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Calcutta, I Cani, Marlene Kuntz: tre diversi modi di calcare il palco della Fiera della Musica

Lug 05

Sono le 20:30 di un afoso 2 luglio quando nella piccola città di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, la musica, proveniente dall’evento “Fiera della Musica”, interrompe il silenzio e l’ansia da pre partita. Un ragazzo, occhi chiusi e cappellino verde con visiera, sale sul palco e si avvicina al microfono. Calcutta è il suo nome d’arte e per un’ora buona suonerà i suoi pezzi a un piccolo gruppo di persone accorse sotto il palco. Alcuni lo conoscono bene e cantano con lui, altri, invece, si avvicinano curiosi, osservandolo mentre continua a cantare senza mai aprire gli occhi. Nessuna presentazione, troppo poco il tempo a disposizione e troppa la voglia di riempirlo con canzoni. La sua è un’esecuzione dal vivo che non conosce incertezze. Chi lo ha ascoltato alla radio o su cd ritroverà lo stesso timbro e la stessa pulizia nella voce. “Frosinone”, “Che cosa mi manchi a fare”, “Albero” e molte altre canzoni si susseguono con ritmo incalzante che mal si adatta all’aspetto di chi sembra essere salito sul palco quasi per caso, trovando per caso un microfono lungo il tragitto. Dopo aver ringraziato Azzano “X” (pronunciato in questo modo, forse per risparmiare tempo), parte l’ultima canzone, fdm02“Oroscopo”, sorta di finale agrodolce per chi ritiene quest’ultimo singolo una stortura rispetto i suoi precedenti lavori.
Cala il buio sulla piccola cittadina Friulana e l’oscurità pervade anche il palco quando Nicolò Contessa fa il suo ingresso insieme alla sua band. Le luci sono rare, molto spesso puntate verso il pubblico. I Cani sono delle ombre che si muovono velocemente e vorticosamente, mentre delle immagini proiettate su un grande schermo accompagnano le canzoni. A stupire è la capacità di innovare, di regalare allo spettatore qualcosa di nuovo e di insolito. Si respira energia e passione. Le canzoni nel live acquistano un altro sapore, coinvolgendo il pubblico che accoglie positivamente i mutamenti ritmici di canzoni come “Lexotan” o “Velleità”. Contessa convince e conquista anche chi, fino a quel momento, era ignaro dell’esistenza de I cani. Conquista per il suo modo di saltare sul palco, di cercare la folla e di volere con lei un contatto, anche fisico.
Ma l’emozione esplode quando Cristiano Godano, camicia bianca e pantaloni eleganti, fa il suo ingresso tra applausi e urla di approvazione. Le canzoni diventano un coro, cantate a squarciagola dai fan che, dimentichi dei calci di rigore, si lasciano trasportare dal rock dei Marlene Kuntz, forse la band più energica sul palco, a dispetto della loro “anzianità” rispetto ai due precedenti gruppi romani. Godano presta il suo corpo alla musica, quasi volendo dare peso e forma a ogni nota che sembra uscire direttamente da un afflato vitale e primordiale. Un ballo, una danza la sua, che a tratti si trasforma in sinuosa e sensuale, in altri esplode in maniera violenta e ribelle.
È l’una e il silenzio decreta la fine di 4 ore e mezza di musica. Sul palco si sono avvicendate tre differenti band che hanno saputo emozionare e conquistare il pubblico, in maniere e modalità completamente differenti. Un plauso all’organizzazione della Fiera della Musica che è riuscita a portare in una piccola città come Azzano Decimo, non solo grandi nomi del panorama italiano, ma anche qualità e passione, regalando agli spettatori una serata emozionante e, ammettiamolo, difficile da dimenticare.

Angela Ruzzoni 05/07/2016

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