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"Signorina Giulia", la rilettura di Malosti di un classico di Strindberg

«Non credo ai caratteri semplici del teatro» diceva Strindberg sostenendo la complessità delle sfaccettature umane e l’impossibilità di racchiudere tale vastità in categorie prestabilite e fisse. Questa dichiarazione d’intenti era posta come premessa della "Signorina Julie". Il testo, scritto nel 1888, suscitò molto scalpore, tanto da essere censurato per lo stile violento e osceno di alcune battute.

Proprio la modernità di quest’opera ha reso possibile la rappresentazione della “Signorina Giulia” di Valter Malosti (vincitore del premio UBU per la regia nel 2009), in scena al teatro Eliseo di Roma fino al 26 febbraio.

Siamo nel mezzo della notte d’estate di San Giovanni, serata di ebbrezza e di euforia per tutti. La signorina Giulia – figlia del Conte la cui figura è presente in scena, attraverso la sineddoche dei suoi stivali, come simbolo del potere e della gerarchia – spinta dall’entusiasmo della serata, inizia a sedurre Giovanni, uno dei suoi servi, mettendo così in moto un gioco – coadiuvato anche dalla presenza di Cristina, la cuoca – non solo lussurioso, ma anche di potere: tra i sessi e tra le classi sociali di appartenenza.

I tre attori in scena ricostruiscono le complesse dinamiche di questo atto unico con l’ausilio di una scelta musicale e di luci che rende contemporanea, e forse meno naturalistica di quanto avrebbe voluto il drammaturgo svedese, questa pièce.

Originale la scelta di edificare la cucina, dove si svolge l’azione, su un piano inclinato al centro della scena creando un effetto tridimensionale. Inoltre l’utilizzo di botole, anfratti, nascondigli misteriosi anima la scena, conducendo simbolicamente dentro le parti oscure, quelle più difficili da esplorare, quelle legate all’inconscio e alle sue innumerevoli sfaccettature.

Intensa l’interpretazione di Federica Fracassi che dona vitalità e sfumature psicologiche di grande spessore a Cristina, la cuoca della signorina Giulia e ‘fidanzata’ di Giovanni. 

 

(Amelia Di Pietro) 

 

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