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Il “Dark Circus” degli Stereoptik a Romaeuropa

Ott 23

L’uso dell’inchiostro nero dei francesi Stereoptik, musicisti e illustratori Romain Bermond e Jean-Baptiste Maillet, riporta alla memoria i primordi del cinema, il teatro delle ombre e un interessante universo fiabesco, abitato da circensi, leoni, danzatori e acrobati. Il loro "Dark Circus", sul palco de La Pelanda, al Macro di Testaccio, conquistano in modo poetico tutto il pubblico, dagli adulti ai bambini.
Il linguaggio della musica si unisce a quello dell’arte live, in un’esplosione di colore nero, scuro, a volte tetro. La scena è divisa in due, da un lato il mondo della musica, con i suoi strumenti e dall’altro il mondo visivo delle illustrazioni, con un piano di lavoro composto da pennelli, inchiostro, figurine e al centro uno schermo sul quale vengono proiettati in tempo reale gli schizzi dell’illustratore sostenuti e accompagnati dalla musica. Il susseguirsi dei segni neri dà vita a immagini, storie di una narrazione che si legano perfettamente alle architetture musicali complesse create dall’uso di tastiere, basso, chitarra, percussioni. Le geometrie lineari di Bermond creano una struttura costituita, attraverso la quale è possibile riconosce il dato di realtà che avvolge la performance. Pian piano, la reiterazione ordinata dell’insieme compositivo sfuma insieme all’immagine sullo schermo e crea un’atmosfera oscura, composta talvolta d’inquadrature solitarie, pregne di memoria antica, dalla magia del cinema all’animazione.
Tutti gli elementi utilizzati dagli artisti francesi vengono manipolati in tempo reale in performance capaci di spingere l’immaginazione nei territori più puri e poetici dell’infanzia, senza far uso di complesse tecnologie o particolari effetti speciali. Il circo nero di Stereoptik è animato da caricature di personaggi realistici, un po’ sfortunati, perché ogni loro numero si trasforma poi in una catastrofe: donne cannone si perdono nello spazio, lanciatori di coltelli colpiti al cuore e domatori di animali ingoiati da feroci leoni. Ogni personaggio del Dark Circus colpisce con la propria storia, per l’uso di immagini concrete realizzate in contemporanea alla creazione di momenti musicali elettroacustici. Bermond e Maillet hanno così il compito di raccontare una storia che parte dalla fantasia, mentre oggetti comuni e strumenti musicali assumono le sembianze di personaggi stravaganti.
"Dark Circus" è uno spettacolo che parte dall’ironia per sviluppare trame narrative quasi oniriche, permettendo così allo spettatore di elevarsi in un altro mondo e fuggire felicemente dalla realtà. Scene lunari puntellate da chiaroscuri lasciano il posto a un insieme d’immagini sovrapposte a tempo di rullo, mentre avanzano architetture visive create con l’acqua attraverso il gioco della dissolvenza. L’ideazione e la creazione di un quadro musicale illustrato, animato e composto nel tempo, dà l’idea di un mondo in cui è ancora concesso abbandonarsi al potere dell’immaginazione. In un momento di assoluta liberazione, si dà spazio alla purezza dei sentimenti originari e alla capacità di entrare in empatia con l’altro e con le sorprese fantastiche che riserva ancora la realtà. “Dark Circus” è una performance sulla forza creativa e sulla capacità dell’uomo di saper andare oltre la realtà, disegnando un mondo fatto d’interazione tra musica e arte.

Serena Antinucci 24/10/2016

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