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Interessante e coinvolgente è “The Quiet Hour” al Fantafestival di Roma

Di: Stephanie Joalland
Con: Dakota Blue Richards, Karl Davies, Jack McMullen, Brigitte Millar, Zeb Moore.
Genere: thriller
Durata: 85’
Anno: 2014
Nazionalità: Irlanda


Non sarà certo la trama più originale degli ultimi anni in fatto di fantasy extraterrestre, eppure “The Quiet Hour” ha il potere di coinvolgere lo spettatore, anch’egli rinchiuso dentro quella casa che la protagonista deve difendere dall’attacco alieno.
Il quadro è quello di un’apocalittica Inghilterra, sotto assedio da parte di creature con scopi distruttivi nei confronti della nostra società. Sarah Connolly è la giovane proprietaria della suddetta fattoria, costretta a prendersi cura da sola anche del fratello rimasto cieco in seguito a un potente fascio di luce emanato dagli extraterrestri. Entrambi i loro genitori sono morti il giorno dell’improvvisa invasione. Ma un uomo entrerà ben presto nella vita dei ragazzi, un soldato inseguito da un gruppo altrettanto pericoloso di umani. Costoro sono gli assassini dei suoi affetti più cari, la moglie e la figlia; un dolore che perciò accomuna il militare ai due giovani. Barricati così dentro l’abitazione, nonché unica loro fonte di sostentamento, i tre saranno costretti a superare diverse prove per uscire illesi da quella situazione, talvolta riuscendoci, talaltra no.
Ben realizzato dal punto di vista della fotografia che non si svilisce in effetti speciali forzatamente sorprendenti ma preferisce lasciare più spazio a una sana immaginazione nelle scene cruciali. Nessuna componente splatter dunque, ecco perché il film si ascrive al genere thriller. Unico elemento scenografico di rilievo, che dà l’idea della presenza extraumana, è quella sorta di montagna con la punta rivolta verso il basso e “conficcata” nel cielo, il rifugio alieno da cui all’alba partono le navicelle e nel quale la sera fanno ritorno. “Da quando sono arrivati abbiamo solo due ore di tranquillità al giorno” dice Sarah nel corso della vicenda.
Tale espediente ricorda molto l’inquietante compagine aerea del film “La guerra dei mondi” di Steven Spielberg (2005) e appunto non introduce alcun elemento che non si sia già visto sulle modalità di invasione aliena. Ma è una pellicola comunque apprezzabile in quanto capace, anche grazie alla bravura interpretativa, di restituire quel pathos necessario a far entrare il pubblico nella storia.
 

Nicolò Vignati 29/06/2015 

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