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“Come un Re Magio dietro alla sua cometa”: il teatro di Nicola Piovani su Rai5

A pochi giorni dall’ultima rappresentazione dei suoi “Viaggi di Ulisse” al Teatro Eliseo di Roma, il Maestro Nicola Piovani torna protagonista sul piccolo schermo di un nuovo ciclo di appuntamenti intitolato “La cometa musicale di Piovani”, che Rai Cultura ha voluto dedicare al repertorio teatrale meno noto del grande compositore romano premio Oscar per “La vita è bella”. Cinque serate e sei spettacoli, in onda dal 6 febbraio al 5 marzo alle 21,15 su Rai5, per celebrare le tappe principali di un percorso di ricerca quasi trentennale intrapreso da Piovani – parallelamente al lavoro nel cinema e all’attività operistica e strumentale – con la Compagnia della Luna, fondata negli anni Ottanta insieme a Lello Arena e Vincenzo Cerami, con l’obiettivo di creare un genere di teatro sperimentale dove musica e parola potessero interagire entro forme collaudate di “cantar recitando”, senza essere bistrattato dai cartelloni dei teatri di prosa come prodotto di basso spessore culturale.
Dal recentissimo omaggio a Dante nel 750° anniversario della nascita della “Vita Nuova” (2015) allo storico “Canti di scena” (1999), frutto del sodalizio con Cerami, dalla celebrazione della canzone popolare romanesca di “Semo o nun semo” (2015) alla rivisitazione del mito classico con i già citati “Viaggi di Ulisse” (2016), per finire con un tributo al teatro di casa De Filippo con “Padre Cicogna” (2013), in cui il compianto Luca interpreta i versi del padre Eduardo, seguito da “Epta” (2011), suite orchestrale in sette movimenti scanditi da altrettanti strumenti e voci registrate, ispirata al fascino poetico, mitico, biblico e matematico del numero sette.
«La cometa è quella che guida i Re Magi verso la grotta della divinità, perciò questo titolo mi sembra un po’ presuntuoso; ma le grandi metafore servono anche agli uomini comuni per indicare loro la strada» afferma Piovani in merito al titolo del ciclo. «Al di là della presunzione, il senso della scelta della parola “cometa” sta proprio nel saper scegliere nella vita tra la strada della convinzione e quella della convenienza, due direttrici – continua il musicista – che non sempre si sovrappongono. Quando ho avuto qualche dubbio guardavo la piccola cometa che abita dentro di me e che mi ha sempre aiutato molto». E non c’è dubbio che questa “cometa” interiore abbia illuminato per decenni l’ispirazione di Piovani consentendogli di scrivere colonne sonore per più di centosessanta film, di collezionare premi e onorificenze prestigiosi, ma soprattutto di collaborare con registi italiani del calibro di Fellini (“Ginger e Fred”), Monicelli (“Il male oscuro”), Bertolucci (“Segreti segreti”), Bellocchio (“Nel nome del padre”), Moretti (“La stanza del figlio”), Magni (“In nome del popolo sovrano”), i Taviani (“Il sole anche di notte”), Tornatore (“Il camorrista”), Benigni (“La vita è bella”). Una lunga carriera musicale coltivata non solo nel campo della settima arte ma capace di reinventarsi anche a teatro, attraverso le musiche di scena per gli allestimenti di Carlo Cecchi, Luca De Filippo, Maurizio Scaparro e Vittorio Gassman o mettendosi in gioco, come in questo caso, con la letteratura, la ricerca filologica e la cultura della parola in senso più ampio.
Parola recitata e cantata, dialogo tra testo declamato e melodia della musica e del verso, come sottolinea Piovani congratulandosi con gli attori che, da Elio Germano a Gigi Proietti, da Massimo Wertmüller a Ascanio Celestini, «sono stati fondamentali perché hanno avuto la sapienza e l’arte di mettersi dentro la partitura, di farsi orecchio, di relazionarsi con l’orchestra: circostanza non sempre facile, dato che l’attore è abituato, per sua natura, ad ascoltarsi come un solista prescindendo dal contesto». Ne è un esempio “Vita Nuova”, che apre il ciclo sabato 6 febbraio, in cui Piovani trasferisce in forma di cantata per voce recitante (Elio Germano), soprano (Rosa Feola) e orchestra (Ensemble Aracoeli e strumentisti dell’Orchestra Giovanile Italiana) il capolavoro giovanile del Padre della letteratura italiana ispirato dall’incontro con Beatrice, che il Maestro definisce «un poema rivoluzionario, permeato da una musicalità talmente potente (soprattutto nei sonetti, sostenuti soltanto da quattro facili accordi) da essere ancora moderno». Ma, volendo restare più vicini ai giorni nostri, persino il poemetto inedito di Eduardo, “Padre Cicogna” (1969), storia commovente di un prete spretato per amore che promette a Dio di chiamare i propri figli come i tre Magi, diventa il racconto sinfonico per quattro voci, voce recitante e orchestra che Piovani desiderava realizzare da anni.
«Un frutto proibito» reso possibile dalla generosità di Luca De Filippo («Prendilo e fanne quel che vuoi, se poi non trovi nessuno disponibile te lo faccio io»), al quale si aggiungerà presto un’altra soddisfazione per Piovani: l’esecuzione in veste sinfonica delle sue musiche per film da parte dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in due concerti a Torino (il 30 giugno prossimo in diretta su Rai5) e Roma: «È la prima volta che lavoro con questa magnifica orchestra; spero che da questa collaborazione possa nascere un disco o un dvd e soprattutto mi auguro che non sia l’ultima», commenta Piovani. E alla nostra domanda sull’eventualità futura di un documentario Rai dedicato all’universo delle sue colonne sonore per il cinema conclude: «Credo che la musica per film non abbia bisogno di essere sostenuta, il cinema è una grande macchina industriale che si promuove da sé; l’attività dei compositori per il teatro è invece poco conosciuta e la funzione della Rai è proprio quella di diffondere una cultura che non ha i numeri. Un programma sulle colonne sonore risponderebbe però alla curiosità degli spettatori: sarebbe bello far vedere come un’orchestra lavora con le immagini per sincronizzarle».

Valentina Crosetto 06/02/2016

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