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Giusy Versace si racconta a Caffeina Festival: “Con la testa e con il cuore si va ovunque”

Continua la passerella vip sui palcoscenici del festival viterbese, che si conferma essere terreno fertile alla promozione di opere artistiche: la presentazione dei libri appare, così, il giusto compenso per chi si è reso disponibile a farsi vedere soprattutto. Diverso, invece, è stato il clima che si è respirato lo scorso 28 giugno all’angolo di Senza Caffeina (spazio riservato alla cultura dei piccoli) nell’incontro, al Cortile dell’Abate, con Giusy Versace, passata alla celebrità dopo aver vinto l’ultima edizione del programma televisivo “Ballando con le stelle”, condotto da Milly Carlucci. Una partecipazione che stupì l’intera opinione pubblica, poiché la concorrente deficitava di entrambi gli arti inferiori. La presenza di Giusy Versace a Caffeina Festival non poteva che essere il migliore spot alla vita, di certo non da mercificare ma da sensibilizzare.
“Con la testa e con il cuore si va ovunque” è la sua biografia in cui si narra della drammatica vicenda che le ha sconvolto l’esistenza. Giusy, prima di quel maledetto 22 agosto 2005, era una donna in carriera, promettente nel campo della moda che il suo illustre cognome rievoca: e per lei gioia e dolore insieme di un brillante futuro. Fino a quando un brutto acquazzone le ha spazzato via sogni e aspettative; un attimo e le sue gambe non c’erano più. Per tanti, forse, avrebbe significato l’inizio della fine: così non è stato per Giusy Versace, la cui unica preoccupazione era vivere, in un modo o nell’altro. Un peccato mortale, invece, sarebbe stato per lei non accettare la seconda possibilità, chiudendosi in se stessa dalla forte rabbia e dal profondo rancore provato. Non c’era tempo per la disperazione perché Giusy prendesse coscienza della sua nuova condizione e tornasse a percorrere la sua strada, più grintosa e più determinata di prima.
La paura di morire l’ha fatta rinascere, l’ha resa una persona migliore - come racconta – entusiasta di godere di ogni singolo giorno donatole, così attaccata alla fede e alla forza di chi l’ha sempre sostenuta (la sua vera ancora di salvezza). Prendere di petto la sfortuna e trasformarla in possibilità è la sfida di Giusy Versace, che si fa testimonial di un messaggio chiaro e diretto: per cui senza gambe si può camminare, guidare, correre, ballare, andare al mare, senza vergognarsi di ciò che si è; significa vivere la disabilità con la normalità, senza preoccuparsi degli occhi indiscreti della gente perché, in fin dei conti, “siamo tutti un po’ curiosi”.

Simona Maiola 02/07/2015

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