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#Rubik - Gita di fine anno a Rimini: la collezione di farfalle dei Blonde Redhead

Lug 29

Spiagge bianche e deserte, leggera brezza che accarezza il viso e mare azzurro e cristallino. Ecco cosa ci aspettavamo, lunedì 25 luglio, quando siamo partiti alla volta di Rimini per seguire l’ultima tappa estiva dei Blonde Redhead. Ma la movimentata città romagnola ha deciso di non sfruttare l’occasione lasciando nell’armadio il suo miglior vestito hawaiano. Così è toccato all’ormai navigato gruppo newyorkese trasferire baracca e burattini dalla Corte degli Agostiniani (suggestiva location a cielo aperto designata per l’evento) al palco del Teatro Novelli e a noi di rivedere le nostre convinzioni riguardo al romanticismo della pioggia estiva.
Nonostante l’inconveniente meteorologico, a darci un caloroso benvenuto nella platea stipata del teatro riminese è stato un giovanissimo quartetto d’archi, assoluto special guest della serata, composto da tre violini e un violoncello. Perché il tour che oggi riporta alla luce il già celebrato album del 2004, "Misery is a butterfly", vede Kazu Makino e i gemelli –Amedeo e Simone- Pace affiancati da un’eccezionale ensemble d’impronta classica, accorso per celebrare uno dei lavori più apprezzati del trio statunitense.
I tredici anni che hanno unito i Blonde Redhead non solo hanno permesso alla cosiddetta scena indie di prendere il via attraverso le prime produzione extra-majors ma hanno acceso di interesse le avanguardie del punk e del rock. Introducendo senza paura sfumature di pop e new wave, fino a farsi contaminare da un noise cupo e malinconico, hanno fuggito ogni possibile definizione di genere.
Fascino è l’unica parola che vorremmo vedere in calce al loro biglietto da visita: perché l’eleganza con cui regnano sul palco non è che l’attraente riflesso della musica che vi nasce sopra. «Isn’t perfect but there are all the feelings» sussurra la cantante a metà concerto. E noi possiamo garantire di esserci impregnati tanto di imperfezione quanto di sentimenti mentre l’ipnotica batteria di Simone Pace danzava con l’esotico timbro di Kazu Makino. Sul finale ci hanno regalato addirittura quaranta minuti di bis splendidamente impacchettati da tre inediti prossimi all’uscita.
Umidicci, pizzicottati ma tremendamente felici salutiamo il mare dei lidi adriatici e questo luglio dissociato. Hawaii, prima o poi, arriviamo. Promesso.

Elena Pelloni 30/07/2016

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