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Popsophia, quando il pop non è un demone: a Fermo la prima di Philofiction

“ma pensa se le canzonette me le recensisse Roland Barthes!” (Francesco Guccini, Via Paolo Fabbri 43)

Mozart era pop. Aristotele si interessava alla forma più pop della sua epoca, la tragedia. Anche Platone può essere pop. Anche Catullo, Barthes, Proust, Eraclito e Saffo possono essere pop quanto Battisti, Grey’s Anatomy, CSI e Sex and the City. Una volta tanto “pop” non è un demone da esorcizzare. Anzi, è un universo da impastare con le fondamenta del pensiero. È l’assunto base di Popsophia, collettivo nato nel cuore delle Marche che cerca di diffondere la filosofia del contemporaneo collegando l’argomentazione e la riflessione filosofica ai fenomeni di massa.
Da una parte il popolare, quel prodotto caratterizzato da una larga diffusione, nato e pensato come oggetto commerciale. Dall’altra l’attività di pensiero per eccellenza, la philo-sophía. Pratica non recente, a dire il vero, perché già nel 1977 Gilles Deleuze nelle “Conversazioni” teorizzava la possibilità di fare “pop’ philosophie”. Popsophia, diretto dalla maceratese Lucrezia Ercoli, mescola il raziocinio con il mondo dell’audiovisivo, snodando una fune ben spessa di immagini stridenti e comparazioni ardite, ma estremamente affascinanti.


Un esempio tangibile e riuscito è stato quello di Philofiction, rassegna di tre giorni dedicata alla filosofia delle serie tv, prodotto popolare per eccellenza ma ormai sempre più consolidata forma d’arte narrativa. Dal 6 all'8 ottobre filosofi, giornalisti, avvocati, sceneggiatori e registi si sono accorpati nella silente cornice di Fermo all’interno del sontuoso Centro Congressi San Martino per dialogare di questioni estetiche e professionali rappresentate nelle serie tv, cercando di rendere più esplicito il rapporto, sempre più intercambiabile nelle ultime generazioni, tra finzione e realtà. Di particolare interesse in questo senso l’incontro dell’8 ottobre con il medico legale Mariano Cingolani, utile a comprendere quanto e come una professione influenzi e venga influenzata dalla serialità. Dal tecnicismo alla suggestione, dalle acquisizioni di prove ai dati investigativi fino ai casi mediatici, in una sottilissima linea che divide il mestiere reale da quello creato per lo schermo.
“È arduo combattere contro la passione d’amore: ciò che vuole lo compra a prezzo del soffio vitale”. Frammento eracliteo che Simone Regazzoni ha accostato, durante il suo intervento, alla catastrofe amorosa messa in scena da Grey’s Anatomy, il cui nucleo filosofico si sviscera da Shakespeare per arrivare al romanticismo e ai romanzi di Jane Austen, secondo Cesare Catà. Dall’identità messa in discussione dall’esistenza dell’altro allo thymos, anima emozionale, passione che distrugge letteralmente gli innamorati, gettati nell’eterna lotta tra vita e morte.
La tre-giorni si è conclusa con lo sconcertante concerto a metà tra Lucio Battisti e Sex and the City. Obiettivo? Tracciare una linea della filosofia dell’amore tra due prodotti così diversi. Spettacolo filosofico-musicale stridente come rebbi su un piatto, ma piacevole, bizzarro ma curioso. È un corpo a corpo con la materia, come si fa con i libri, come si fa con il pensiero. Riflessione, decostruzione, gioco mentale mai precostituito, intenzione forte di sfondare i muri e le nicchie accademiche e un certo integralismo intellettuale di matrice pasoliniana al fine di formare – la tre-giorni rilasciava peraltro crediti formativi per l’Ordine forense, per gli insegnanti e per gli studenti – ampliando l’elasticità filosofica alle dimensioni spropositate della cultura di massa.
Popsophia è una pratica di montaggio paratestuale, intertestuale, addirittura intersemiotica. Popsophia si inerpica, ben imbracata, in sentieri poco battuti, in crocicchi culturali estremi. Sperimenta e provoca consciamente e volontariamente, mescola sapientemente, funziona e sorprende maledettamente, come guardare – e provare a esporre – la faccia nascosta del sole. Grafica accattivante, idee precise e intriganti: Popsophia può – deve – diventare un marchio su scala nazionale (all’estero, ça va sans dire, la pop-filosofia è un fenomeno già affermato).
Per il momento è una coccarda rossa appesa vicino alla scrivania.

I prossimi appuntamenti di Popsophia:
-“Cinesophia”, la popsophia del cinema: Ascoli Piceno 11-13 novembre
-“Biumor”, la filosofia dell’Umorismo: Tolentino 2-4 dicembre

Foto: Cecilia De Dominicis

Daniele Sidonio 11/10/2016

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