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Recensito incontra Francesco Galvano di "Arte E Citta a Colori" e NSA: quando l’arte sposa il territorio per dare vita ad una piccola grande rivoluzione

Un murales può salvare e far rinascere una comunità, far riscoprire valori, far partire nel piccolo una rivoluzione per un futuro migliore: questo intende trasmettere Francesco Galvano, Presidente di Arte e Città a Colori e Vice Presidente Nucleo Sicurezza Ambientale Roma Nord , associazioni con le quali si impegna, nonostante le tante difficoltà, verso una significativa riqualificazione delle aree urbane grazie alla collaborazione di importanti artisti.
Tra le tante zone salvate dal degrado , sicuramente da sottolineare e’ la rivalutazione del Parco Jonio, trasformato in un vero e proprio giardino artistico, intorno al quale stanno sorgendo tutta una serie di iniziative volte a coinvolgere l’intero quartiere per farlo diventare un punto di aggregazione e di crescita culturale della città . Arte e città a colori insieme a al NSA , hanno ideato Up Garden Festival, un progetto con una programmazione che mira a coinvolgere la popolazione e a creare una rete finalizzata con le realtà scolastiche, offrendo servizi culturali.
Un’iniziativa che aspira a essere un’opportunità’ per i cittadini e gli artisti, in cui l’arte sposa il territorio.
Eppure NSA e Arte e città a colori non sono solo questo. In questa intervista sulle pagine di Recensito Francesco Galvano ci descrive tutte le loro piccole, grandi, imprese.Parco Jonio 2

Come nasce questo progetto?                                                                                                                                                                         Il progetto nasce almeno tre anni fa, in occasione dell’apertura della fermata della metropolitana, con l’annesso giardino pensile. Passato il primo anno abbiamo visto che nessuno si occupava del parco. Abbiamo così proposto come NSA Roma Nord e Città a colori di prenderlo in affido. Ci sono voluti 2 anni affinché ce lo dessero. Abbiamo ripulito tutto il parco che nel frattempo era andato in malora, diventando luogo di spaccio e area cani. L’inciviltà di alcuni aveva determinato anche la rottura dell’impianto idrico . Abbiamo rilevato un parco senza possibilità di essere irrigato, con due cancelli rotti e le mura imbrattate. Mi sono preso la briga di comprare i materiali e ho chiamato gli artisti, realizzando i primi murales. Il murales innesca un circolo vizioso, le persone iniziano a prendere atto che può avvenire un rinascimento, prendendo coscienza che il bello può valicare il brutto che c’e nella nostra città. Uno dei nostri obiettivi e’ quello di non creare murales a se stanti, bensì collocati nel contesto urbano, rappresentando qualcosa che ha a che fare con il contesto, di modo che la gente lo senta suo e sia più partecipe. Tanti anni fa qui e’ stato girato Ladri di biciclette, allora abbiamo ripreso le scene e le abbiamo riprodotte, così come l’immagine di De Sica. Poi nei murales del Parco Jonio ci sono anche immagini di “Animali in via d’estinzione” realizzati da Moby Dick e lo “scorrere del tempo”, rappresentato attraverso diversi orologi nello stile del periodo. Questo ha portato all’accettazione di tutto il quartiere del parco riqualificato. Abbiamo pensato di organizzare allora anche eventi culturali in forma gratuita che dessero un senso e che creassero un luogo di incontro per i cittadini. Siamo partiti con semplicità ed entusiasmo, però siamo stati travolti da una valanga burocratica. Ci hanno richiesto l’impianto di messa a terra, l’ illuminazione di emergenza, e questo è stato un ulteriore onere per l’associazione. Comunque è in atto una rivoluzione del quartiere, ora nel parco vengono le mamme, i bambini, stiamo organizzando eventi per creare occasioni che portino più cultura, più arte, più bellezza. I prossimi ci saranno già il 13 ottobre con il concerto di un coro gospel che reinterpreterà grandi brani moderni, il 14 con lo spettacolo di cabaret di Federico Melis e il 15 con il concerto di Livia Ferri. Offriamo serate di qualità, alle quali seguiranno dal 21 al 28 spettacoli teatrali, di percussioni, momenti di insegnamento dell’arte del riciclo, incontri con professori dell’università la Sapienza e Tor Vergata. Vogliamo, dunque, che il parco diventi il punto di partenza e rinascita del quartiere e il centro del Nomentano.

Quali difficoltà avete dovuto affrontare?                                                                                                                                                                                                                                                                                         Difficoltà economiche soprattutto e appunto burocratiche, dovendo far fronte a continue richieste di permessi e autorizzazioni, che comportano ulteriori spese. Tutto ciò per una piccola associazione e’ faticoso. Ci hanno fatto anche 4 esposti senza motivo, ma nonostante le difficoltà non ci fermiamo, anzi vorremmo che le attività delle associazioni fossero conosciute maggiormente.

