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“Influenza”: l’immaginazione onirica e reale. La performance di Floor Robert allo SpazioK di Prato

L’immaginazione è la facoltà di creare nella mente immagini che danno vita a infinite realtà possibili, anche prive di ogni senso logico, solo vagheggiate. Il termine «immaginazione» deriva da “in me mago agere”, in altre parole è come se dentro di noi agisse una sorta di ideale “mago” stimolato dalle sole percezioni sensibili a elaborare, sviluppare e plasmare immagini a suo piacimento. Così, gli infiniti e ipotetici “se” diventano autentiche realtà possibili e fruibili con gli occhi della nostra mente.
Questo sembra un po’ essere il motore di “Influenza”, l’opera prima dell’artista olandese Floor Robert per il collettivo fiorentino InQuanto Teatro.
Un perimetro verde delimita l’area di rappresentazione dello SpazioK di Prato, come se quella fosse la zona in cui ciò che accade diventa vero, reale, materiale e si fa tangibile perché può permettersi di prendere forma liberamente, senza essere contaminato dal mondo che vive al di là di quel perimetro. Dentro questa “cornice” prendono vita i ricordi, i desideri, le paure e sono come delle immagini che non hanno bisogno di essere ordinate o spiegate secondo una logica “comprensibile”; si palesano come in un pensiero, in maniera libera nella sua seducente imperfezione, che autorizza allontanamenti e ritorni su voli pindarici.
Unico iniziale ornamento di scena, sei palloncini verdi gonfiati a elio, sospesi ma come fissati a terra dai piccoli pesi che li tengono giù, in contatto o semplicemente connessi con la superficie.INFLUENZA 03
Nonostante i pochissimi elementi scenografici, si accende subito l’immagine di qualcosa che potrebbe essere un bel prato, perché verde è il colore della natura durante le stagioni più calde. Quei palloncini possono diventare gli alberi di un bosco, di un giardino tranquillo o i varchi di un labirinto impenetrabile. Con questo ragionamento è possibile riconoscere che ad essere come “sollecitata” non è solo l’immaginazione della performer di Haarlem, ma anche – e soprattutto – la nostra. Noi spettatori siamo seduti davanti a qualcosa che accade e da cui siamo distanti, separati, ma siamo noi che, intimamente, possiamo collocare quelle immagini nell’ambiente, oltre che nella condizione, che più ci appartiene. Eccola l’immaginazione nella sua massima espressione di sé, che «influenza» la percezione delle cose, il nostro approccio ad esse. Al contrario, l’immaginazione, non è «influenzata» da ciò ha intorno, dall’altro da sé, quello che nella realtà delle cose rappresentano gli eventi, le situazioni, le persone. Al contrario è come svincolata da tutto ciò che non vuole le appartenga, è come una forza “divina” in cui è Lei a scegliere l’evoluzione della propria storia, qualcosa che ha l’effetto delle onde che si liberano intorno al punto in cui il sasso viene gettato in acqua. In in questo “errante viaggio” in cui risiede la fantasia di una memoria-al-presente, Floor Robert è accompagnata dal danzatore Francesco Michele Laterza e dall’attore e musicista fiorentino Giacomo Bogani che si “trasformano” in qualcosa che non esiste, alterato rispetto alla effettiva realtà delle cose, che può confondere le idee o, semplicemente, fondersi in esse. Rappresentano due personaggi che possono essere dinamici o passivi agli urti, indifferenti alla situazione o convolti al punto di diventarne parte, che possono spaventare o divertire, essere complici della protagonista oppure giudicarla, liberi di muoversi o stare immobili, dentro o fuori quel perimetro verde in cui tutto può accadere o non presentarsi mai.
Arriviamo a voler percorrere quei luoghi ignoti, sconosciuti e incontaminati, ma poi ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di capire dov’è che siamo, con chi e, soprattutto, verso quale direzione; e allora l’uomo, proprio come quei palloncini che tendono all’alto ma sono come costretti dai pesini a rimanere attaccati al suolo, inizia inevitabilmente a porsi delle domande. «Chi sei?» un gatto, un carciofo, una pentola, una nuvola? Sei qualcosa che finisce o che resta eternamente «ancora qui»?
Potremmo voler rispondere a quella domanda, o forse no. Forse è vero che siamo portati ad arrivare dritti al punto delle cose ma ciò che ci allieta è che quel punto resti, per quanto più possibile, un punto di domanda.

Il progetto “Influenza” è arrivato finalista al DNA Apputni coreografici 2015 – Roma Europa e ha vinto SIAE – Sillumina, dedicato alle compagnie under 35; Prato ha rappresentato la seconda tappa di un intenso tour che proseguirà in numerosi festival e teatri italiani fino al prossimo dicembre.

Laura Sciortino 30/05/2017

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