Il Padiglione 9A dell’ex macello di Testaccio ospiterà, fino al 27 luglio, la nuova retrospettiva del fotografo statunitense, accompagnata da un’installazione sonora della sound artist Cobi van Tonder.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con ISTMO, l’esposizione è curata da Alessandro Dandini de Sylva e Marguerite Rossouw, collaboratrice storica di Ballen.
Il lavoro, frutto di oltre due decenni di ricerca, mette a fuoco il rapporto tra esseri umani e animali, all’interno di uno spazio che si configura come “un bacino psichico di forze archetipiche – morte, controllo, sacrificio”, le cui “pareti conservano energie che dialogano con la visione del mio lavoro”, riferisce Ballen. Una produzione di senso generata dall’osmosi continua tra le immagini prodotte – magnetiche e disturbanti – e l’architettura che le accoglie: un teatro dell’assurdo in grado di far dubitare del concetto stesso di umanità.
L’itinerario espositivo si sviluppa in tre ambienti: un’area luminosa occupata da 21 fotografie scattate tra il 1996 e il 2016; uno spazio oscuro e misterioso – quello del subconscio – illuminato in modo asincrono dalla proiezione di oltre 80 immagini tratte dai principali progetti di Ballen (Outland, Shadow Chamber, Boarding House, Asylum of the Birds, Roger’s Rats); un ambiente più intimo arricchito dalla video-animazione della serie The Theatre of Apparitions, sempre di Roger.
Si tratta di tre tappe di un viaggio nella psiche che fa dell’animale lo specchio dell’animo umano; ma anche di tre momenti della grande evoluzione artistica del fotografo, a partire da immagini documentarie che, gradualmente, si astraggono fino a dissolversi in costruzioni sceniche sempre più visionarie. Gli studi di psicologia concorrono ad ampliare il campo d’indagine di Ballen, classe 1950, di New York, che vive in Sudafrica da oltre 40 anni. Una lunga carriera che nasce col documentario ma che si apre a sperimentazioni sempre nuove, al limite con la performance e il teatro dell’assurdo, nel tentativo di ritrarre, in bianco e nero, l’impenetrabile mistero della subcoscienza collettiva.
Ludovica Maja 18/06/2025