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Fare la festa a qualcuno non è festeggiare “Il Compleanno”

ROMA – Il compleanno è il momento di passaggio per eccellenza per ogni essere umano, è l'epifania della nascita, è la celebrazione di un'intera rivoluzione terrestre attorno al proprio asse, è la consapevolezza del tempo che è passato attraverso le nostre ossa, occhi, rughe. Il compleanno è un momento cardine che serve a ristabilire chi siamo, che cosa abbiamo fatto, ricollocare le nostre priorità, ambizioni, sogni, rimorsi, rammarichi, delusioni, ma è anche una spinta e un trampolino verso il domani. E' un punto, una linea, una frontiera dalla quale ripartire domani, è una parentesi che si chiude sul passato e allo stesso tempo un'altra che si spalanca per inglobare i giorni che ancora devono venire. Ed è questo momento catartico, di morte e rinascita, il fulcro sul quale ruota appunto “Il Compleanno” (visto alla Sala Umberto; prod. Tieffeteatro, TSV teatro nazionale, Viola Produzioni), testo dalle tante pieghe di Harold Pinter, in queste versione diretta con vigore e convinzione7315f-6408f-ad771-2a7af-90a19-56f21-0a-web-dsc-5404-copia.jpeg da Peter Stein (il miglior spettacolo all'interno di “Next” '22, la vetrina del teatro lombardo), è una drammaturgia piena di non detti, infarcita di sottotesti, incalzante di misteri, debordante di elettricità e nervosismo. E' una corda tesa allarmante dove l'aria frigge sospesa tra un'ironia sprezzante, un assurdo frizzante e un'atmosfera retrò illogica, ostile, fuori dagli schemi. Una pièce oscura, certamente inquietante e intimidatoria.

In una pensione inglese di provincia gestita dai padroni di casa, marito e moglie, vive un unico inquilino, un ragazzo che se ne sta tutto il giorno in casa, quasi si nasconde dal mondo esterno, era un pianista nella vita “precedente” e adesso se ne sta in disparte, rintanato, disilluso, infelice. Giornate tutte uguali fin quando non arrivano due tizi, che sembrano agenti segreti usciti da Men in Black o scagnozzi inviati da qualche boss, a disturbare il menage dei tre, delle loro azioni sempre identiche a se stesse. E' questa la rottura, il crack che trasformerà per sempre le loro vite, sottolineando indelebilmente un prima e un dopo da quella data. La padrona di casa (Maddalena Crippa sopraffina) è generosamente pedante e petulante, 220305214-7e3a6650-b254-4df7-82de-cdb00bf122e5.jpginvadente e logorroica e ambigua tra il provocante e il refrattario, il ragazzo, che indossa un maglione slargato come Samuele Bersani nel suo primo Sanremo, (molto Charlie Brown dei Peanuts) invece è arruffone (Alessandro Averone riesce a calibrare, anche grazie alle variazioni tonali della voce, i registri della paura e dello stupore), sconsiderato, scompigliato, che arrogantemente le fa notare le mancanze, la sporcizia, il marito (Fernando Maraghini amplomb e sicurezza da vendere) tenta di barcamenarsi tra le crepe del presente nei suoi riti convenzionali. Sono tutti e tre a loro modo insoddisfatti, falliti, sconfitti, perdenti senza rendersene conto, senza averne piena coscienza rimanendo dentro quel loro guscio caldo, impossibilitati a cambiare vita rimangono nei medesimi binari perpetrando il solito tran tran fatto di piccoli gesti rituali, colazione, leggere il giornale, le chiacchiere vuote, che li fanno sentire ancora vivi e salvi o perlomeno al sicuro dalle intemperie dell'esistenza che là fuori si muove, dai cambiamenti, “dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai”, la consolazione noiosa come antidoto all'ansia.

Come in un racconto di Carver il pubblico entra nel mezzo della vicenda dalla quale è escluso che possa sapere e conoscere il prima e il d4a99-a81df-8324b-e8e12-1292a-06b96-d3-web-dsc-5366-copia.jpegdopo. Molti dettagli sono oscuri: perché il ragazzo è lì e da cosa era scappato? Da chi si sta rifugiando? Che cosa o chi cercano i due “sicari”? Dove lo porteranno dopo? Perché inscenare una festa di compleanno quando il protagonista dice che non compie gli anni quel giorno? Perché i due picchiatori (Gianluigi Fogacci superlativo) arrivati lì per il classico regolamento di conti gli chiedono insistentemente “Perché ci hai tradito?”, “Perché hai lasciato l'organizzazione?” Perché non possono dire alcune parole-kryptonite come “succulenta” o “carriola”? I due loschi figuri, vestiti come Le Iene di Tarantino, che parlano di lavoro da portare a compimento e di procedure da mettere in atto, di missione, hanno sbagliato casa commettendo uno scambio di persona oppure hanno le loro ragioni dalle quali siamo comunque lasciati fuori? Il compleanno diventa un “fare la festa a qualcuno” in senso metaforico, figurato, violento e minatorio.

Potremmo DSC_6167.jpganche tentare di fare un'analisi, del tutto personale, dei nomi scelti e usati da Pinter: abbiamo Petey, il marito, che potrebbe essere una crasi tra Petty, trascurabile, e Pety, piccolo, ma che si pronuncia come “pity” ovvero pietà; abbiamo il ragazzo Stan che potrebbe essere un mix tra Stand, in piedi, e Standard, usuale, normale; Mc Cann, uno dei due delinquenti in giacca e cravatta, potrebbe provenire dal verbo Can, potere, mentre l'altro Goldberg, montagna, in tedesco, d'oro, fino a Meg, diminutivo di mega, ovvero dilatazione esagerata come in effetti è l'entusiasmo smodato della padrona di casa. Le domande si affastellano (forse troppo lungo, 2h40') e i nodi non si sciolgono, non rimane che sedersi dalla parte dei colpevolisti o da quello degli innocentisti, tra chi vede dei reati da punire come contrappasso nel passato del ragazzo e chi giura sull'errore del sistema che ha colpito un onesto e ingenuo giovane uomo. Più che altro il compleanno parla di solitudini, di comfort zone per niente confortevoli dove aleggia una pericolosità latente che esplode e questa deflagrazione sembra necessaria e in qualche modo liberatoria, purificatrice, salvifica per ristabilire un ordine preciso delle cose, per rimettere in circolo energie, smuovere il fango rappreso. Colorato e amarissimo, un testo che non lascia in pace lo spettatore, per fortuna, un testo tutt'oggi scomodo, difficile da affrontare, da gestire, da digerire.

Tommaso Chimenti 05/02/2023

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