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“Western Monamour”: un viaggio sulle note de I-Taki Maki

 

“... noi sappiamo benissimo dove andiamo, dove mettiamo i piedi per camminare e quale sia la nostra meta. Le nostre scelte saranno controverse. Ma sono nostre. Ed hanno una direzione. Precisa”. Chiari, diretti e senza compromessi. I-Taki Maki trasmettono queste loro caratteristiche nell’ultimo concept album “Western Monamour”, un vero omaggio al genere cinematografico portato in auge in Italia da grandi registi come Sergio Leone.

Lo spaghetti western dunque tradotto in musica: dodici tracce che narrano storie di vita, amore e amicizia, denunciandone gli aspetti più corrotti con estrema sfrontatezza. 

Mimmi, un’esplosione di energia alla batteria che accompagna all’eclettica chitarra Straw, voce e cuore pulsante dei personaggi che si susseguono nelle tracce. Rock alternativo e poli-strumentale: difficile dare connotazione netta alla musica di questo duetto unito sul palco e nella vita con una sintonia degna di band consolidate nel tempo. Jack e Meg Whites firmati Italia. 

La parola, la rabbia, gli eroi solitari e anti-convenzionali che prendono corpo sulle note degli assoli di Straw o delle rullate di Mimmi, un vero scrigno di energia. L’atmosfera è calzante in tutto l’album per lasciare spazio a personaggi come “El Misionero il cavaliere solitario”,  o al venditore di armi che “Non si era mai venduto, né ai padroni né al potere” o ancora la passionale “Dalidà Blueberry”.

Scegliere format particolare come quello western per raccontare la musica di oggi, tutt’altro che tradizionale: I-Taki maki personalizzano sonorità che  possono essere ricondotte non solo ai White Stripes, ma anche a Sonic Youth e Afterhours ai loro esordi. C’è molto, a volte troppo, se il testo si perde dietro la strumentalità dell’album che comunque è propria della band: una scelta che, se penalizza il live, diviene un punto di forza durante l’ascolto dell’album. 

 

(Francesca Ceccarelli) 

 


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