Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione e rispetta la tua privacy in ottemperanza al Regolamento UE 2016/679 (GDPR)

                                                                                                             

Le antologie, il Tenco, Richards, Weller, i Blur: un anno di musica

Dic 30

In attesa di un 2016 che sarà aperto da "Blackstar", 26esimo disco di inediti firmato David Bowie, si chiude con luci e ombre un 2015 che ha visto l'ormai consueto trionfo di vendite del pop e dei fenomeni post talent, che dopo l'incubazione sotto il giudizio insindacabile dello schermo – non ce ne vogliano i vari Giò Sada (si scrive staccato, pare) & co. – sono sbarcati al Festival di Sanremo vinto da Il Volo. Ecco, basterebbe questo – insieme a "Lorenzo 2015 cc" di Jovanotti come album più venduto – per incorniciare l'anno musicale nostrano, ma se la rassegna sanremese non ha regalato grosse emozioni – famiglia Anania esclusa – qualche episodio felice sopra i riflettori c'è stato, qualche perla che è sfuggita al tran tran radiofonico e al marasma discografico 2.0.
Il 2015 è stato senza dubbio l'anno delle gigantologie. A partire dal cofanetto "Tetralogia degli elementi", raccolta dei 4 album pubblicati dai Litfiba dal 1990 al 1997, unita a un dvd del Terremoto tour 1993. E poi "Anthology – Le nostre anime", che Franco Battiato celebrerà con un tour in duo con Alice, e "Se io avessi previsto tutto questo: gli amici, la strada, le canzoni", memoralia di Francesco Guccini accompagnato da un libricino di commento dello stesso autore. Tra versioni 'da mutua' ed edizioni super deluxe, non è roba nuova, ma è sempre un piacere per le orecchie e per la propria disco-teca.
Nuovo è invece "De Gregori canta Bob Dylan – Amore e furto", dove un maestro traduce e interpreta il suo, di maestro. Francesco De Gregori canta e riscrive Dylan con amore ma in realtà senza furto perché, come diceva De André, "quando un autore non è abbastanza in vena per assumersi l'onere e la responsabilità di un'opera in proprio, è bene che traduca altri colleghi che si esprimono in lingue diverse dalla nostra: si raggiungono nell'immediato due scopi sicuri, quello di esercitarsi e quello di mostrarsi anche soggettivamente umili". Insomma nessuna ruberia, solo musica e poesia.
Come quella incisa da Fausto Mesolella e Stefano Benni, due amici che hanno deciso che era l'ora di chiedere all'ascoltatore di fermarsi e 'leggere' un disco. Con "Canto Stefano", uscito il 22 aprile, il compositore Avion Travel mette in musica 12 componimenti dello scrittore bolognese in una varietà di stili avvolgente: è uno degli esperimenti più interessanti dell'anno, peccato esserselo fatti sfuggire.
A proposito di esperimenti, il 2015 è stato l'anno del doppio disco dei Verdena. Ma non l'avevano già fatto nel 2011 con "Wow"? Sì, ma questa volta hanno separato fisicamente i due cd: "Endkadenz vol. 1" è uscito il 27 gennaio e "Endkadenz vol. 2" il 28 agosto. La prima parte è finita nella lista dei migliori album del Tenco, con "Alieni fra noi" e "Un po' esageri" tra i migliori brani. Il lavoro dei Verdena è denso nei testi e pieno di note e di strumenti nella musica, che spazia dai toni dark a melodie più allegre. È un disco rock.
È stato l'anno di chi ha "L'abitudine di tornare". Si intitola così l'ottavo disco di inediti di Carmen Consoli, alla ribalta a 5 anni da "Per niente stanca". Successo notevole sia di pubblico che di critica, l'album della cantautrice catanese è giunto tra i finalisti delle Targhe Tenco (battuto da "Il mio stile" dell'ex La Crus Mauro Ermanno Giovanardi, per la cronaca) e ha portato diversi brani nella lista dei migliori pezzi: "La signora del quinto piano", "Esercito silente", "L'abitudine di tornare", "Sintonia imperfetta".
Poi il 30 ottobre è arrivato "Maximilian", l'alter-ego di Max Gazzè, tornato nella veste più onirica dopo il successo amicale con Daniele Silvestri e Niccolò Fabi. Certo, per tastare il polso al disco bisognerà attendere il tour che partirà il 30 gennaio, ma il singolo "La vita com'è" è stato, è e sarà tormentone vero.
Usciamo dalla finestra italiana e affiamoci al balcone, dando uno sguardo al panorama estero. Tre i progetti più vivaci: "Currents", terzo album degli australiani Tame Impala, un titolo che rende perfettamente l'idea di un lavoro "corrente", fluido e fluente, ben rappresentato da una copertina da psichedelia anni Novanta; "Crosseyed Heart", terzo disco solista di Keith 'Riff' Richards (i primi due datati 1988 e 1992), in cui si percepiscono l'esperienza e la sapienza del settantenne chitarrista degli Stones, che spazia dal blues al rock con disarmante facilità; "Saturns Pattern", dodicesima meraviglia di Mister Brit Paul Weller, che continua a macinare rock in compagnia di influenze velate, dalla psichedelia di Who e Tame Impala alla composizione beatlesiana, fino all'incisività dei Velvet Underground. Un album di caratura elevatissima.
Se si parla di brit non si può non citare due che negli anni Novanta si sono fatti la guerra e che hanno ancora voglia di sfidarsi – molto più benevolmente – a suon di buona musica. Se "Chasing Yesterday" di Noel Gallagher è una sorta di conferma che sì, gli Oasis sono il passato ma la penna è quella lì e l'inchiostro non è ancora finito, "The Magic Whip" è il nuovo astuccio un po' filorientale – è nato a Hong Kong – un po' beatlesiano dei Blur di Damon Albarn: si tratta infatti del primo disco della band dopo la reunion del 2008.
A proposito di cofanetti e antologie, il 2015 è stato l'anno di "The Ties that Bind: The River Collection", mastodontica enciclopedia di Bruce Springsteen: 4 cd, 52 brani, 3 dvd contenenti oltre 4 ore di immagini mai viste. Una retrospettiva vera sul Boss firmata dal Boss, che ha regalato a fan e collezionisti una panoramica sul periodo di produzione e registrazione dell'album che lo ha consacrato, "The River" (1980).
In attesa di un 2016 che vedrà tornare sugli scaffali U2, Elton John, Skunk Anansie e persino Jeff Buckley – in Italia Bluvertigo, Marlene Kuntz, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Brunori SAS, Samuele Bersani, Capossela, Zen Circus e tanti altri – il 2015 musicale è partito demoralizzato dalla scomparsa di Pino Daniele ed è andato via – vuoi per la morte dei King B.B. e B.E., vuoi per quella di Scott Weiland e Lemmy dei Motorhead, vuoi per lo choc degli Eagles of Death Metal al Bataclan – forse, un po' in minore. Così è se vi pare.

Daniele Sidonio 30/12/2015

Libro della settimana

Facebook

Formazione

Sentieri dell'arte

Digital COM