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Franco Bolignari:"buona la prima!", a tutto jazz tra Disney, musical da Oscar e quella notte dei Beatles mancati

“Buona la prima!”, questo si sentiva dire sempre Franco Bolignari quando entrava in studio di registrazione, in Rai o alla casa discografica RCA-Italia. Prova e registrazione, voce perfetta.
Forse, in questa circostanza, l’espressione si addice anche a me.
Chiamiamolo pure caso. Infatti, è per via fortuita che scopro come Franco Bolignari, cantante italiano, voce della nota canzone Crudelia de Mon nel cartone Disney La carica dei 101 e Quindici anni, quasi sedici nel celebre musical da Oscar Tutti insieme appassionatamente, viva nel mio stesso condominio qui a Roma.
E’ lui che, chiedendomi di tenere aperto il portone d’ingresso, mi domanda se conoscessi il celebre motivetto del cartone Disney, canticchiandolo e svelandomi di essere proprio quella voce.
Stupita e incuriosita dall’incontro, decido che devo saperne di più, avrà tanto da raccontare.
L’indomani, infatti, sono alla porta di casa Bolignari e il signor Franco mi accoglie con piacere.
Nel salottino dove mi fa accomodare, si respira subito aria di musica: dischi jazz, un bellissimo poster con la foto in bianco e nero realizzata dall’allora sconosciuto Art Kane per la rivista Esquire, che ritrae, in gruppo, 57 tra i più grandi musicisti jazz a New York (Count Basie, Dizzy Gillespie, Roy Eldridge, Gerry Mulligan…) e una foto della cantante americana Melba Joyce con una dedica, “To Franco, a man with an amazing voice, love Melba”.
Bolignari continua ancora ad esibirsi in occasione di diversi eventi musicali, con l'entusiasmo e la passione che lo hanno sempre animato

Come è iniziata la sua passione per la musica?

"La mia è una famiglia di musicisti. Mia madre, Maria Antonina Gentile, è stata una bambina prodigio: a soli 14 anni conseguì, prima in Italia, il diploma di pianoforte.
Lei stessa era figlia di un compositore e poeta, ma, pur avendo un talento straordinario, che ebbe modo di far apprezzare attraverso una serie di concerti, l’incontro con mio padre e l’innamoramento, le fecero interrompere quella che poteva essere una carriera soddisfacente e brillante".

L’ispirazione artistica, quindi, è una questione di famiglia…

"Sì, ma quando si trattò di me, "la saracinesca" si abbassò. I miei genitori, mia mamma in primis, non volevano assolutamente che io intraprendessi una carriera musicale, mi diceva “è una vita di umiliazioni, di sacrifici, pensa a studiare”, io allora facevo il ginnasio.
Tuttavia, ostinato e appassionato, decisi di fare un’audizione per un concorso radiofonico della Rai, nella sede di via Asiago 10.
Il maestro Tito Petralia mi notò e mi chiese di proseguire con i provini.
Così, con un amico che faceva da tramite per tutte le informazioni, arrivai alla finale del concorso radiofonico “L’ora del dilettante”, che si teneva al teatro Quattro Fontane.
Di nascosto dai miei genitori, ovviamente, il mio amico mi accompagnò: pensa, io ero sulla canna della bicicletta di lui. Era il 1945, avevo 15 anni. Il concorso era presentato da un “certo” Mario Riva.
Ebbene, vinsi quel concorso e la Rai mi chiese di firmare un contratto, ma, i miei genitori mi impedirono categoricamente la cosa, inoltre, non ero ancora maggiorenne (all’epoca si diventava maggiorenni a 21 anni).  “Lei dà un calcio alla fortuna” disse al mio rifiuto il maestro Mario Vallini della Rai. Proseguii, quindi, con lo studio, ma la mia testa era sempre lì, alla musica, a quell’occasione mancata".

Però ha avuto un’altra un’occasione..

