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Il sudore è fratellanza: Bandabardò live a Villa Ada

Lug 29

"C'erano state danze in riva al lago per brindare al sudore. C'era stato un profumo di menta, di ghiaccio e di liquore". È l'incipit di uno dei pezzi d'antologia della Bandabardò, ma è anche Villa Ada. Quasi come il gelato, la hit danzereccia un po' bruttina e il calciomercato, un concerto del circo toscano è ormai un classico dell'estate.
Partiamo da qui. Partiamo dal fatto che la band guidata da Erriquez un motivo per suonare lo trova sempre. Con coerenza, costanza, senza mai sbagliare e in un clima disteso. E con inventiva, perché salire sul palco da vent'anni a cantare gli stessi temi – sempre tremendamente attuali – e i brani più amati senza mai ripetersi – Erriquez attualizza "Bambine cattive" con Verdini, Salvini, i grillini e Renzini – non è semplice. E allora i mattacchioni hanno piazzato nel laghetto che bagna i fondali della Salaria una scaletta alfabetica: una canzone per ogni lettera, dalla A alla Z.
Dopo 1883 concerti la coerenza e la costanza ti premiano e ti consentono di attraversare diverse generazioni. Villa Ada è invasa da neo-maggiorenni, coppie agée un po' fricchettone in prima fila con la bimba sulle spalle. È lì che si mescolano applausi e spallate. È lì che si mescola il sudore e nasce la fratellanza. Bastano due canzoni e c'è già chi ha perso telefono e chiavi di casa, chi ha trovato una compagna di ballo per tutta la sera, chi sta lì semplicemente ad ascoltare. Bastano due canzoni ed Erriquez è già grondante fino ai pantaloni.
Le acrobazie alle corde di Finaz ipnotizzano anche il più forsennato dei pogatori, i balli buffi e la serietà con cui Greppi enuncia, narra e orna da vero cantastorie i brani sono lo zucchero del palco. E Ramon, in seconda fila, trama con le sue percussioni e fa impazzare la tromba con carisma impossibile.
Ai concerti della Banda si danza, si ride e si accenna un girotondo. Nel frattempo però si subodora ancora, quasi anacronisticamente, un po' di passione per il circostante, l'impegno, la voglia di lottare per i diritti calpestati che si traduce in folk da combattimento. Si subodora, quasi anacronisticamente, un po' di sinistra. La lettera enne è quella di Nizza, a cui la band dedica "Miele e tabacco" con un pensiero franco a chi quella fratellanza cerca di rovinarla, "rompendoci i coglioni". Alla pi c'è "Pedro", con cui Erriquez invita tutti a non abbandonare gli animali. Poi arriva il ricordo, sempre toccante, di Andrea Pazienza, "Quello che parlava alla luna". La Banda si mette in processione con l'umanità come Che Guevara, la cui immancabile aura si staglia alle prime note di "Tre passi avanti".
Quello della Bandabardò è un mondo che forse tutti vorremmo abitare, ma purtroppo è ancora tutto da colorare.

Video: https://youtu.be/8GBP7JwS7ik

Daniele Sidonio 29/07/2016

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