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Al “Sabaudia film fest” la comicità dolce amara di “Noi e la Giulia”

Presenti alla proiezione del film il regista Edoardo Leo e gli attori Luca Argentero e Anna Foglietta

Edoardo Leo, Luca Argentero e Anna Foglietta: questi sono stati i protagonisti assoluti della seconda serata del “Sabaudia film fest”. Accolti dal padrone di casa Franco Montini hanno introdotto e parlato del loro film in concorso “Noi e la Giulia”, uscito nelle sale nel Febbraio scorso. Una commedia forte, impegnata, che con toni leggeri riesce a far riflettere su temi importanti e molto attuali, in primis sulla criminalità organizzata, i suoi atti intimidatori e la sua capacità di distruggere i sogni delle persone oneste.
Da tempo il cinema ha cercato di trattare il tema della mafia, dai film di Rosi fino al recente fenomeno “Gomorra”, ma poche sono state le commedie che hanno affrontato un argomento delicato come questo. “Noi e la Giulia” è uno di questi rari esempi, in cui con un velo di ironia si riesce a riflettere e a ritrovare la forza di reagire difronte alle ingiustizie e all’illegalità.
Come specifica il regista Edoardo Leo, il film è una commedia corale, in cui fondamentale e’ stato il lavoro di gruppo. Centrale e’ infatti la forza dell’amicizia, del sostegno tra i protagonisti, tre falliti, Luca, Fausto e Claudio, che in fuga dalla propria esistenza e alla ricerca di un piano alternativo alla malinconica realtà dei loro giorni, decidono di aprire un agriturismo. Acquistano un casolare semidiroccato e lo ristrutturano. Al gruppo si uniscono poi anche Sergio, un cinquantenne indomito rivoluzionario, ed Elisa, una stravagante ragazza incinta.
Tutto sembra andare per il meglio fin quando, al volante di una vecchia Giulia 1300, si presenta Vito, uno scalcinato boss camorrista che pretende il pizzo. Stanco di subire, il gruppo reagisce: sequestra il camorrista e seppellisce la sua auto sotto terra, con conseguenze imprevedibili. La musica che fuoriesce dalla radio della macchina seppellita conferisce un alone magico all’agriturismo attirando numerosi clienti, ma anche altri boss. Il gruppo però non si lascia intimorire, non si arrende e affronta i vari criminali fino alla fine, fino al finale dolce amaro. Un finale appositamente aperto, come sottolinea il regista, per lasciare agli spettatori la libertà di trarre le proprie conclusioni, e in qualche modo dare una certa speranza. Di sicuro dalla visione del film rimangono innumerevoli insegnamenti tra i quali quello di lottare per i propri sogni e progetti ad ogni costo, o almeno provarci, perché fallito non è chi non riesce, ma chi non prova, di combattere difronte alle ingiustizie e alla criminalità, la bellezza del riciclarsi, reinventarsi sempre, cercare un piano b, e soprattutto la capacità di tornare a stringere i pugni come i neonati e riprendere in mano la propria vita.
Temi importanti, attuali, accompagnati da una comicità delicata, equilibrata, mai eccessiva, infatti afferma Argentero che nel film non è mai presente una risata gratuita, ma sempre pertinente e spontanea.
"Noi e la Giulia” si rivela quindi una perfetta commedia all’italiana, che riesce a fondere insieme elementi più seri con altri più leggeri, facendo sorridere e allo stesso tempo riflettere su problemi materiali ed esistenziali della nostra società contemporanea ed elevando a protagonista un’automobile, una “Giulia 1300”, come lo era stata la famosa “Lancia Aurelia B24” nel celebre “Sorpasso” di Dino Risi.

Maresa Palmacci 12/07/2015

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