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"Bota Cafè": una landa dimenticata dell'odierna Albania

Un film di Iris Elezi e Thomas Logoreci, con Flonja Kodheli, Fioralba Kyremadhi; Arthur Gorishti, Tinka Kurti, Alban Ukaj, Luca Lionello. Drammatico, durata 100', Italia-Albania 2014. Uscita sala 25 giugno 2015: distribuzione PMI e Istituto Luce Cinecittà.


“È un posto dimenticato da Dio”: detto trito e ritrito che come tutti i detti si misurano con l’inflazione provocata dal loro abuso. Ma mai come in questo caso pare azzeccato, perché “Bota cafè” ci parla di un microcosmo obliato, una landa dimentica dell’odierna Albania. Sorgono qui, in questo posto balcanico imprecisato, pochi palazzoni trasandati, popolati tutt'oggi da un pugno di famiglie esiliate durante il comunismo di Henver Hoxa.
In questo “nulla” c’è anche il “Bota” (tradotto letteralmente in italiano: “Mondo”), un bar vicino alle abitazioni; una sorta di scalo desertico, dove i centellinati incontri di passanti casuali si mescolano alle vite di chi il “Bota” lo gestisce: Ben, il padrone spregiudicato e famelico di denaro che ha fatto fortuna e abita «fuori», Nora la sua giovane maliziosa amante che resta incinta, e la taciturna e scrupolosa Juli, cugina di Ben, che si prende cura della vecchia nonna, sognando, un giorno, di evadere da quello squallore. L’intreccio delle loro vite, a cui subentra qualche “outsider” venuto da fuori, come gli ingegneri che stanno lavorando alla nascente autostrada a qualche km dal caffè, è un lieve telaio (forse troppo lieve) su cui innestare storie umane, baluginanti vizi, scrupoli, desideri, sogni e germogli d’affetti di una parte d’Albania ancora minata alle sue radici da un passato recente efferato: il totalitarismo politico.
Luminoso e inquadrato da un’eccellente fotografia, “Bota” è un racconto che tuttavia stenta a imporsi, soprattutto nella prima ora, crogiolandosi a tratti in dialoghi un poco stucchevoli (retti però sapientemente dagli ottimi attori), salvo poi impennarsi nel finale, incrementando il ritmo, regalando colpi di scena e terminando con una danza scalza nel deserto meravigliosamente poetica.

Mirko Vitali 18/06/2015

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