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Vinyl, “This is the End”: la HBO blocca la II stagione della serie voluta da Jagger

Era partita con un ambiziosissimo pilot di quasi due ore e un budget da 100 milioni di dollari. Interessante il cast, con Bobby Cannavale nei panni del protagonista, grandiosa la colonna sonora: un'incursione nella storia della musica dei primi anni '70, nel passaggio epocale dai vetusti rockers, santoni ormai invecchiati, alla nuova ondata di sound “duro” e meno tecnicismo.
E, in fin dei conti, il progetto non poteva che essere monumentale, visto che nasceva dalla volontà di due divinità scese in terra: una dall'olimpo del cinema, l'altra da quello della musica. Martin Scorsese e Mick Jagger si erano incontrati a Londra nel 1995. Il frontman dei Rolling Stones aveva chiesto un appuntamento al regista di “Taxi Driver”. E incontro era stato: una scena che potrebbe far parte di un sequel di “Coffee and Cigarettes”. «Marty – aveva detto il dio della musica a quello del cinema – non sarebbe stupendo fare qualcosa ambientato nel mondo della musica?».Scorsesejagger
Sia fatta la loro volontà: vent'anni dopo ecco Vinyl, una discesa negli inferi del business musicale, una giungla dove si resta “incagliati” e l'animale più forte divora implacabilmente quello più debole. “Stranded in the Jungle” (incagliato nella giungla, appunto), intona David Johansen dei New York Dolls in uno dei brani della soundtrack.
Ma adesso la HBO ha deciso di fare dietro-front: con un comunicato ufficiale, diffuso qualche giorno fa, ha dichiarato che la serie tv ambientata nella New York della Factory e del Cbgb non avrà una seconda stagione, quasi senza addurre una motivazione, scrivendo che «non è stata una scelta facile» e chiamando in causa «l'enorme rispetto per il team creativo e il cast, per il lavoro che hanno fatto e per la passione che hanno messo nel progetto».
Niente più Richy Finestra, dunque, ennesimo bad man della serialità americana contemporanea, dopo Don Draper (“Man Men”), Walter White (“Breaking Bad”), Frank Underwood (“House Of Cards”), Dexter Morgan (“Dexter”): tutti individui ambigui, spietati o corrotti fino al midollo.
Quello che del disagiato discografico della American Century Records non aveva convinto il pubblico – rispetto ai suoi predecessori – è stata probabilmente la tendenza eccessiva a divenire un cliché, un personaggio senza evoluzione, uguale a sé stesso e a molti altri, monolitico e privo di sfaccettature. C'è un tempo, nella serie pensata da Jagger, in cui Finestra figura nei panni del vinylbravo ragazzo che ha come unica pecca la passione viscerale per la musica: ma è un tempo breve, relegato alla dimensione del flashback e subito soffocato da un alter ego senza scrupoli disposto a piegarsi alle squallide dinamiche dello show business. E che si ripete in tutte le dieci puntate, senza un sussulto, senza un guizzo improvviso.
Vinyl non è riuscito a essere all'altezza del proprio pilot, rock come un tetto che si sgretola fino a crollare per i decibel di un concerto, come lo schianto dello Zeppelin LZ 129 Hindenburg disegnato sulla copertina di un vinile. Quei 764mila telespettatori che in Usa avevano assistito, carichi di aspettative, all'esordio della serie di Jagger e Scorsese, si sono ulteriormente ridotti a circa 500mila nelle puntate successive, recuperando interesse solo alla fine, nella nona e decima puntata. E anche i media si sono mostrati alquanto tiepidi nelle recensioni di un progetto in grado di far parlare (bene) di sé solo prima che andasse in onda.
Un flop gigantesco per la HBO. David Lombardo, capo programmazione dell'emittente televisiva statunitense, la prende con filosofia: «Può succedere».
Se il licenziamento in tronco per divergenze creative di Terence Winter - già showrunner di “Boardwalk Empire” e dei “Sopranos” (nonché, per il cinema, di “The Wolf Of The Wall Street” di Scorsese), sostituito da Scott Z. Burns - non aveva fatto presagire nulla di buono, adesso è ufficiale: “This is end”, cantavano i The Doors.

Marta Gentilucci 27/06/2016

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