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“2 Broke Girls”: la comicità vecchia (e nuova?) delle sitcom

Lo sapevate che esiste un genere seriale televisivo che deriva proprio dal teatro? Quando si pensa che due mondi non possano essere più agli antipodi ecco svelato che le sitcom (abbreviativo di situation comedy) derivano proprio dalla commedia di situazione teatrale, basata su personaggi “tipo” dalle caratteristiche ben riconoscibili ed esasperate per produrre il riso negli spettatori. Questa caratteristica, assieme ai pochi e statici ambienti in palcoscenico, denota propriamente le comedy multicamera (un po' impropriamente diremmo le sitcom), ovvero quelle che vengono girate in un teatro di posa con il pubblico dal vivo (le famose “risate” che si sentono in sottofondo durante la visione).
Proprio per gli aspetti sopracitati, la sitcom è un genere reputato vecchio, che ha fatto il suo tempo, anche negli Usa dov'è nato e dove continua ad esistere soprattutto sul network CBS. Come al solito, però, gli americani sanno sempre reinventare se stessi e hanno dimostrato ancora una volta di saperlo fare con “2 Broke Girls”, comedy incentrata su due ragazze che si ritrovano a condividere la casa e il sogno di un'attività nonostante vengano da due mondi e abbiamo due caratteri diametralmente opposti. Max (Kat Dennings) è solitaria, brontolona e semplicemente povera, mentre Caroline (Beth Behrs), dopo uno scandalo finanziario che ha coinvolto il padre, si ritrova dall'Upper East Side a Williamsburg senza un centesimo, una casa o amici (e senza prodotti griffati). A fare da contorno ci sono la loro vicina di casa russa un po' pazza Sophie (Jennifer Coolidge) e gli impiegati della tavola calda (lurida) dove lavorano: Han (Matthew Moy), il basso (letteralmente) immigrato coreano che la gestisce, il cuoco ucraino erotomane Oleg (Jonathan Kite) e l'addetto alla cassa di colore fissato con la marijuana Earl (Garrett Morris). A loro si sono aggiunti in ruoli più o meno ricorrenti nel corso degli anni vari personaggi interpretati da guest star più o meno prestigiose, per completare un quadretto dissacrante.
Gli aggettivi, le accezioni e le razze non sono infatti specificati a caso, poiché la comicità che potremmo definire “terra terra” di “2 Broke Girls” vince perché utilizza proprio la ripetitività delle cosiddette punch lines, le battute “a botta e risposta” dei personaggi, incentrate su giochi di parole. Ad un occhio poco attento potrebbe risultare sessista, razzista ed altri -ista di primo acchito, ma questo solo se non si coglie l'intento volutamente “basso” della sitcom. A co-idearla e co-scriverla è infatti Whitney Cummings, comica statunitense celebre per una comicità spicciola ma molto azzeccata, di cui aveva già dato prova nella purtroppo sconosciuta in Italia “Whitney” per il network NBC.
Dal 25 Marzo ogni venerdì alle 21.15 su Premium Joi arriva la quinta stagione inedita, in cui le “2 Broke Girls” tagliano il traguardo dei 100 episodi e che, nonostante la programmazione ballerina, continua ad ottenere un discreto successo di pubblico oltreoceano. Il “clamore” negli spettatori è arrivato tardivo in Italia, grazie a repliche pomeridiane e serali su Italia1 e Sky come spesso accade - fu così anche per “How I Met Your Mother” e “The Big Bang Theory”, per citarne altre due comedy che hanno rinverdito il genere della sitcom sempre su CBS guarda caso.
Il deterrente di “2 Broke Girls” può essere proprio la sua comicità ripetitiva, ma se saprete entrare nel meccanismo senza giudicare, allora che la risata sia con voi.

Federico Vascotto 25/03/2016

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