"Nel 1953, quando avevo 24 anni, venni a sapere di un altro concorso radiofonico. Senza pensarci, mi presentai all’audizione preliminare: eravamo tantissimi.
Tuttavia, superai anche questa volta il provino e nella fase successiva ci trovammo solo in due, io e Rino Loddo, insieme fummo ammessi alla Scuola di perfezionamento di cantanti di musica leggera della Rai, dove studiai per 7 mesi.
Nel 1954 ebbe inizio la prima trasmissione radiofonica cui presi parte, con Ernesto Nicelli, famoso violinista, poi ancora con l’orchestra Rai di Arturo Strappini e Umberto Chiocchio.
Ricordo che quando andai a firmare il contratto in Via delle Botteghe Oscure, mi ricevette un dirigente alto, maestoso, famoso per aver scritto la famosa Baciami piccina: Luigi Astore.
Gli anni ’54-55 furono particolarmente felici per la mia carriera musicale: i giornali e le riviste parlavano di me come “rivelazione canora”, in estate vinsi il Festival di Messina e soprattutto, il maestro Armando Trovajoli, dopo avermi ascoltato alla radio, mi telefonò dicendomi che l’indomani mi sarebbe venuto a prendere per portarmi a un provino.
Passò a prendermi in auto all’angolo tra viale Regina Margherita e Via Nomentana e ci dirigemmo in Radio Vaticana, dove feci il provino per la casa discografica RCA-italiana, durante il quale fu proprio Trovajoli ad accompagnarmi al pianoforte. Il provino andò bene e divenni un cantante della RCA, per la quale realizzai molti 78 giri. Nello stesso anno, partecipai anche al Festival di Vibo Valentia e al Festival di Firenze.
In tutto ciò, frequentavo l’università, mi iscrissi a Giurisprudenza e delle volte mi capitava di registrare la sera prima per la Rai ed avere un esame il giorno dopo, ma è stato tutto bellissimo".

E, invece, come si definirono i rapporti con Walt Disney e l’esperienza de La carica dei 101?ae59d7b4d5da716585fb219546f7f9eecb9e58ca6873b3ee31c236e9660badd5 jjzlDQ5

"Bene, c’è da dire che dopo questa fase di successo fui costretto a fermarmi a causa del servizio militare.
Al mio rientro, proseguii l’attività musicale, ma sembrava che si fossero dimenticati di me.
Tuttavia, nel 1958 la RCA mi chiamò nuovamente per registrare due brani natalizi assieme ad un giovane maestro: Ennio Morricone.
Aveva 30 anni allora e a fine registrazione, mi fece molti complimenti, devo dire che tutti i maestri d’orchestra con cui ho lavorato si complimentavano, con me era sempre “buona la prima!”, prova e incisione, registravo i pezzi una sola volta.
Con Morricone interpretai alcune canzoni, tra cui, La storia del bimbo Gesù e La buona stella.
Dopo di ciò, ci fu un vero e proprio periodo di silenzio: così, conclusi i miei studi universitari e, vincendo un concorso, entrai nelle Ferrovie dello Stato.
Però, non si erano dimenticati del tutto di me. Infatti, nel 1961, il maestro Rai Alberto Brandi mi chiamò per chiedermi se fossi interessato a un provino per una colonna sonora di un film a cartoni animati: dissi di si e feci il provino proprio in casa sua, registrando con un nastro su un Geloso, come si usava allora. Mi disse: “Bene, ora me ne occupo io, stai tranquillo, ti faccio sapere tra qualche giorno”.
Passarono ben 3 settimane, solo alla fine della terza settimana Brandi mi richiamò dicendomi che ero stato scelto per interpretare la versione italiana della canzone Crudelia de Mon nel film Disney “La carica dei 101”, il cui autore era Mel Leven.
Al momento del provino non sapevo di cosa si trattasse e fui particolarmente sorpreso, soprattutto quando Brandi mi disse che la mia registrazione era stata inviata in California, per essere sottoposta a Walt Disney stesso. Registrai poi alla Fono Roma di Piazzale Flaminio e quando vedemmo il film completo, con la colonna sonora, fu meraviglioso".

