Nella programmazione del Fantafestival 2015 è presente anche un sezione, molto ricca e variegata, dedicata ai Fantacorti, provenienti da ogni parte del mondo. Ne si citano qui solo alcuni, visionati nella giornata del 25 giugno. Il primo ad essere proiettato è stato l’italiano “Office Kingdom” in formato cartone animato, che rievoca i momenti inquieti dinanzi a uno sportello di un ufficio comunale: imbattersi nella burocrazia non è mai semplice ed anche per lei, l’impiegata, chiamata a svolgere una vera e propria missione. Il secondo è stato “Flesh” dalla Spagna, uno stravagante spot pubblicitario, forse alquanto irritante per chi ama vegetariano. Seduti al tavolo di un ristorante quattro signori stanno a guardare e ad ascoltare cosa propone loro il cameriere: pezzi di carne cruda di animale sarebbero l’effetto di un’anima pura e vegeta. Ha seguito, poi, “Sleepwalker” (sonnambulo) sulla scia degli incubi più bui del più noto “Nightmare”.
Tra il thriller e il grottesco è stato “Postpartum”, dove la protagonista Holly ha fatto “marcire” il suo neonato, segregandosi in casa. Le persone che hanno tentato di darle una mano sono state, letteralmente, imballate di cellofan e soffocate da quel mostro di donna, che tiene i lori corpi ammutinati nei suoi armadi. Sul filo della risata è apparso “The Peripheral”, dove la psicanalista Carol finisce per essere succube delle allucinazioni che combatte: l’alieno che prima aveva di mira il giovane Kenny, ora sta per prendere anche lei. Una macabra scoperta, invece, si cela dietro la drammatica vicenda dell’astronave spaziale Tautalus in “They will All die in Space”. In “Lightless” il buio fa paura ed è Monica a pagarne le maggiori conseguenza, nonostante l’aiuto di u neuropsichiatra.
Molto apprezzato è stato, poi, il corto greco “Inner Land” della regista Vivian Papageorgiou, presente nella sala 4 del cinema Barberini. Il suo film è ispirato alla crisi più politica che economica, esplosa nel suo Paese. Con una bella invenzione scenica Vivian ha voluto rappresentare il conformismo radicale, puntando l’attenzione sulla non arbitrarietà dei comportamenti, imposti in modo virale. Il rispetto delle regole è reso anche mediante scene di cannibalismo. Infine, altri due corti italiani: “Supercherry”, il videoclip, e “Figli di nessuno” nato da un progetto scolastico di Cinema Lab, realizzato dal liceo scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria.
Simona Maiola 28/06/2015