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“Il Sogno Occidentale”: alla scoperta dell’ultimo album di Uscitanord

Lug 28

Se “Maria ha sempre più amici, il fratello è ancora più grande, il master si consegue in cucina e il fattore X non è un enzima…”, non c’è dubbio: è il 2017. E questa è sicuramente la “Ballata Moderna” del “Il Sogno Occidentale”. Loro sono Uscitanord, band abruzzese dalla storia ventennale composta da Marco Belisario, voce – dalla timbrica calda e incisiva – chromonica e percussioni, Marcello Malatesta, pianoforte, tastiere e sintetizzatori, Mauro De Federicis, chitarre, Angelo Albano, basso elettrico e Bruno Marcozzi, batteria, e con questa ballata divertente cercano di esorcizzare le incertezze delle nuove generazioni che vivono di aspirazioni e ambizioni momentanee, con (in)costante schizofrenia dovuta all’incertezza del domani.
Dopo il 2013, con “Non Aspettare”, tornano quindi a suonare nelle nostre orecchie la loro musica dal cuore jazz e dalle incursioni elettroniche, rock e popolari, con le radici sempre ben piantate nella tradizione. “Il Sogno Occidentale” esce a febbraio 2017, con l’etichetta “I Cuochi Music”: undici brani inediti “attraverso i quali vengono raccontate le diverse realtà di questo tempo con alternanza di sentimenti, da quello critico a quello ironico, dal richiamo alle proprie tradizioni culturali a momenti di assoluta dolcezza che invitano a superare le distrazioni del quotidiano”.
Canzone proverbiale”, con il rapper Omar Faye Gawane, ha anticipato l'uscita del disco con un videoclip. Qui modernità e tradizione regionale si incontrano: il rap di Gawane si fonde con il dialetto abruzzese e la canzone diventa un crocevia stilistico, culturale e linguistico che sprigiona folklore e salta sui tasti di un pianoforte a ritmo di reggae.

Il resto è un pentagramma le cui note si muovono veloci nella mente sognante di chiunque ascolti e di chi, senza fatica, saprà riconoscersi in questi racconti dal ritmo allegro e sincopato che si alterna con naturalezza a uno più triste e incantato. Con ironia e malinconia, gli Uscitanord dipingono una quotidianità vera e contrastante, intervallando atmosfere ora più dolci e nostalgiche, ora più forti e vivaci, capaci di cogliere i particolari più semplici della vita che scorre e che è... “da amare fino in fondo”. Con “L’eleganza della sposa”, rilassata e romantica, il sogno finalmente si concretizza. Nel testo è quello di una ragazza, ma ciascuno può sentirci cantato il suo.
Tra un silenzio e il vento” racconta di un giorno di pace dal profumo di estate e spensieratezza, ma la passione più dolce lascia il posto a “La bugia, la verità”, cruda e consapevole, dei dubbi e delle perplessità che tormentano il nostro secolo. La sola voce di Belisario anticipa gli strumenti: si apre il sipario tra “chi butta spavento, chi vanta possesso, chi vende sgomento, chi prende tempo” e ci conduce in quelle strade piene, tutte da vivere “come le canzoni dei cantautori”, le stesse strade che poi “si tingono di rosso come le luci della realtà”. E qual è questa realtà? In questo mondo onirico volti, suoni, colori e immagini si confondono, si concretizzano e acquistano senso. E la mente si fa spazio tra la folla, in un mercato mai visto prima: quello delle parole. Lì, dove “si vendono domande” e dove si cercano innumerevoli risposte.
“Il Sogno Occidentale” si adatta ad ogni stato d’animo ed è la perfetta colonna sonora di un bel viaggio, che sia una “meta equatoriale” o quello di tutti i giorni. Perché chi lo ha detto che per viaggiare serva una valigia e un biglietto in prima classe? Basta un play: direzione Uscitanord, destinazione raggiunta.

 Silvia Lamia 28/07/2017

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