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La musica elettronica del mondo fa tappa a Roma: dal 19 al 21 maggio torna lo Spring Attitude

“Che fretta c'era, maledetta primavera?”, cantava disperata una giovane Loretta Goggi. E invece la fretta c'è, eccome, se il ritorno della bella stagione coincide con quello dello Spring Attitude, ormai realtà affermata nel panorama delle rassegne di musica elettronica e contemporanea. Una tre giorni (19-21 maggio) che si snoderà tra alcune locations cardine della Città Eterna: il MAXXI – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, lo Spazio Novecento, e – novità di questa edizione - l’ex Caserma Guido Reni.
Iniziate dunque a riporre i cappottoni ingombranti negli armadi e preparatevi a un festival che in passato ha ospitato artisti del calibro di Four Tet, Disclosure, Jon Hopkins, Apparat, Siriusmodeselektor, Bonobo, Gesaffelstein, 2Manydj’s, Vitalic, Who Made Who... Solo per citarne alcuni. E che anche quest'anno, giunto alla settima edizione, promette di non deludere.
Ma andiamo con ordine. Ospite d'eccezione, un gruppo che sicuramente gli appassionati ricorderanno fin dai tempi di “Vergine Suicides” (colonna sonora del film di Sophia Coppola) grazie a tormentoni per depressi di tutto il mondo come la struggente “Playground love”. Stiamo parlando degli Air, band storica dell'elettronica mondiale, latitante dai palchi internazionali da ben 6 anni, e che riapparirà proprio in occasione della primavera romana.
Come se il ritorno del raffinato duo francese di Godin e Dunckel non fosse già un buon motivo per non perdersi lo Spring Attitude, anche il resto della selezione artistica – curata da Andrea Esu – non è assolutamente da sottovalutare. A partire dalla presenza di Matthew Herbert, noto anche con i moniker di Doctor Rockit, Mr Vertigo, Radio Boy, Transformer e Wishmountain, gentleman inglese d'altri tempi, producer di musica elettronica attivo dalla fine degli anni '90. E proseguendo con quella di Gold Panda, londinese classe 1980, che presenterà in anteprima il nuovo album, il terzo dopo “Lucky Shiner” (2010) e “Half of Where You Live” (2013), in uscita a fine maggio. Non solo Inghilterra: allo Spring sarà presente la Germania con la minimal techno di Pantha du Prince, all'anagrafe Henrik Weber, la Francia con l'elettronica degli Acid Arab, il Canada di Jessy Lanza, figura cult dell'underground, che ha collaborato con il suo ben più affermato conterraneo Caribou. E non mancherà neanche l'Italia, rappresentata da un artista che all'unanimità è stato decretato tra i più interessanti del panorama nazionale. Lui è Iacopo Incani, in arte Iosonouncane, sardo di Buggerru e autore di un disco straordinario (e che dal vivo rende ancora di più) dal titolo polisemantico: DIE, concept-album nato dalle suggestioni intense di una terra di mare come la Sardegna. E poi ancora Dj Tennis, Bienoise, Matilde Davoli, Not Waving e Ma Spaventi.
Un giro del mondo (musicale) in tre giorni che continua con il sud-coreano Hunee, il berlinese Max Graef b2b Glenn Astro, Dj Paypal da Chicago, i Red Axes da Tel Aviv, il francese Rone, gli austriaci Dorian Concept direttamente dalla scuderia Ninja Tunes e lo spagnolo Pional.
Per un Festival che ha scelto la contaminazione come suo tratto distintivo, non poteva mancare lo spazio dedicato ad altre arti: torna quindi per il secondo anno la sezione Arts & New Media diretta da Caterina Tomeo con il progetto SPRING +ON, dedicato a opere dal vivo generate in un contesto ibrido e multilingue, mentre la relazione fra suono e arti visive sarà il tema di due workshop, organizzati in collaborazione con RUFA – Rome University of Fine Arts: “RED SKY”, tenuto dall’artista statunitense John Duncan e rivolto agli studenti; e “Mi ricordo un suono”, sorta di esperimento-gioco per i più piccoli volto a realizzare una mappatura sonora della città.
Non ci resta dunque, in attesa che vengano annunciati gli altri ospiti, che augurarci che la benedetta primavera abbia fretta di arrivare.

Marta Gentilucci 14/03/2016

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