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In arrivo “House of Cards IV”: la guerra tra Frank e Claire

Ormai manca poco: in piena campagna presidenziale americana arriva la tanto attesa quarta stagione di “House of Cards”, il 4 marzo in anteprima sulla piattaforma Netflix e dal 5 marzo su Sky Altantic. E riparte proprio con la corsa presidenziale alla quale il protagonista, Frank Underwood, sta partecipando per continuare, incontrastato, a essere l’uomo più potente del mondo
Prodotta dal drammaturgo Beau Willimon e tratta dal romanzo di Michael Dobbs, la serie è un viaggio nei meandri del potere e dei suoi intrighi sanguinari e spietati: Frank Underwood, un superlativo Kevin Spacey, inizialmente capogruppo democratico di maggioranza alla Camera, comincia, nella prima stagione, la sua guerra personale contro il presidente degli Stati Uniti, riuscendo alla fine a spodestarlo. Le sue trame e i suoi spietati delitti lo porteranno sulla “vetta più alta del mondo” accanto alla sua amata Claire (Robin Wright), glaciale first lady.
La terza stagione si è conclusa, però, con il colpo di scena che nessuno si sarebbe mai aspettato: il legame inossidabile tra Frank e Claire si è spezzato; lei lo ha lasciato in tronco, sfinita dai suoi deliri d’onnipotenza. Sarà proprio Claire il nuovo avversario di Underwood?
Le aspettative sono alte dopo una terza serie “tiepida” in cui tutto si risolve in una continua e, a momenti noiosa, lotta di Frank per mantenere il suo status quo e vincere le elezioni del 2016. Il potere dal quale derivano grandi responsabilità ha come logorato questo personaggio: il sanguinario Underwood delle prime due stagioni, ha lasciato il posto ad un politico come tanti. È stato questo, forse, il punto debole della scorsa stagione, che pure contiene episodi significativi, come la surreale cena con il presidente russo alla Casa Bianca e il serrato dibattito tra i tre candidati alla presidenza per il 2016. Frank non è apparso più il personaggio che aveva conquistato il pubblico con i suoi spietati intrighi, degni della migliore tragedia shakespeariana, preoccupato tutt’al più di come diminuire la disoccupazione o di trattare per la pace in Medio Oriente con il presidente Russo Petrov (molto simile a Putin). Il raggiungimento del suo scopo nelle precedenti stagioni è apparso, invece, più avvincente perché imbevuto di violenza, sesso e continui colpi di scena: il piglio eccitante ha lasciato il posto ad un freddo e calcolato equilibrio “istituzionale”.
La serie, comunque, rimane un perfetto manuale di “mala” politica: pressioni, subdoli ricatti, trame internazionali, omicidi. Il mondo pilotato da calcolatori di professione: un libretto d’istruzioni su come la politica e gli interessi pilotino la società e la storia.
Con una formula accattivante il premio Oscar Kevin Spacey si rivolge direttamente al pubblico illustrando le sue intenzioni, le imminenti mosse e considerazioni personali. Lo spettatore diventa così complice delle calcolate e inevitabili decisioni del “Mangiafoco” della politica: come marionette imbambolate dal suo carisma anche i personaggi più scaltri e intelligenti si lasciano dirigere nelle sue studiate trame. Nessuno si salva nella tela imbastita da Underwood: tutti i personaggi hanno la coscienza macchiata da un demone personale che Frank farà ulteriormente scatenare. Fino alle estreme conseguenze. Non c’è posto per la misericordia e gli affetti. La coscienza è continuamente azzittita in nome dell’unico dio: il potere.
Ora che parte della forza di Underwood è venuta meno, non resta che attendere solo qualche giorno per assistere, a giudicare dalle dure parole che si sentono pronunciare da Frank nel trailer della quarta stagione, all’inevitabile guerra fra i due ex coniugi: “Tu non capisci, non dai valore a ciò che abbiamo raggiunto. Ho dovuto lottare per tutto durante la mia vita”.

Caterina Sabato 24/02/2016

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