Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 625

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 617

“Something about happiness”: il tempo e lo spazio di un ricordo

Danza, fisicità e delicatezza si combinano sin dalle prime scene in "Something about happiness", spettacolo di corda aerea e acrodanza ideato e realizzato da Amalia Ruocco, andato in scena il 17 febbraio nell'atmosfera intima e minimalista del teatro Furio Camillo.
Le invenzioni del videoartista vietnamita-emiliano Samuele Huynh Hong fanno da supporto alla drammaturgia dello spettacolo e sono lo spunto per creare atmosfere che ricordano molto da vicino lo stile di Tim Burton.
Dietro ad un paravento vediamo solo l'ombra dell'interprete, che sembra maneggiare la luce in una dimensione onirica, quasi surreale, mescolando piccole movenze libere, sciolte, a fasci di luce e proiezioni geometriche. Scompare il Somethingabouthappiness1paravento. Una cappelliera usurata è l'unico oggetto di scena. Da questa scatola viene fuori la protagonista, molto lentamente, quasi a rappresentare una sorta di risveglio. Non c'è fretta nei movimenti, ma tanta delicatezza che viene espressa dagli esercizi sulle corde nei quali comincia a prendere forma una sorta di riflessione interiore. Una poesia, di cui avevamo già visto degli stralci proiettati all'inizio, ritorna spinta da una sovrapposizione di voci registrate. Quelle parole sembrano risuonare, ricordare qualcosa a questa sorta di "Alice nel paese delle meraviglie". Un ricordo che in alcuni momenti sembra piacevole in altri incutere angoscia. Delle pagine vengono strappate e disseminate sul palco, e la spasmodica ricerca di una determinata frase impressa su questi fogli diventa ossessione, bisogno. Sulla corda si sviluppa con sempre maggiore intensità un crescendo dell'azione drammatica, con movimenti e figure ripetute più e più volte in modo sempre più veloce ed intenso, aggiungendo ma al tempo stesso sottraendo.
Tutta l'azione si svolge intorno a questa scatola che sembra rappresentare il mondo della protagonista al di fuori del quale prende forma il ricordo. Il tempo e lo spazio tendono a fondersi fuori dallo spazio scenico e il vacillare delle certezze è simulato dalle coreografie sulle corde. Rabbia, ingenuità e purezza del semplice dondolarsi, la forza da imprimere per arrivare ad un punto della fune sembrano la metafora del raggiungimento di uno scopo. Le corde diventano un'unica linea temporale che raccoglie sensazioni e emzioni: ricordi.
Lo spettacolo è molto intenso e al tempo stesso veloce, immediato, con continui chiaroscuri che nascono dal repentino cambiamento dell'azione. Viene da domandarsi quale sia la realtà e quale il sogno, quale interpretazione si possa dare ad un movimento posto in una dimensione indefinita.
L'interpretazione di Amalia Ruocco bilancia forza e grazia, coinvolge, impressiona e regala qualcosa allo spettatore senza mai essere scontata. Senza parole viene raccontato un attimo in un tempo che appartiene a tutti ma nello spazio che esplorano pochi.

