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Teatro

Il Teatro ha un'anima e "Nel frattempo" ci parla
MILANO – In teatro, di solito, ci trovi degli attori, a volte dei danzatori, altre dei performer. Insomma qualcuno di vivo (si chiama infatti “spettacolo dal vivo”) che si muove, si agita, sta perlomeno, a tratti parla. Ma come fa una cosa ad essere viva (cosa e viva nella stessa frase solitamente stonano, qui no) se non è agita da nessun essere umano? Se sul palco proprio, come un Aspettando Godot, aspettiamo che si palesi qualcuno ma alla fine senti che non è stato importante, che le emozioni sono passate anche attraverso un mezzo “freddo”, che la scossa è stata…
Il teatrale diventa realtà virtuale: la nuova proposta del Teatro dell’Argine
La ricerca di nuovi strumenti e linguaggi artistici che attiva lo sguardo e la riflessione, soprattutto tra i cittadini più giovani, è sempre una fucina in continua elaborazione. È proprio quello che propone la nuova produzione del Teatro dell’Argine, a Bologna dal 18 al 27 giugno 2021, con “Il Labirinto”, evento post-teatrale in realtà virtuale. Lo spettacolo conclude “Politico Poetico”, progetto che, da due anni, è rivolto ai ragazzi e alle ragazze dai 14 ai 20 anni del territorio emiliano-romagnolo.La partecipazione alla performance avviene nei giorni indicati presso l’Istituto Aldini Valeriani, dalle 10:00 alle 22:00, con ingresso contingentato ogni 30 minuti. Ogni spettatore…
I "Muri" delle Ariette: faticosa conquista di felicità e consapevolezza, pace e serenità
MONTEVEGLIO – “La casa è il vostro corpo più grande. Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni”. (Khalil Gibran) Venire una volta l'anno su queste colline, tra queste pendici è un balsamo, un ricostituente, un correttivo alle nostre velocità, alle nostre piccole meschine competizioni, è un toccasana che riequilibra cuore e testa, è un respiro profondo dopo tanta apnea. Qui i corpi non sono soltanto volumi da spostare per riempire i vuoti, ma sono occhi e mani e bocche, per ridere e parlarsi, qui non siamo numeri, non facciamo ingorghi o code.…
Festen: la verità tragica e la rimozione
TORINO – Nessuno in Italia lo aveva ancora messo in scena mentre in Francia, Germania, Londra, e soprattutto Scandinavia, è diventato un cult, un classico, sebbene la pellicola sia del 1998, quindi relativamente vicina nel tempo. “Festen” (vincitore a Cannes) incute timore solo al pensarlo, timore nella trasposizione dalla celluloide al palco, timore nel riproporlo troppo simile al film, timore nel cercare il naturalismo che la macchina da presa può produrre e che il teatro, necessariamente, deve cercare di declinare nel metaforico, nel simbolismo, nel non-detto. Se vogliamo tutta la violenza psicologica espressa dal testo è una miniera d'oro per…
Elio Germano resuscita Pirandello: lo spettatore è dentro il film teatrale
FIRENZE – Non chiamatela “realtà virtuale” e nemmeno “realtà aumentata”. Di contro nemmeno spingersi fino al definirla “interattiva”. La giusta chiosa potrebbe essere “immersiva”. Già perché l'esperimento di Elio Germano con questo suo adattamento (e regia), trasformando il pirandelliano “Così è (se vi pare)” nel contemporaneo “Così è (o mi pare)”, immette e inserisce proprio lo spettatore all'interno della scena. Ma andiamo per gradi. Avevamo già avuto la possibilità (la scorsa estate al Festival Mercurio ai Cantieri della Zisa a Palermo) di poter toccare con mano (e con occhi soprattutto) la creatura di Elio Germano e Omar Rashid nello spettacolo…
“'A cirimonia”: Vetrano/Randisi, alla ricerca del ricordo della felicità
CATANIA – Quando il mare tempestoso, tumultuoso e irruento dalle onde che spezzano velieri (la scrittura di Rosario Palazzolo) incontra una corrente placida e calma (la grazia e la raffinatezza del duo storico Vetrano/Randisi: a proposito, non sarebbe l'ora, dopo cinquant'anni di carriera, di assegnargli un Premio Ubu alla Carriera?) quello che si forma sono schiuma e flutti in un incastro imprevedibile e dai colori e risvolti inaspettati. Due mondi che nascono dallo stesso ceppo antropologico, la Sicilia, che hanno le radici nelle stesse fondamenta, Palermo, ma che, per anagrafe, impostazione ed esperienze dissimili, li hanno portati su strade differenti…
Quell'articolo indeterminativo per trasformare le nostre tragedie quotidiane ne “La Commedia”
PADOVA – In questo anno dove ci dobbiamo e dovremmo sorbire Dante Alighieri in tutte le salse e le posizioni, in tutte le versioni e le traslazioni (è giusto festeggiare una morte?), l'operazione del Teatro Stabile del Veneto è tra quelle che abbiamo accolto con più calore per l'originalità, la sperimentazione, l'audacia. Tre grandi giovani drammaturghi nostrani, un regista di indubbia fama e abilità (Fabrizio Arcuri), i neo diplomati dello Stabile per un approccio diverso alla Divina Commedia, declinata al contemporaneo. I tre autori, Fausto Paravidino per l'Inferno, Letizia Russo per il Purgatorio e Fabrizio Sinisi per il Paradiso, hanno…

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