Non finisce qui però…

"No, infatti, nel 1963 con la direzione del maestro Brandi presi parte anche al cast musicale del film Disney Magia d’estate” (Summer Magic), mentre nel 1965, sempre grazie al maestro Brandi, diventato collaboratore di una casa di doppiaggio diretta da Roberto de Leonardis, curatore di tutte le versioni italiane dei film Disney, nonché amico intimo di Disney stesso, feci un provino per la casa di produzione americana 20 Century Fox: cercavano la voce italiana del giovane Rolf, che cantava insieme a Liesi la canzone 15 anni, quasi 16 nel film Tutti assieme appassionatamente, con Julie Andrews e Christopher Plummer. Anche in quel caso la parte fu mia.
Inoltre, la voce femminile di Julie Andrews fu quella di Tina Centi, mia cara amica, che doppiò la stessa attrice anche in Mary Poppins e altri cartoni firmati Disney.
Dopo queste esperienze ho proseguito il lavoro nelle Ferrovie, ma in ufficio non ho mai parlato della mia carriera musicale".liesl

Vedo tanti dischi di musica jazz 

"Sì, è un vero amore. Quando nel 1990 sono andato in pensione, ho fatto diverse tournée negli Stati Uniti dove mi sono esibito per alcune associazioni culturali italo-americane: una volta sono stato accompagnato al pianoforte da due assai noti musicisti, Ettore Stratta, direttore artistico della “Warner” e il maestro Mike Renzi, che ha collaborato all’album jazz di Lady Gaga e Tony Bennet “Cheek to cheek”, oltre ad essere l’accompagnatore del celebre cantante jazz Mel Tormè, poco conosciuto in Italia, ma per me fondamentale".

Ha preferenze nella musica italiana di oggi?

"Sono sincero, sono nato jazzista, non ho mai seguito la musica pop/rock italiana e internazionale, mi sono fermato ai Beatles e ai Rolling Stones.
Anzi, a proposito di Beatles, ti voglio raccontare un episodio carino. Era il 1960, ero in tournèe in Germania con un complesso di giovani, tra cui il pianista Franco Bracardi, poi diventato pianista al Maurizio Costanzo Show, con il quale condividevo la stanza durante la tappa ad Amburgo.
Una sera, dopo un concerto, alle 2 di notte, Franco mi disse di voler andare al Reeperbahn, fulcro della vita artistica della città.
Io, stanco morto, rinunciai e tornai in stanza, ma verso le 3:30/4, il mio amico mi svegliò, particolarmente entusiasta e stupito: “Franco, sono stato in un locale, il Lido, c’erano quattro ragazzi di Liverpool che fanno una musica straordinaria che non abbiamo mai sentito”.
Eh si, era tra i primi ad aver ascoltato i Beatles, che studiavano e suonavano ad Amburgo".

Ha mai pensato di andare a Sanremo?

"No, anche perché io non mi sono mai esibito in TV da giovane, sarebbe nata di lì a poco il mio esordio in radio; lo seguo Sanremo, ma credo sia diventato più un fatto di spettacolo che di musica.
La gente guarda molto al personaggio più che all’artista e alla sua arte: interessa la vita privata, come si veste, come si diverte, se è uomo, donna … Devo dire, questo fenomeno si è sviluppato in seguito ai miei inizi, quando forse era tutto più genuino".Foto pubblicitaria per la casa discografica RCA Italiana

Ha in programma qualche esibizione?

"A giugno mi esibirò a Villa Celimontana, il mio repertorio sono i classici della musica jazz degli anni ‘30/’40, sia italiani che americani. Finché le corde vocali mi accompagnano, canterò!".

Noemi Riccitelli 18/03/2019

 

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