Giovanni Recupido 20/02/2017

Serata Bigonzetti. L’omaggio all’umanità di un coreografo tutto italiano

Umano! È questo il termine che preferisco per descrivere il mio lavoro”. Mauro Bigonzetti, uno dei maggiori esponenti della coreografia italiana e ospite delle principali compagnie di danza sulla scena internazionale, così definisce non solo le sue creazioni ma anche se stesso. Il 18 e il 19 febbraio, il teatro Brancaccio ha ospitato un galà a lui interamente dedicato. Due serate all’insegna della vera danza contemporanea italiana che hanno fatto ritrovare al pubblico romano (accorso numeroso e giovanissimo) una qualità spesso dimenticata.
Lo spettacolo, diretto da Mario Marozzi, étoile del Teatro dell’Opera di Roma, lontano dai fini puramente estetici degli altri galà, ha voluto selezionare le eccellenze dei teatri e delle compagnie più quotati al mondo per omaggiare lo stile di un coreografo italiano e contribuire alla diffusione dei suoi lavori più rappresentativi. Evidentissima è stata, infatti, la matrice coreografica di Aterballetto, unica compagnia italiana stabile (al di fuori degli enti lirici) di balletto e danza contemporanea, di cui Bigonzetti è stato storico interprete e coreografo, nonché direttore per ben un decennio.Bigonzetti2
La serata si apre con un girotondo di tutti gli artisti, vestiti semplicemente con tessuti leggeri, tunichette trasparenti e body colorati. Si muovono lenti sulla particolarissima voce dell’italiano Vincenzo Capezzuto, che danzerà e canterà l’assolo “Vivaldi Project” in cui il canto e la danza fanno l’amore in un’atmosfera barocca. Valerio Longo, veterano di Aterballetto, danza “Incanto”. È questo un momento di fortissima espressività, sottolineata dagli sguardi magnetici dell’interprete. Italiano fino al midollo è anche il suo assolo “Il mio pensiero” sulle note di Ligabue, tratto dallo spettacolo “Certe Notti”. Con Longo lo stile del Maestro Bigonzetti è più evidente che mai nelle ripetute spirali delle braccia, nella potenza dei salti e nell’incontro tra fluidità e forza dei movimenti. Colpisce la straordinaria mimica di Adrien Boissonnet in “Ferma Zitella” di “Cantata”. È questa una delle opere più care a Bigonzetti, creata su musiche popolari del sud Italia che ricordano certe nenie di paese. In essa vi è la più tangibile rappresentazione del rapporto amoroso tra uomo e donna e delle sue evoluzioni. È una danza dal sapore mediterraneo, fatta di gesti e istinti selvaggi che, grazie all’interpretazione di Filipa De Castro e Carlos Pinillos (Companhia Nacional de Bailado) nel passo a due “Serenata”, diventa più viva che mai.
Bigonzetti3Il contatto fisico, che avvenga con la forza di una presa o con il tocco leggero di una mano, diventa qui essenziale. La coppia portoghese interviene ancora con “Passo continuo”, un secondo duetto amoroso che si prolunga in forti tecnicismi, alternando i momenti di solo femminili a quelli maschili, per poi ricongiungerli in un incalzante crescendo. I loro corpi si aggrovigliano e si respingono visceralmente, seguendo la musica seducente di una fisarmonica. A intervallare la forza terrena di queste creazioni ci sono, poi, due splendidi pas de deux nei quali si riscopre la bellezza della tecnica classica e l’uso delle punte.
Per Bigonzetti è un ritorno alle origini e alla sua formazione iniziale. Si tratta di “Kazimir’s colours”, eseguito con notevole tecnica e raffinatezza da Friedmann Vogel e Alicia Amatriain (Stuttgart Ballet), in cui le punte diventano ancora più affascinanti perché sostengono una tecnica che esce fuori dalle rigidità e dagli schemi accademici, ma ne mantiene l’eleganza e l’imprescindibilità. Sulla stessa linea classica si colloca anche il secondo pas de deuxCaravaggio”, interpretato da Elisa Carrillo Cabrera e Michael Banzhaf (Staatsballett Berlin). La bellezza della perfezione si lascia macchiare dai chiaroscuri del light designer Carlo Cerri che, soprattutto qui, dipinge con pennellate di luce le magnifiche linee degli interpreti. Scivolando l’uno nelle braccia dell’altro senza aver paura di sporcarsi, essi stessi diventano il quadro, l’opera d’arte di un artista idealizzato.
Si torna a piedi nudi con Linda Celeste sims e Glenn allen sims, dell’Alvin Ailey American Dance Theatre. In “Festa Barocca”, appositamente creato dal coreografo per la celebre compagnia statunitense, lo stile di Bigonzetti incontra la modern dance americana e la blackdance. I loro duetti atletici e divertenti culminano in movenze tribali alle quali si uniscono tutti gli artisti nel quadro finale. Così Bigonzetti porta la danza italiana nel mondo. Grazie alla sua formazione poliedrica, mette insieme la scarpetta da punta e il piede nudo, accosta corpi massicci e filiformi, mescola emotività fisica e forza tecnica. Il suo lavoro si costruisce tutto sul rapporto con i danzatori e sulle loro personalità. Dietro il coreografo emerge chiaramente l’uomo, fatto di carne e di sangue, con un cuore che pulsa attraverso i corpi dei suoi danzatori.

Roberta Leo 20/02/2017

Apre la Microsoft House a Milano

Microsoft House, uno spazio aperto alla collaborazione tra le persone, un luogo di confronto per aziende e cittadini sulle opportunità offerte dal digitale, un punto di riferimento per i giovani che vogliono sviluppare l’innovazione in Italia e un laboratorio per tutti dove sperimentare il futuro per la crescita economica e sociale del nostro Paese.

