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Un quotidiano non si fa in un giorno solo: il ritorno de "L'Unità"

Il 30 giugno, dopo 11 mesi, è tornata “l’Unità” nelle edicole (diretto da Erasmo D'Angelis). Il giorno dopo, metabolizzato il primo numero, il giornale si è aperto dando spazio a iniziali osservazioni e analisi di questa nuova iniziativa editoriale.
Il giornale fu fondato da Antonio Gramsci nel 1924 ed è, attualmente, profondamente legato all’attuale Partito Democratico. PD, che fino agli ultimi periodi del 2014 (“l’Unità” uscì in bianco col suo ultimo numero il 30 luglio dello scorso anno) ne offriva l’abbonamento online ad ogni nuova tessera (o rinnovo) del Partito fatta online.
Dando sì un benefit (ad un prezzo stracciato) per ogni tesserato, ma operando forse poco saggiamente sotto i profili della sostenibilità economica, dell’immagine e della diffusione della testata.
Ora, il PD, sembra crederci di più. A partire dal sostegno dato dopo la chiusura, fino alla lettera del 29 giugno di Matteo Renzi agli iscritti, aperta con “da domani l’Unità torna in edicola. Era un mio impegno personale, oggi è una promessa mantenuta” e chiusa con “L’abbiamo riportata in edicola. Adesso tocca a tutti noi averne cura”.
Dal primo giorno del “nuovo corso” dalle 140.000 copie vendute, in poco più di 20 pagine “l’Unità” riesce a fornire panorami nazionali ed internazionali, con ricchezza di foto a colori, puntuali descrizioni e “non casuali” evidenziazioni di testo e appunti che sembrano fatti a mano, come se si aiutasse il lettore a prenderne a sua volta o a parlarne.
Si apre con il “Tema del giorno”, poi segue la rubrica “Focus” che è dedicata a una tematica specifica anche di tono internazionale, e si continua con “Dialoghi”, riportante conversazioni anche sui social di diversi esponenti politici e personaggi (a seconda del tema).
Segue “Primo Piano”, dove le pagine sono dedicate ai temi caldi (dalla crisi Greca all’Enciclica “Laudato sì” del Papa per esempio) e poi troviamo “Report”: si occupa di inchieste e indagini, mentre “Mondo”, subito dopo, è una finestra appunto sullo scenario mondiale.
Infine “Radar” (che per sottotitolo alla sezione riporta: “sensibile alla cultura”), sostituisce la colorata sezione cultura dell’edizione “vecchia” de “l’Unità” e con un uso di caratteri e grafica ben combinati, infondo non risulta “la solita rubrica di cultura”.
Chiude “La pagina”, che nel primo numero riporta il sottotitolo (e le vignette) “di Sergio Staino”.
L’orientamento multimediale e social (già da titolone della prima pagina #AntimafiaCapitale a mo’ di hashtag di Twitter) e la grafica che si avvicinano alcune pagine Pinterest o Instagram, si ritrovano anche nel sito internet.
Non è più www.unità.it, ma http://www.unita.tv/, ricco di video, approfondimenti e contenuti editoriali facilmente fruibili, visionabili sotto forma di bacheca che mostra in cima i contenuti più aggiornati, in un continuo divenire. “Unità TV” sembra proprio andare a sostituire “YouDem”, il portale del PD tramite il quale venivano trasmessi streaming, visualizzati video e contenuti relativi al Partito. Si creerà così un portale unico, smorzando da una parte la possibilità che c’era di aprire blog e spazi personali e dall’altra facendo una iniezione di autorevolezza e pluralità ad un nuovo canale.
Il sito, usando sempre quel lessico adottato nel formato cartaceo a metà tra quello della comunicazione e dell’ingegneria, propone contenuti organizzati soprattutto sotto 5 grandi categorie.
“Focus”, che come “l’Unità” in edicola presenta approfondimenti (anche video) su argomenti nazionali e internazionali. “Scintille” offre, sopra ad alcuni link ad articoli e rimandi social, brevi “pillole” di testo, solitamente commenti e pensieri, condivisibili direttamente online. Brevi frasi talvolta della lunghezza di un Tweet, molto simili agli “aforismi” tanto in voga su Twitter: è il lato più dichiaratamente “social oriented” del sito.
“Interviste” si occupa appunto di quello che parla nel titolo, raccogliendo molti contributi video, presenti anche in “Opinioni” dove però ci sono molti più caratteri e ogni sezione sembra avere le caratteristiche da spazio personale/blog di chi scrive. Infine “Sonar” riporta le attività su Twitter del profilo ufficiale della testata e del mare che lo circonda e la interessa.
La campagna abbonamenti iniziata col motto “Abbonati al cambiamento. Siamo cambiati ma pronti come sempre a raccontare la vita del nostro Paese” rispecchia quindi i contenuti, evidenziando l’esclusività del “giornale di carta” lasciata alle edicole. Nessun abbonamento che preveda tale formato è acquistabile.
In fondo il formato cartaceo è come l’uomo, se ha ragione d’esistere, non è spacciato.

Federico Catocci 01/07/2015

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