Quali obiettivi sperate di raggiungere?                                                                                                                                                                                                                                                                                           L’ obiettivo principale è rieducare le persone, ad esempio prima i cani distruggevano il parco, ora abbiamo coinvolto altre due associazioni che si occupano dei cani e gatti, riservando un’area agli animali. Poi l’aspetto culturale e’ fondamentale, vorremmo riportare la cultura, perché educa e migliora le persone. Infatti dopo queste opere i cittadini non sporcano più, non distruggono più. Abbiamo creato addirittura una libreria per favorire la lettura, per dare crescita culturale al quartiere. Stiamo usando l’arte come leva.

Parco Jonio 4Questa è anche un’occasione per dare spazio e visibilità a giovani artisti?                                                                                                                                           Una delle finalità della mia associazione e’ recuperare tutti quei Writers che hanno cominciato per strada. Oggi quelle scritte non entusiasmano molto, non vengono apprezzate perché vanno contro il decoro. Da qui invece nascono talenti, li capto e gli offro la possibilità di esprimersi. L’associazione comprende 120 artisti che lavorano a titolo completamente gratuito. Tra i quali ci sono Moby Dick che ha esposto alla biennale , Mauro Sgarbi , Cettina Lojodice, Danilo Neve, che realizzano tutto a mano libera. E’ difficilissimo perché lavorano su dimensioni enormi senza proiezioni e bozzetti, bisogna perciò avere talento e abilità , spesso costruiscono tutto al momento. Con la tela il rapporto dell’artista è uno a uno, il muro invece coinvolge la collettività , vi è un rapporto aperto a x persone, a tutto il mondo. Questi artisti donano al pubblico in forma gratuita, vere e proprie opere d’arte, messe a disposizione di tutti.  La mia associazione e’ nata per caso, grazie ad una professoressa che mi chiese di esporre le opere dei suoi alunni nella stazione di Settebagni, quando lavoravo alle Ferrovie, perché non poteva più vedere il degrado in cui versava. Questo evento mi ha cambiato la vita. La street art e’ arte spontanea, ognuno prende un muro e lo dipinge, noi invece facciamo urban art, con un progetto alle spalle. Si parte da un’area e si pensa cosa poterci fare. Tutte le opere devono essere armonizzate, c’e’ continuità, armonia, si crea un decoro, un qualcosa che fa sì che la zona sia riconoscibile. Abbiamo rivalutato la stazione Nomentana, con un sottopassaggio di 200 metri che ora è tutto dipinto. Ad oggi abbiamo riqualificato 6 stazioni, scuole e aree urbane come Castel Gandolfo. Dovevamo dipingere solo un sottopassaggio pieno di scritte, poi vedendo tutto il terminal dei bus, chiesi di poterlo riqualificare completamente. Con fatica e lungimiranza ho convinto il sindaco, e coinvolgendo imprenditori, alla fine abbiamo realizzato una cosa molto bella, oggi i turisti quando scendono dai pullman restano estasiati. Il mio progetto era realizzare 100 stazioni d’arte, con il supporto delle Ferrovie, ma poi le Ferrovie mi hanno abbandonato, lasciandomi senza materiale.

Progetti futuri?                                                                                                                                                                                                                                            Dovremmo occuparci di un paese, un borgo antico, che dovrebbe diventare un percorso d’arte con una trentina di facciate di palazzi dipinte su un tema unico. Non dico il nome del paese, ma se tutto andrà in porto, diventerà una cosa unica. Gia’ 12 artisti sono pronti, così come il tema, si parte con una idea alle spalle. Il percorso partirebbe da un posto molto frequentato e condurrebbe al centro storico, che invece è poco frequentato, per far rinascere nel borgo quei mestieri che si sono persi e ripopolare il centro storico. L’arte ha la forza di salvare e far rinascere le città , Castel Gandolfo ad esempio ha avuto incremento del turismo. Lo scorso anno abbiamo realizzato 12 visite guidate sui murales, di 40 persone l’una. Mi interessa ottenere il gradimento di tutti. Stiamo facendo un immenso sforzo con le due associazioni, siamo partiti da soli, adesso si stanno avvicinando anche gli altri. Ogni murales che facciamo ne produce altre tre, ma la difficoltà è anche trovare la strategia di comunicazione per poter far conoscere di più le nostre attività. Spesso organizziamo lezioni per le scuole, per i ragazzi, usiamo l’arte per educare, salvare, riproporre valori persi, sconfiggere delinquenza e bullismo. Spesso noi siamo colpevoli di non essere riusciti a lasciare nulla ai giovani, solo guai e problemi. Dobbiamo prender coscienza di questo, siamo degradati dentro e non vediamo più il bello, non abbiamo esempi positivi, modelli, e allora le cose non cambiano. Come il futuro può migliorare se i giovani non hanno l’esempio? Abbiamo tanto e lo trascuriamo.  Inoltre noi di NSA svolgiamo attività di protezione civile, volontariato , assistenza. Abbiamo fatto fronte all’emergenza incendi questa estate, abbiamo aiutato i terremotati, distribuiamo i pasti ai bisognosi. C’è bisogno di nuovo rinascimento, che deve ripartire dal basso, dalle piccole cose che fanno la differenza.

Maresa Palmacci 

02-10-2017