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Sanremo 2016, ultimo atto: le pagelle a sei mani

Tra colore e musica, sketch kitsch e obbrobriosi coniugi Salamoia, il Festival di Sanremo ha bevuto sabato sera il suo bicchiere della staffa. Accompagnamolo all'uscita con la nostra pagella finale.

Carlo Conti, voto 8: a-a-bbronzatissimo, il Conti che presenta il Festival è il trionfo della semplicità che vince sempre, infatti si porta a casa 6,5 milioni di euro in attivo e mezza natica della Ghenea. Nota: può essere pure Ferragamo che lo ha vestito, ma il velluto effetto feretro non si può vedere.
Madalina Ghenea, voto 6: raffinata e bellissima, invece, la modella romena, ma quanto è magra la ragazza? In cima alla scalinata – ottima scenditrice – il pubblico si perdeva a cercare di delinearla tra luci e ombre. Sul primo abito, ahimè, si son già dette tante cose, l’animalier dovrebbe essere bandito, punto. "Amore, ci sono le gocciole".
Gabriel Garko, voto 2: il manzo piemontese è più ingessato del Mosè di Michelangelo. Se nella scelta degli outfit cade solo nel finale – completo bianco e papillon rosso? Anche no – cola a picco con la sua inadeguatezza alla diretta. Incapace di articolare le parole – la Ghenea a confronto ha la tessera dell’Accademia della Crusca – Garko non è un cavallo vincente e se doveva accendere qualche ormone, forse, era meglio optare per un cartonato. Le tube di Falloppio, a vederlo in difficoltà con il gobbo, si sono essiccate.
Virginia Raffaele, voto 10: se di primo acchitto la scelta di imbrigliarla in un solo personaggio per 4 ore poteva sembrare un suicidio, alla lunga paga. Sublime nei panni di Carla Fracci, epica nella parte di Donatella Versace, l'unica imitazione che sembra non riuscirle è proprio quella di Virginia. Bella e brava, incriticabile anche nella scelta degli abiti.
Annalisa, voto 5.5: canta bene un pezzo di per sé scialbo, come solo le professioniste sanno fare. Ottima scelta i vestiti lunghi, ma erano veramente necessarie quelle scollature profonde?
Arisa, voto 6.5: come cantante è senza dubbio più credibile che come valletta. Intonazione disarmante, ma "la preghierina a Dio" fa sanguinare gli occhi insieme al camicione grigio infeltrito con allungo trasparente. Forse la preferivamo quando era nerd.
Stadio, voto 8: ale oh-oh. Dopo due ultimi posti assaporano la gloria nonostante le corde vocali stanche di Gaetano Curreri. Il synt sul riff finale è da applausi, l'incipit del ritornello gasa tantissimo. La classe non ha età, chapeau.
Francesca Michielin, voto 9: è la cuginetta bella e brava che tutti vorremmo avere. Il pezzo con cui arriva seconda è semplice quanto efficace. Testo senza ghirigori, interpretazione gustosa e aria sbarazzina. Dopo l'azzardo della salopette, il vestito bianco della finale la fa sembrare un angelo, ma è con il bordeaux di venerdì che batte il banco degli outfit.
Irene Fornaciari, voto NC: voce sinusitica, interpretazione opinabile, pezzo enigmatico e, diciamocelo, molto poco orecchiabile. Finezza orchica. Perché insistere?
Elio e le storie tese, voto 7: i soliti guastatori, ma la loro presenza forse andrebbe più diluita nel tempo. La solita entità a sé, il solito colpo di genio, ma forse questo pezzo ci rimarrà un po' meno nel cuore. Se solo avessero gareggiato con la cover... camaleontici, stanno bene sia con il rosa che con il botox, comunque meglio riuscito di quello di Garko.
Alessio Bernabei, voto 5: chi? Ah già, l'ex frontman dei Dear Jack. Chi? Ah già, la band che ha vinto Amici (vedi sotto). Tutto ciuffo e dilatatore, pezzo da discoteca di Testaccio.
Dear Jack, voto 4: (vedi sopra). Voci rubate al raggaeton.
Valerio Scanu, voto 4: cambia look ma gli acuti non si capiscono lo stesso. Maria riprenditelo e ridacci quello di "Bravo, bravissimo". Il blu e il nero insieme valgono solo se sei interista.
Rocco Hunt, voto 4.5: assurdo come il ritornello "Wake up, wagliu'", tamarro come un finto Rolex d'oro più croficisso, occhiali bicolore alla Crudelia Demon, giacchetta uguale alla maglietta. Riprendetevi lui e ridateci Piccolo Lucio: a noi ci piac' 'a Nutell'.
Clementino, voto 5.5: pezzo convincente, prestazioni canore sufficienti, la sua apparizione è viziata dalla pessima versione di Don Raffaè. Costantino Della Gherardesca preghi per lui.
Dolcenera, voto 7: non è Paganini, si ripete. Grande estensione, tecnicamente impeccabile ma poco sorprendente. Eleganza rock al piano, ma anche meno Betty Spaghetti, ché non va più di moda.
Bluvertigo, voto 7: piazzano il pezzo migliore per musica, testo e stile. Il voto è la media tra l'ottimo arrangiamento e le deludenti performance di Morgan, che resta un affascinante ma polveroso vampiro.
Ruggeri, voto 8: è davvero un peccato che finisca giù dal podio. Tutta testa, Mastrolindo vestito di pelle, ma lo amiamo così com'è. Canzone trascinante, look impeccabile. "Parole, vestiti, canzoni e certe emozioni rapite". Che musica, maestro.
Caccamo-Iurato, voto 4: soprattutto se sul podio ci finiscono loro. I figliocci della Caselli sono la coppia peggio assortita della storia del Festival. Se lui se la cava, elegante dalla linea del naso a quella della giacca, la Deborah – no, non farà la portinaia – cade sul vestito senza spalline ma a maniche lunghe. Le trasparenze ingannano, tagliate la testa al sarto. Senza dimenticare il vilipendio a Pino Daniele.
Neffa, voto 6: il pezzo ha stile e melodia avvolgenti, ma lui è troppo smunto, troppo nostalgico, troppo naif, troppo Neffa. Il nonno di "Up" cerca ancora i suoi vestiti.
Noemi, voto 5.5: un po' retrò, malinconica, masiniana. L'interpretazione è ineccepibile, ma da lei ci aspettavamo qualcosa di più energico. Presenta un pezzo da encefalogramma piatto, senza emozioni. Azzarda dei vestiti scollati senza averne titolo.
Zero Assoluto: esatto.
Lorenzo Fragola, voto 4: se dovesse fallire come cantante, ha il cognome giusto per un testimonial di lucidalabbra. Canta "Infinite volte", ma forse ne bastavano meno. Ha l'aria da primo della classe, ma "sento come se hai paura" è la morte della grammatica.
Patty Pravo, voto 6.5: il sodalizio con il signore oscuro non le giova tanto, ma comunque non sfigura e si presenta con più voce di Fragola e Leiner Riflessi. La veste lunga con le paillette non si abbina con gli anfibi. Nota: se non sbaglia il vestito è la pettinatura, ma lei canta di trequarti quindi può tutto. Patty Pravo, amicizia lunga.

Daniele Sidonio feat. Antonio Savino e Angela Parolin 15/02/2016

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