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Futuri critici nella messa in scena

Gli allievi del Master di Critica Giornalistica alla classe aperta del regista Civica con gli allievi-attori del terzo anno di recitazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”.

Dopo l’incontro della scorsa settimana, ritroviamo il regista Massimiliano Civica, questa volta non nel classico tête-à-tête da intervista, ma direttamente all'opera con gli attori del terzo anno della Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” nell’ambito di un laboratorio intensivo di regia teatrale.
Inserita fra le occasioni di studio e approfondimento garantite dall'Accademia agli allievi del Master in Critica Giornalistica, quella di assistere a una dimostrazione-lavoro dello studio per la realizzazione di un piccolo testo comico tratto dai Dialoghi degli Dei di Luciano di Samosata, è risultata essere una possibilità di riflessione critica da esercitarsi “sul campo”, dall’altra parte della scena.
La formula è stata una sorta di prova generale prima del debutto:
in scena troviamo due alunni - Carbone e Parotto - e un'austera insegnante impegnati nelle interrogazioni e nel dialogo con i diversi dei di volta in volta presenti. Zeus, Era, Apollo, Dioniso e gli altri "grandi dell'Olimpo" entrano in scena, marcando fino all'esagerazione, i tratti tipici delle loro personalità. Da uno Zeus sempre alle prese con la gelosia della moglie Era, passando per un'Afrodite femme fatale, fino ad un Apollo sfortunato in amore. Una serie di gag comiche presentavano gli dei più imponenti e maestosi nei panni dei soggetti più improbabili. Nei due alunni, poi, era racchiuso il massimo dell'assurdo e della comicità grazie anche ai giudizi onnipresenti della professoressa espressi sistematicamente nelle sentenze "Carbone 2" e "Parotto bravissimo, 8!".
Con l'ennesimo insuccesso di Carbone costretto, per di più, ad avvicinarsi ad Apollo colpito dalle frecce di Eros si chiude la scena lasciando la risata degli allievi-spettatori risuonare fragorosa in aula. Questa è stato il massimo segno di gradimento e, dunque, anche il metro di giudizio della buona riuscita di ciò cui si stava assistendo. Infatti - come Civica ha ribadito nell'intervista della scorsa settimana a Recensito - è proprio nel rapporto fondamentale con lo spettatore che sta il significato del teatro e la sua stessa forza: «possiamo intendere il teatro come un incontro tra esseri umani» di cui attori e spettatori sono sicuramente i massimi rappresentanti.
L'incontro con lo spettatore vale sopratutto per i giovani attori. Tutti i ragazzi che fra poco si diplomeranno, dovranno fare indigestione di pubblico per poter esser veramente pronti per il teatro, poiché è solo nel riscontro con lo spettatore che sosteranno veramente quella che Civica definisce la "prova del nove" sulla riuscita della loro performance.
Grazie al breve tempo passato con Massimiliano Civica, gli allievi attori hanno dato prova di un approfonditissimo lavoro sui tempi comici, sulle pause, sui movimenti e sullo studio della battuta, anche la meno efficace. Anzi, è proprio lì dove la battuta è molto banale e frivola che l'attore dà prova della sua bravura. Così ha spiegato Civica al termine del lavoro, dicendo agli allievi-spettatori che il lavoro del regista – oltre a indirizzare gli attori sul testo e in scena - è anche fare in modo che, su quella stessa scena, il pubblico guardi proprio ciò che “deve” guardare.

Gertrude Cestiè 21/12/2015

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