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“Dov'è Mario?” Il ritorno in tv di Corrado Guzzanti verso la (nuova) comicità italiana

Viene da chiedersi “Dov'è Mario?” guardando l'omonima nuova comedy di Sky Atlantic HD di e con Corrado Guzzanti in onda dal 25 maggio 2016. Un ritorno in grande stile, in molti hanno sentito la mancanza della genialità e della verve del comico romano in questi anni di assenza. Il primo dei (soli) quattro episodi che compongono il serial è stato intelligente, interessante, originale, ma ha fatto sorgere un'altra domanda: dove sta andando la comicità italiana?
La storia è quella di Mario Bambea (Guzzanti), un professore e intellettuale di sinistra che subisce un incidente d'auto. In seguito ad un periodo di coma, è come se la sua personalità si sdoppiasse, stile Dr. Jekyll e Mr. Hyde, forse anche a causa delle medicine che è costretto a prendere. Di giorno borioso e logorroico come sempre, che non vede il tradimento della moglie e il suo approfittarsi di soldi e status sociale, di notte burino e caciarone, tale Bizio, un comico off sguaiato e volgare.dovemario002
La comedy contiene, oltre ad una prevedibile satira politica sull'Italia di ieri, di oggi e di domani, anche un elemento thriller: l'incidente in cui è rimasto coinvolto Bambea potrebbe essere stato un tentativo di suicidio. Fanno da contorno al protagonista una serie di personaggi folli ed eccentrici, come l'infermiera ex poetessa russa; l'assistente della moglie, sottomessa e forse innamorata del professore; il produttore - burino anche lui - di uno show comico interessato solamente al guadagno e non all'arte. Ci sono citazioni ai passati personaggi di Guzzanti, c'è l'aspetto nonsense tipico delle comedy americane, ci sono delle guest sia comiche come Virginia Raffaele sia politico-giornalistiche come Travaglio e Giovanni Floris.
Manca però una chiave di lettura, un'identità propria. Sembra che “Dov'è Mario?” voglia essere tante cose diverse, senza essere davvero nessuna. E in un Paese dove la comicità seriale è ancora vista come di minor importanza, a meno che non si tratti di sketch, una chiara storyline orizzontale non avrebbe guastato. E' da apprezzare l'ibridazione di generi, l'unica soluzione possibile a quanto pare di questi tempi, in questo caso fra thriller, comedy e satira politica. Come precedente esperimento degno di nota c'è stato “Boris” (uno degli sceneggiatori, Mattia Torre, è il co-ideatore di “Dov'è Mario” assieme a Guzzanti), critica meta-televisiva alle fiction nostrane, assolutamente lodevole ma che forse usava una comicità e dei meccanismi che non sono propriamente nostri, ma statunitensi, dove la macchina televisiva è inarrestabile, nel bene e nel male.
Dove sta andando quindi la comicità italiana? Il futuro sembra essere la stand-up comedy, un comico col microfono in mano e il pubblico, un modello ancora una volta d'oltreoceano. Minimalista, nient'altro serve per far ridere, se c'è il talento, ed è qui che sta la sfida, vedi i programmi di Comedy Central Italia con Saverio Raimondo, Edoardo Ferrario & Co. Ed è anche di questo che parla “Dov'è Mario?”, al cui termine probabilmente l'unica domanda che davvero resterà agli spettatori è: “Dov'è Guzzanti? Ci manca già!”

Federico Vascotto 28/05/2016

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