“Dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Non c’è frase più veritiera, sebbene forse un po’ datata, per descrivere l’agente Peggy Carter, che in “Captain America: The First Avenger” fu una delle prime a credere nel potenziale di quello smilzo soldato dai grandi ideali di nome Steve Rogers, divenuto poi il Capitano adorato da più di una generazione. A lei è dedicata la serie “Marvel’s Agent Carter”, la cui prima stagione è andata in onda l’oramai scorso febbraio su Sky Cinema 1. New York, 1946. Dopo la fine della Guerra, l’agente Carter (Hayley Atwell) si ritrova dietro una delle scrivanie del SSR (Strategic Scientific Reserve). Unica donna dell’ufficio, viene vista dai colleghi (Enver Gjokaj, Chad Micheal Murray) più come una segretaria dal bel faccino che come una loro pari, ma la pazienza è la virtù dei forti e Peggy non si lascia sovrastare dai loro pregiudizi, attendendo un caso all’altezza delle sue competenze. E questo arriva, ma non dal capo Roger Dooley (Shea Whigham), ma dal suo vecchio amico Howard Stark (Dominic Cooper) accusato di aver venduto armi letali ai nemici della Nazione, sottratte, in verità, da ignoti e pericolosi criminali.
Peggy, con il prezioso aiuto di Edwin Jarvis (James D’Arcy), maggiordomo di casa Stark, indaga segretamente sull’accaduto, scoprendo una nuova organizzazione senza scrupoli: il “Leviathan”, forse ben peggiore del “Teschio Rosso”. Per chi, anche senza averla vissuta, sente la mancanza di quell’epoca in cui gli uomini vestivano sempre in giacca, cravatta e cappello di feltro calato sul viso, mentre le donne dalle pettinature impeccabili e dagli abiti sartoriali sembravano non poter fare a meno di scarpe col tacco, rossetto rosso borgogna e unghie laccate, beh questa serie sarà melassa per i vostri occhi. Una spy story in cui l’intensa fotografia, che si ispira ai toni vividi degli albi Marvel, delinea dei personaggi così ben costruiti come il cast che li interpreta: su tutti Hayley Atwell, che torna a vestire i panni dell’agente segreto più elegante della storia, sempre pronta a combattere il crimine con tenacia, e spesso con più arguzia dei colleghi più mascolini, senza nemmeno scomporre la messa in piega. La seconda stagione, già andata in onda negli Stati Uniti, vedrà Peggy impegnata a risolvere un caso di omicidio nella West Coast, affiancata da Jarvis e dall’ex collega Daniel Sousa (Enver Gjokaj), ora a capo della nuova sede del SSR di Los Angeles. L’efferato assassinio, molto simile al vero caso della Dalia Nera che sconvolse l’America perbenista a cavallo fra gli anni ’40 e ’50, si rivelerà essere il primo, oscuro segnale di una nuova e sinistra minaccia che incombe.
Giada Marcon 04/03/2016