La convivenza è un passo importante. Si stravolgono le abitudini e si accettano compromessi necessari e poco prevedibili. Nella frenesia della novità si dividono i compiti equamente (o forse sarebbe meglio dire utopicamente) e ci si scontra nelle banalità delle azioni quotidiane. Se il Covid-19 fosse un essere umano, sarebbe sfuggente, intrattabile e arrogante, non ci sarebbe dialogo fra le parti e il carattere arbitrario del virus provocherebbe la rottura della relazione. Convivere con l’invisibilità non è affatto semplice, ma esorcizzare la paura ignorando la problematica non è sicuramente la soluzione più efficace. Servono ancora consapevolezza e scelte ponderate, soluzioni momentanee (o permanenti) che possano attenuare le criticità del momento. Come affrontare tutto questo? Ne abbiamo parlato con il prof. Davide Bennato, sociologo dei media digitali e dei processi culturali e comunicativi.
Dal punto di vista sociologico com'è possibile spiegare l'emergenza che stiamo vivendo?
Ci sono molti modi per dare un'interpretazione sociologica alla situazione della vita sociale post-COVID19 e post-lockdown, ma in sintesi possiamo dire che per la prima volta nel XXI secolo abbiamo dovuto fronteggiare una pandemia globale che è stata acuita da tre fattori che sono: l'interconnessione globale (l'intreccio dei legami sociali ed economici della globalizzazione radicale), la frammentazione nell'azione politica (la difficoltà nel coordinamento degli sforzi nazionali rappresentati per esempio dalla tardiva reazione dell'Unione Europea e gli attacchi al WHO da parte di alcune superpotenze), l'infodemia (l'epidemia di notizie ansiogene e fake attraverso la rete mondiale dei social media e della stampa globale).
La frenesia delle nostre giornate si è scontrata con una lentezza improvvisa che ha creato nuove relazioni e dinamiche. La vita digitale evita l'isolamento, ma ci espone a conseguenze notevoli. Guarderemo internet con occhi diversi?
Internet si è dimostrato essere una risorsa imprescindibile: da strumento di connessione sociale (la gestione degli affetti e delle attività pubbliche in streaming) a strumento di consumo di contenuti (dai tutorial sulla cucina all'offerta di contenuti audiovisivi delle piattaforme di streaming). Credo che un lascito di internet di questo periodo sarà considerarlo non qualcosa che esiste indipendentemente dalla nostra vita quotidiana, ma qualcosa che permette di vivere la vita quotidiana così come la percepiamo oggi.
L'informazione scorretta e le fake news offrono una visione distorta della pandemia. Quali sono gli errori da evitare e come riconoscere l’attendibilità delle notizie?
C'è un solo modo per affrontare le fake news: controllare molto bene le fonti (chi ha diffuso l'informazione? da quale contatto arriva l'informazione?) e avere un atteggiamento di scetticismo sano. In pratica se una notizia è troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.
La condivisione è diventata un'esigenza primaria e i social diventano un amplificatore naturale di questo aspetto. Com'è possibile sfruttare al meglio le risorse digitali?
Usandole sia come piattaforma di abilitazione dei nostri contatti sociali, sia come infrastruttura di semplificazione delle nostre attività di consumatori (di prodotti, di contenuti eccetera). Le piattaforme social non funzionano come canali di comunicazione ma come strumenti di relazione sociale. Quella che comunemente chiamiamo condivisione in realtà è una relazione sociale basata sulla condivisione. Per questo motivo se si è consapevoli di questo elemento possiamo usare i social sia come strumento in grado di gestire i nostri rapporti sociali, una specie di cruscotto per monitorare le nostre amicizie, sia come spazio commerciale in cui individuare prodotto e servizi da fruire.
La distanza fisica è l’unica precauzione possibile al momento, eppure i media parlano di distanza sociale. Quanto cambieranno i rapporti interpersonali?
Diventeranno ottimizzati: continueremo a interagire con le persone con cui vogliamo davvero interagire. Tutti gli altri saranno eliminati o frequentati a "bassa intensità" con strumenti come i social media (Facebook, Whatsapp, Instagram). La distanza sociale in questo periodo di coronavirus non è mai esistita, tutt'al più abbiamo fatto ricorso alla distanza fisica a cui abbiamo sopperito con le opportunità permesse dai social media. In questa Fase 2 useremo i social per ottimizzare le nostre relazioni, ovvero rafforzeremo le relazioni importanti e stabilizzeremo quelle meno importanti.
Convivere con la paura non è mai semplice. Come attenuare la tempesta emotiva della nostra quotidianità?
Attenuare la paura non è una cosa facile dato che dipende dalla nostra capacità di convivere con l'ignoto (che è la fonte delle nostre paure). L'unico modo di affrontare la paura in modo sano è evitare di vivere le cose che ci fanno paura come un ossessione e circondarsi di una rete di affetti - familiari, amicali - che ci diano una mano a stemperare le conseguenze dell'ansia da paura.
Laura Rondinella 02/06/2020