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Gli allievi dell’Accademia “Silvio d’Amico” incontrano Lino Guanciale: ironia e passione di un attore impegnato

Dopo Silvia d’Amico, Fabrizio Gifuni e Lucrezia Guidone anche Lino Guanciale è passato per la Sala Moretti del Teatro dell’Orologio per incontrare tutti i protagonisti di Festival ContaminAzioni 2016 e condividere, da ex-allievo dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, qualche pillola della propria esperienza formativa e professionale.

Ironico e appassionato Lino Guanciale: diplomato nel 2003, degli anni da allievo ricorda un buffo e giovane ragazzino alle prime armi, che poi sarebbe diventato abile a sfruttare le occasioni di realizzazione professionale che il percorso di formazione gli avrebbe garantito. Il ricordo più sentito lo concede a maestri come Pino Passalacqua, Mario Ferrero, Lorenzo Salveti ma soprattutto Marisa Fabbri con il rimpianto di non averle rivolto all’epoca le molte domande che oggi, col senno di poi, avrebbe voluto farle.

La consapevolezza di tali incontri e delle opportunità arrivò – ammette - solo una volta fuori dal contesto accademico e scolastico; un percorso che considera fondamentale per la crescita personale e anche per la formazione professionale, nonostante i limiti, che vi sono nel rapporto tra il mondo dell’istruzione e il mercato del lavoro.

Lino Guanciale si è rivolto ai ragazzi con il consiglio di continuare a impegnarsi con passione e versatilità per non fossilizzare o ingabbiare le proprie capacità attorali e il senso ultimo del proprio lavoro. Molto impegnato negli ultimi anni nelle serie televisive della rete nazionale, lo vedremo presto a teatro nei panni di uno dei protagonisti di “Ragazzi di vita” di Pasolini per la regia di Massimo Popolizio al Teatro Argentina (in scena dal 26 ottobre). Testimonianza, dunque, di quanto nel mestiere d’attore sia possibile riuscire a rivestire più ruoli, spesso totalmente distanti e di registro diverso.

Dopotutto una scuola come l’Accademia ha la funzione fondamentale di rendere un allievo capace di disciplinare “il mestiere” nei diversi ambiti di esecuzione.
Il teatro rimane la sua vera e grande passione: in un viaggio che va dal debutto al Globe in “Romeo e Giulietta” per la regia di Gigi Proietti al rapporto lavorativo e personale con Claudio Longhi, fino alla consapevolezza di fare del teatro un impegno quotidiano su diversi fronti, occupandosi anche di formazione con il suo gruppo teatrale, Lino racconta le molte sfaccettature della sua carriera, passando anche per il lavoro svolto con Ronconi per le “Olimpiadi” e quello con la Compagnia di Franco Branciaroli.

Terminato l’incontro, non senza il rammarico di chi avrebbe ascoltato ancora, si ha la sensazione che le storie, miste ai ricordi e ai consigli, siano giunte dritte al cuore dei ragazzi che, entusiasti, escono dalla sala rivolgendogli ancora tante domande. Anche questo, dunque, è spirito di “contaminazione” in cui passato e presente si ritrovano a dialogare per creare un teatro migliore.

Gertrude Cestiè 6/10/2016 

 

 

 

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