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Divi e barbari: in mostra a Bologna attori e fotografi tra Costa Azzurra e Dolce Vita

Quelli della "Dolce vita" sono anni complessi: con il processo Montesi (aspirante attrice trovata morta sulla spiaggia di Ostia) si svela la parte oscura della Roma “Vip”, fatta di orge, annoiati aristocratici senza scrupoli e ricatti politici.

La curiosità, a volte morbosa, per queste vicende crea un nuovo tipo di giornalismo (la cronaca rosa) e a una diversa tecnica fotografica, quella dei paparazzi, fortunato termine felliniano che dopo il film diviene indicatore di una categoria, ma anche riferimento di un’epoca.
La mostra “Divi e barbari” ospitata dalla sede di Alliance Française di Bologna dal 21 giugno al 25 settembre, a cura di Matteo Giacomelli, cerca di raccontare quel clima attraverso cinquanta fotografie originali dei più importanti fotografi francesi e italiani, che, per confidenza e scaltrezza, raccontarono la vita delle star, le loro relazioni, i momenti più intimi, tra la Roma mondana e le vacanze a Saint Tropez.
Gli scatti sono di Edward Quinn, Rino Barillari, Marcello Geppetti, Lino Nanni, Pierluigi Praturlon, R.A.F., Tazio Secchiaroli, Elio Sorci, Antonio Tridici; professionisti che hanno rivoluzionato la grammatica fotografica.
La fotografia in posa viene completamente scardinata, i soggetti sono sempre in movimento, magari si nascondono il viso con una mano, chiudono gli occhi per la luce violenta del flash o per non farsi guardare, scappano. Un particolare può essere tagliato fuori dall'obiettivo per esigenze di velocità, così come l’immagine può essere sfocata.  Un’estetica diversa, in cui si apprezza più lo scoop che la precisione, e che probabilmente ha aperto la strada anche alla metodologia moderna: le fotografie di qualsiasi non professionista diventano la notizia, perché riportate in tempo reale.
Ma il lavoro dei paparazzi va oltre, anche se rischia di scadere nel voyeurismo, il fine è quello di mostrare al pubblico quei volti cristallizzati all’interno delle pellicole cinematografiche, donare loro una concretezza, una quotidianità, una vita reale al di fuori del grande schermo.
È così che scoviamo personaggi facilmente riconoscibili come Henry Fonda, Audrey Hepburn o Ava Gardener, fotografata proprio con l’abito delle Sorelle Fontana che sarà poi indossato da Anita Ekberg. Ma ancora Sophia Loren, Richard Burton e Liz Taylor, Federico Fellini con la moglie Giulietta Masina, Picasso. Immagini specchio di una Roma che era la capitale del cinema e dell’arte, in cui la "Dolce vita", anche se celava inquietanti scenari, era frutto di un fermento culturale che oggi sembra essere totalmente scomparso.
 
Silvia Mergiotti 11/07/2015
 

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