Apertura, collaborazione, flessibilità e innovazione sono i pilastri alla base della Microsoft House, la nuova sede di Microsoft Italia inaugurata il 20 febbraio a Milano in Viale Pasubio 21, nel dinamico quartiere di Porta Volta.
MH occupa il primo edificio italiano progettato da Herzog & De Meuron, affiancandosi a quello della Fondazione Feltrinelli. Un primo elemento che caratterizza la nuova sede è l’inusuale proporzione tra i piani e gli spazi per i dipendenti e quelli aperti al pubblico, equamente distribuiti. Studiata nell’ottica dell’apertura, dell’inclusione e della totale integrazione con l’ambiente esterno, risulta unica nel suo genere e riflette immediatamente la rilevanza che il valore dell’open innovation ha per l’azienda.
A confermarlo, nel corso della conferenza di presentazione, Carlo Purassanta, Amministratore Delegato di Microsoft Italia, che ha concluso il suo intervento dichiarando che, proprio sulla base di una maggiore apertura nei confronti di tutto l’ecosistema, la Microsoft House punta ad accogliere nel 2017 oltre 200.000 visitatori, 10.000 professionisti, 4.000 studenti e 1.000 dirigenti scolastici, con l’obiettivo di mettere a loro disposizione tecnologie, competenze, momenti di formazione e occasioni di confronto sulle opportunità del digitale.

Il trasferimento di Microsoft, che si inserisce nella cornice del progetto di valorizzazione dell’area di Porta Volta, contribuendo all’obiettivo di creare un nuovo polo di innovazione nel cuore e centro nevralgico del business di Milanomicrosofthouse, rappresenta un modello di azienda innovativo, fortemente ispirato dalle logiche di smartworking che contraddistinguono la filosofia di Microsoft, ma anche dalla volontà di rappresentare un punto di riferimento per i clienti, i partner, i consumatori, gli studenti di tutta Italia. Microsoft House sarà infatti uno spazio aperto alla collaborazione tra le persone, un luogo di confronto per aziende e cittadini sulle opportunità offerte dal digitale, un hub per i giovani che vogliono sviluppare l’innovazione in Italia e un laboratorio per tutti dove sperimentare il futuro per la crescita economica e sociale del nostro Paese.
Il progetto racchiude l’evoluzione dell’impegno che Microsoft Italia ha sempre avuto nei confronti dell’ecosistema con cui interagisce, testimoniato da numerosi progetti sviluppati nel tempo a sostegno di realtà diverse. Sono già 3.600 le start up supportate nel nostro Paese con 1.375 progetti d’impresa attivi, per un impatto occupazionale di 4.000 opportunità lavorative. Circa 6.500 sono le organizzazioni non profit che hanno beneficiato di donazioni tecnologiche per un controvalore economico del software pari ad oltre 67mila dollari. Nel complesso in Italia l’azienda ha un ecosistema attivo di 9.000 partner – parte del Microsoft Partner Network – per contribuire alla trasformazione digitale del nostro Paese. L’obiettivo della nuova sede è dunque di riuscire ad amplificare ed accelerare l’interazione e il dialogo con tutti gli interlocutori, per abilitare un percorso di crescita per l’Italia.
La centralità dell’Italia per Microsoft è testimoniata anche dall’attenta scelta dei materiali, dei sistemi e degli arredi, tutti rigorosamente “Made in Italy”. Dai top designer italiani fino alla scelta dei fornitori per finiture e impiantistica, Microsoft House è uno showcase della creatività, dell’ingegno e dello stile italiano.
L’edificio, con le 832 vetrate che aprono Microsoft House alla città, si sviluppa in sei piani fuori terra, di cui tre sono aperti alla città: lo Showroom, l’ampio spazio dedicato al grande pubblico, realizzato in collaborazione con Intel, aperto sette giorni su sette per tutti coloro che vogliano sperimentare le tecnologie Microsoft e le soluzioni innovative dei suoi partner, oltre che per tutti gli appassionati di gaming, che troveranno un’area dedicata con postazioni Xbox e dispositivi Windows 10 dalla potenza e dalle prestazioni grafiche ottimali, grazie ai processori Intel; la Digital Class, un ambiente multimediale dedicato al mondo Education, in cui studenti e docenti potranno scoprire e sperimentare le nuove frontiere dell’insegnamento per cogliere tutte le opportunità delle nuove tecniche per la didattica e promuovere la diffusione della cultura digitale; il Microsoft Technology Center, un centro esperienziale progettato come luogo di condivisione per fare vivere alle aziende, alle startup, ai professionisti, scenari d’innovazione abilitati da Microsoft e da Intel, e per aiutarli a comprendere come la tecnologia possa generare concreti vantaggi di business; The Loft, un ambiente riservato ed esclusivo, elegante e al contempo estremamente funzionale, pensato per ospitare eventi di rilievo e importanti momenti di business.

Read more at https://news.microsoft.com/it-it/2017/02/20/apre-oggi-a-milano-microsoft-house-il-nuovo-indirizzo-per-linnovazione-in-italia/#EFAWjgZHvPvZXJBV.99 

Fonte: Microsoft Italia

Pagina 82 di 129

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM