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Ottanta ironici anni: tanti auguri a Woody Allen

“Penso sempre che per il mio compleanno mi facciano una festa con una torta enorme da cui esce una donna nuda e gigantesca. Mi picchia, e torna nella torta” (Woody Allen)

“Sono decisamente contrario alla vecchiaia, penso che non la si debba raccomandare a nessuno”. Chissà se oggi gli passerà per la testa questa frase, detta ridendo in un'intervista del 2010. È uno che ha sempre preso tremendamente sul serio la risata, la morte, l'amore, la religione e il tempo, Woody Allen, che oggi compie 80 anni.

“New York era la sua città e lo sarebbe sempre stata”. Nato nel 1935 a New York da una famiglia ebrea, il maestro dell'ironia è cresciuto tra Brooklyn e Manhattan debuttando come regista nel 1966 con “Che fai rubi?”. Attore e scrittore comico da una parte, “nebbish” – perdente sfortunato ma affascinante – e pseudo-intellettuale dall'altra. Sono le due anime di un personaggio nevrotico, acuto e “allarmista” che ha timbrato il ciak quasi una volta l'anno: 45 film in 50 anni di carriera.

Pseudo-intellettuale affascinante, appunto. Sempre complicato il rapporto con l'altro sesso, Allen ha avuto diverse donne dentro e fuori lo schermo. Dalla prima moglie Harlene Rosen alla terza Soon-Yi-Previn (figlia di Mia Farrow), passando per Louise Lasser, protagonista di “Bananas” (1971), la sua vita privata è stata sempre fonte di ispirazione per alcuni sketch comici. Nel mezzo ci sono Diane Keaton – con cui ha girato 7 film tra cui “Il dormglione” (1973), “Io e Annie” (4 Oscar, 1977) e “Manhattan” (1979) – e Mia Farrow, con cui ha girato 13 film in un rapporto burrascoso, tra accuse di violenza e figli adottivi. Diverse le muse cinematografiche, da Scarlett Johansson a Kristen Stewart passando per Evan Rachel Wood, Naomi Watts, Penelope Cruz, Rachel McAdams ed Emma Stone.

Il disincanto e l'analisi sferzante e sarcastica della contemporaneità e dei comportamenti umani sono le sue cifre artistiche, ma nel corso della carriera Allen ha spesso tentato di rinnovare il proprio repertorio. Un esempio? “Match Point”, presentato a Cannes 2005 e considerato uno dei suoi capolavori. “Midnight in Paris” (2011) è un saggio su filosofia, tempo e letteratura, il cui emblema si condensa nel celebre monologo di Hemingway sul rapporto tra amore e morte.

In barba a festeggiamenti e brindisi cordiali – ai quali non è mai stato avvezzo, vedi l'assenza alla vittoria degli Oscar – il buon Woody passerà i suoi 80 anni a lavorare al nuovo film con Kristen Stewart e Blake Lively e alla sua prima serie tv. Nel frattempo, a Natale regalerà al pubblico un'altra delle sue “meravigliose distrazioni”, “Irrational man”.

E magari, lavandosi le mani nella sua casa dell'Upper East Side, canticchierà la nota canzoncina come il suo alter-ego Boris in “Basta che funzioni” (2009): “Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri caro Woody, tanti auguri a te”.

Daniele Sidonio 1/12/2015

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