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“M”: il nuovo programma sperimentale di Michele Santoro su Adolf Hitler

Un nuovo programma sperimentale, una sfida coraggiosa contro i vecchi format e la rincorsa degli ascolti. Michele Santoro torna con “M”, in onda il 22 e il 29 giugno in prima serata su RaiDue, incentrato sulla figura di Adolf Hitler. Il format, come spiega Santoro, è “un progetto complesso che cerca di mescolare vari linguaggi, dal teatro al cinema alla diretta in studio, con l’attore Andrea Tidona nei panni del dittatore tedesco. Ci saranno inoltre degli episodi teatrali che racconteranno episodi della sua infanzia e della sua vita politica, mentre dei brevi video illustreranno il rapporto incestuoso con la nipote: uno scandalo che, se reso noto, avrebbe fermato l’ascesa di Hitler”. Il celebre conduttore di “Annozero” e “Servizio Pubblico” è tornato su RaiDue a fine 2016 con il talk show “Italia”. Proprio questo mese sulla rete diretta da Ilaria Dallatana sono usciti due documentari ideati dal giornalista salernitano: “C’è qualcuno”, documentario d’inchiesta sulla tragedia di Rigopiano, e “Robinù”, presentato all’ultimo Festival di Venezia, sui baby boss della camorra.

La scelta di un personaggio controverso come Adolf Hitler non è casuale. “È una figura che ha cambiato la storia – osserva - e che ancora oggi solleva molti interrogativi sul presente: la sua ascesa è il risultato della deformazione abissale del genere umano o qualcosa sotto pelle si muove ancora nella nostra società?”. Il programma “non sarà un processo”, ma un viaggio nella vita pubblica e privata del Führer, un’occasione per ripassare la storia e per indagare su ciò che di essa, in forme diverse, rimane ancora oggi: “Non considero Hitler un personaggio ancorato al passato remoto – aggiunge Santoro – oggi molte posizioni sui migranti ricordano quelle della Germania nazista sugli ebrei”. Se “M” sarà premiato dagli ascolti, Santoro ha già nel mirino i prossimi personaggi da studiare, figure cronologicamente più vicine come Steve Jobs o Matteo Messina Denaro.

Durante la presentazione del programma in Viale Mazzini, Santoro ha rivelato di aver utilizzato un ampio budget per garantire la qualità del programma, anche a scapito di un guadagno economico, lavorando con un team formato soprattutto da giovani. ha criticato duramente la gestione attuale dei palinsesti strutturati secondo le logiche del mercato e l’incessante importazione di format stranieri: “Oggi vediamo sempre giurie che giudicano cantanti, cuochi eccetera. La Rai in quanto servizio pubblico dovrebbe dare visibilità a ciò che il mercato non produce spontaneamente: se si appiattisce e si conforma alle tendenze prevalenti tradisce se stessa”. Santoro ha certo le idee molto chiare per il futuro: “Si dovrebbe osare, aprirsi a idee nuove e originali, puntare sui giovani. Perché non diamo il 30% delle risorse ai produttori indipendenti?”.

“M”, mix innovativo di storytelling, docufilm e talk show, è un esperimento coraggioso con cui Santoro vorrebbe dare una scossa alla Rai per iniziare quella rivoluzione creativa che sogna per il futuro del servizio pubblico. In attesa del responso degli spettatori, il conduttore per la prossima stagione avrebbe già deciso di ritornare a RaiTre, rete dove ha iniziato la sua carriera televisiva con “Samarcanda”.

Lo spot di "M"

Michele Alinvoi 19/06/2017

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