana, quella più violenta e più peculiare, con uno sguardo fisso sulla serialità nord europea. Da una parte abbiamo storie d'attualità, omicidi efferati commessi per gelosia, per odio, per amore. Dall'altra abbiamo le atmosfere dark di una serialità che, fino a poco fa, sembrava non appartenerci. "Non Uccidere" ha debuttato lo scorso anno e ha raccolto un enorme consenso. La serie con protagonista Miriam Leone – primo grande show italiano con una donna al comando, una donna forte e davvero protagonista - si stacca con decisione dalla tradizione della fiction italiana, daiNonUccidere5 polizieschi/soap-opera, dalla bellezza sempre e comunque. Punta sulla nebbia, sull'oscurità, sulle felpe larghe e i capelli sempre raccolti della sua protagonista.
"Non Uccidere" racconta le vicende di Valeria Ferro, ispettore della squadra omicidi della Mobile di Torino chiamata a far luce su una serie di torbidi delitti consumati tra mura domestiche e piccole comunità chiuse. Valeria, per un retaggio del suo sofferto passato, è alla continua ricerca della verità che troppo spesso si dimostra difficile da individuare, sfuggente, inaccettabile. Ogni episodio esplora un caso a sé, autoconclusivo; sullo sfondo, linea orizzontale della serie, la storia difficile di Valeria, il suo passato, il suo presente e il suo futuro.
Il ritorno di quella che è stata definita “una delle serie più innovative della fiction italiana", porta con sé un nuovo elemento che avvicina il servizio pubblico alla modernità. "Non Uccidere" sarà visibile in anteprima assoluta su Rai Play a partire dal 1 giugno e verrà trasmessa su Rai2 in sei serate da lunedì 12 giugno. Un passo in più verso la trasformazione in Media Company, per competere con Sky e Netflix e per provare ad attirare quel pubblico che, ormai, non riesce più a guardare una serie in maniera lineare. Il tentativo Rai è quello di forzare il binge watching di un pubblico giovane e tecnologico: tentativo ardito, senza dubbio. In fondo è questo il motivo per il quale questo esperimento multimediale è stato fatto con "Non Uccidere", una serie che, in fin dei conti, annuncia con vigore la sua distanza dalla “solita” televisione italiana per avvicinarsi ai prodotti del via cavo, patinati, belli, avvincenti, internazionali.
Nonuccidere1È un'operazione coraggiosa, interessante e apprezzabile da ogni punto di vista, ma sebbene "Non Uccidere" si distacchi (di molto) dalla fiction tricolore, non sembra riuscire comunque a reggere il confronto con i prodotti ai quali vuole essere associata. La sua protagonista è bella, brava, intensa, certo, ma soffre una scrittura cupa, ma con poche sfumature. Attorno a lei i personaggi sono bidimensionali, senza spessore. Nessuno riesce ad essere affascinante, neppure quella poliziotta tostissima e con un passato doloroso: archetipi della protagonista femminile forte e indipendente. E forse è proprio questo il problema: la serie Rai funziona per archetipi, per schemi che ormai conosciamo a memoria. La presunta innovazione di "Non Uccidere" – vera nel contesto in cui ci viene presentato – perde senso se paragonata a ciò che quella categoria di spettatori che vuole avvicinare è abituata a vedere. La serie avrà successo, sarà guardata e apprezzata – perché in fondo se lo merita, davvero – ma quei giovani irraggiungibili, piantati davanti allo schermo di un computer a divorare serie americane, continueranno a essere lontani anni luce.

 

Viola Barbisotti 31/05/2017

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