Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

“Completamente sold out”: la consacrazione pop dell’indie dei Thegiornalisti

Ott 22

Eccoli, li respiriamo fin dai primi venti secondi: i Thegiornalisti. Sono loro, sono tornati con “Completamente sold out”, quarto album che li conferma nello stile e nel merito. Undici tracce con le quali Tommaso Paradiso, Marco Rissa e Marco Antonio Musella continuano il loro percorso musicale che dal 2009 li vede insieme, in una direzione sempre meglio connotata e senza grandi scivoloni nelle pozze di fanghiglia che spesso costellano il sentiero artistico.
Nonostante siano infatti passati dal calesse del mercato di nicchia alla Mercedes del passaggio radiofonico mainstream con “Fine dell’estate”, singolo tratto da “Fuoricampo” (2014), i Thegiornalisti non perdono il loro appeal alternativo, forse perché oggi l’essere “alternativo” lo sta diventando sempre meno, inserendosi piano piano (e giustamente, e per fortuna) al centro della scena musicale cosiddetta nazionalpopolare. Il trio romano si è guadagnato un nuovo pubblico, un nuovo contratto (con la Carosello) e una nuova visibilità che poteva mal sposarsi con la sua originaria fisionomia da anima in spleen. E invece sono riusciti a non snaturarsi più del necessario, a non affogare la pigra vena malinconica che gli arrangiamenti elettronici e la voce riverberante hanno marchiato dal disco del 2014 in poi (i primi sono forse più su una scia alt-rock).
Il sound di “Completamente sold out” è quindi fedelmente il loro e si affianca a testi cresciuti e di una carica poetica fattasi di disco in disco più matura senza sbrodolarsi (troppo) addosso. Si parla d’amore, per tutto il disco e fin dal singolo che lo apre, “Completamente”, ma non certo quello delle favole in tutti i luoghi e tutti i laghi: quello geloso, tradito, spezzato e rabbioso. Poi c’è anche “Sold out”, piena di sogni e aspettative dedicata a chi va “senza una meta, senza una strada, con gli occhi lucidi e una sigaretta tra le tue dita di seta”. C’è il duro crescere e le riflessioni di “Tra la strada e le stelle” e “Sbagliare a vivere”. Ma tutte le canzoni sono comunque pervase da questo flusso di sentimento più o meno velato. Da “fatto di te” a “Vieni e cambiami la vita”, infatti, l’amore è un perno attorno a cui i semplici arrangiamenti ruotano, le rime si attorcigliano e i testi trovano compimento. È un fiume impetuoso e burrascoso ormai parte essenziale e pervasiva della loro poetica, almeno in questo album. Rendendoli forse un po' dei principi de noialtri, a cavallo di una Vespa con la rosa comprata dal bangla ma pur sempre azzurri? Forse sì, ma finché evitano troppo diabete e picchi di zollette di zucchero, ce li ascoltiamo volentieri, con i loro synth e ritmiche regolari che riempiono frasi melodiche pulite e memorizzabili, con le loro parole in loop elettronico dal tocco anni Ottanta.
Perché con il loro pop malinconico e romantico esprimono un doppio sentimento dentro al disagio giovanile, che sembra una frase fatta ma non lo è: sia la sensazione di essere rimasti incastrati in un’adolescenza indolente ed eterna, sia il desiderio di innamoramento semplice, diretto e per questo seducente, quello che tutte vorremmo vederci indirizzato e sentirci detto, bando alle ciance.
Paradiso si canta la sua sinossi: “Oh ascoltami devo dirti questa cosa. Voglio vivere una canzone, voglio viverla con te. Voglio sognare, stare male, e ascoltarla e stare male, cantarla e stare male, pensarti e ristare male”. Un album innamorato, della musica, di una donna, e pure di se stesso: e, da questi tre, completamente preso, pervaso, esaurito. Sold out, si potrebbe quasi dire.

Giulia Zanichelli 22/10/2016

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM