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Al Museo dell’Ara Pacis la collezione del bohémien Toulouse-Lautrec

“Siamo davvero felici di portare una collezione che ci sta molto a cuore, come quella di Toulouse-Lautrec, nel Museo dell’Ara Pacis” ha dichiarato Làszlò Baan, direttore generale del Museo di Belle Arti di Budapest, in occasione della conferenza stampa tenutasi lo scorso 3 dicembre per presentare la mostra di uno dei più grandi artisti internazionali.
A partire dal 4 dicembre fino all’8 maggio 2016 saranno esposte, nel Museo dell’Ara Pacis di Roma, circa 170 litografie del pittore bohémien, che ripercorrendo la sua attività dal 1891 al 1900, si faranno portatrici delle atmosfere della Parigi di fine Ottocento. L’artista affascinato dalla Belle Époque, dalla borghesia francese dei teatri, dei salotti, incantato dai colori e dalla vitalità del quartiere Montmatre - che fu per lui una delle maggiori fonti di ispirazione - realizzò manifesti, illustrazioni, locandine di autentica rarità, non soltanto per la loro bellezza ma anche perché tutte numerate e corredate dalla sua dedica.
La mostra, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor, è organizzata in cinque sezioni: le Notti parigine, le Dive, Le donne della notte, A teatro e Con gli amici. Saranno esposte inoltre due cover degli album della cantante, attrice e scrittrice francese Yvette Guilbert. Tra le opere più famose si potranno poi ammirare il manifesto realizzato nel 1891 per il Moulin Rouge con La Goulue, una ballerina molto popolare all’epoca e il Divan Japonais realizzato invece nel 1893, che raffigura la celebre stella del cabaret parigino Jane Avril, con la quale Lautrec strinse amichevoli rapporti.
Promossa e prodotta da Roma Capitale e Arthemisia Group, organizzata con Zetema Progetto Cultura, l’esposizione presenta litografie diverse tra di loro sia per tematiche che per tecniche d’esecuzione; permetterà ai visitatori di scoprire il percorso del famoso maestro, a partire dai primi anni della sua produzione artistica, in cui a guidarlo fu il pittore René Princeteau fino ad arrivare alle opere post-impressioniste che risentirono dell’influenza della pittura di Seurat, Gauguin e Van Gogh.
“I rapporti con l’Italia sono sempre stati molto intensi. – ha affermato Làszlò Baan – Basti pensare che nel nostro museo abbiamo più di 1000 opere italiane. Penso e spero che questo sia soltanto l’inizio di una piacevole collaborazione con la città eterna.”

Giada Carlettini 06/12/2015

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