Una serata per parlare dei grandi gialli italiani e di quel giornalismo d'inchiesta che entra prepotentemente nella vita domestica di ognuno. Perchè, spiega il giornalista e conduttore del programma tv "Quarto Grado" Gianluigi Nuzzi, l'opinione pubblica si immedesima nelle vicende tragiche delle persone comuni, per cui scaturisce un sentimento di solidarietà; ed è l'attenzione collettiva che porta la televisione ad accendere i riflettori sui casi di cronaca nera, non viceversa.
La platea di Piazza del Fosso a Viterbo ha rappresentato in minima parte, nell'incontro dello scoro 2 luglio, l'audience dei processi mediatici: quella che si appassiona alle storie drammatiche per seguire le evoluzioni, i colpi di scena ed eventuali stravolgimenti. Un pubblico tanto informato sui fatti che non necessità di delucidazioni da parte del giornalista, il quale focalizza l'interesse su particolari e dettagli, altrimenti inspiegabili dinanzi a milioni di telespettatori. Partire dal caso di Elena Ceste, la mamma di Castigliole d'Asti assassinata, per entrare più a fondo nella realtà dei fatti, tanto cara a Nuzzi, un professionista dell'informazione che si dichiara poco incline alle suggestioni, ma che in questa occasione trova lo spazio adatto per dire qualcosa in più. Cosa c'è dietro l'omicidio di Elena? Sembra che la donna fosse alquanto succube del marito Michele Buoninconti, ora in carcere: era lui che le tagliava i capelli; che parlava al suo posto quando si recavano dal medico; e la moglie aveva il permesso di portare la macchina soltanto nel periodo scolastico per accompagnare i quattro figli a scuola. Michele stava ben accorto dal tenere Elena lontana da ogni probabile tentazione e ci teneva a dare l'impressione di una buona famiglia, si preoccupava che i figli fossero sempre ordinati e ben vestiti.
Un episodio, soprattutto, risulta sconcertante: sembra che una guardia penitenziaria si sia rivolta a Buoninconti alludendo a una qualche responsabilità della donna nell'averlo indotto a liberarsi di lei. Un fatto da considerare altrettanto criminale, secondo Gianluigi Nuzzi, poiichè non esiste nessuna ragione al mondo per cui si debba attentare alla vita altrui.
Il conduttore di "Quarto Grado" tira in ballo l'omertà (non solo al sud, ma nell'Italia intera), il pregiudizio , l'attendibilità delle fonti, il reato di stalking e sulla violenza domestica mette i puntini sulle "i": non solo il femminicidio, ma la denuncia riguarda anche i maltrattamenti sugli anziani, spesso taciuti. Perchè, sottolinea Nuzzi, gli anziani non hanno potere d'acquisto e, per questo, poco influenti nel mercato pubblicitario. Infine, un aspetto risulta sempre oscuro nella disamina di questi gialli italiani: il movente, cioè il motivo per cui si compie l'atto delittuoso.
Perchè Sabrina Misseri avrebbe ucciso la cugina Sara Scazzi? E la ragione della morte di Yara Gambirasio? Perchè Alberto Stasi avrebbe assassinato la sua Chiara Poggi? È sul delitto di Perugia si inabissa la giustizia, che si ingarbuglia in prove e controprove, commettendo errori su errori, lasciando l'indagine irrisolta. E tanto altro di misterioso si cela dietro i casi di cronaca nera rimasti insoluti: il delitto Manuela Orlandi su tutti di cui Gianluigi Nuzzi appare esserne un esperto investigatore.
Simona Maiola 04/07/2015
Dal set televisivo alla piazza: la cronaca di Gianluigi Nuzzi a Caffeina Festival
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