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Milan Design Week 2017: Logotel analizza il Posthuman

Per il sesto anno consecutivo, in occasione della Milan Design Week, Logotel ha organizzato una mostra nei propri spazi di via Ventura. Quest’anno, in particolare, è il rapporto sempre più simbiotico tra uomo e tecnologia il principale motivo di analisi, guardati anche da un punto di vista sociale: in che modo i continui e rapidissimi cambiamenti sono percepiti e qual è la reazione della società ad essi?
Logotelposthuman2Nella mostra “Posthuman – When technology embeds society” Logotel vuole esplorare e raccontare questa trasformazione anche dell’essere umano, addirittura nel suo corpo biologico, partendo dalla quotidianità e da tutta una serie di certezze che sono destinate (più o meno a breve termine) quantomeno a evolversi (se non a cambiare radicalmente). Il punto focale di questa mostra è il progetto realizzato da Maria Yablonina, che prende il nome di “Mobile Robotic Fabrication Eco-System”. Il progetto prevede che tre robot, interagendo e muovendosi sincronicamente su una struttura dalle grandi dimensioni, costruiscono una rete sospesa ispirata al modo in cui i ragni tessono le loro trame resistenti. Il risultato di questo lavoro è una trama composta da cavi in polipropilene che, al di là della struttura che vanno a creare, serve a far riflettere su un ulteriore grado di rapporti, non più uomo-uomo o uomo-macchina, ma macchina-macchina. Durante la mostra, accessibile tutto il giorno, ci saranno 3 momenti in cui sarà possibile vedere i robot all’opera: alle 14.30, alle 16.00 e alle 18.30. Questo progetto della russa Maria Yablonina, è stato realizzato presso l’ICD (Institute of Computational Design) di Stoccarda, in Germania, dove l’artista si è trasferita per approfondire il suo interesse nella robotica e fabbricazione digitale e dove attualmente opera come ricercatrice. Il fulcro del suo lavoro è un’ipotesi su un nuovo metodo costruttivo, veloce e poco costoso che includa software e hardware per sviluppare soluzioni pratiche e innovative: piccoli robot (addirittura trasportabili in valigia) che riescano ad arrampicarsi su strutture orizzontali o verticali, attraverso sensori e aspirazione su ogni tipo di superficie. Quanti ne potremmo usare per semplificarci la vita? Che tipi di attività potremmo delegare a robot collaborativi come questi? Quale futuro quindi ci aspetta? Sono solo alcune delle altre domande a cui Logotel vuole cercare di dare una risposta. La mostra, poi, racconta anche alcuni cambiamenti già in atto attraverso un repository di oltre 100 case history e una serie di interviste che raccolgono svariati punti di vista sul tema del “posthuman”, nonché la relazione tra tecnologia, design, società e individuo. Non solo design, nei casi presi in questione, c’è spazio per cinema, arte e anche filosofia, perché la questione del posthuman coinvolge ormai tutti i campi della nostra vita.

Alessio Altieri 27/03/2017

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