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Il finale del Trono di Spade non è poi così male

game of thrones daenerys telegraph.co.uk

La stagione conclusiva del Trono di Spade sembra aver scontentato chiunque stando al disappunto dilagante sui social tra i fan più accaniti della serie. Gli espedienti ideati dal team di sceneggiatura, in particolar modo la morte di Daenerys, la nomina di Bran come re dei Sette Regni e la condanna di Jon alla barriera, non sono stati digeriti facilmente da un pubblico che, forse per un attaccamento viscerale al franchise, tende troppo spesso ad idealizzare risvolti narrativi banali.
C’era chi scommetteva sulla storia d’amore tra Jon e Daenerys, chi invece puntava su uno dei due seduti sul trono di spade: finita oramai l’ottava stagione sono rimasti, sia gli uni che gli altri, a bocca asciutta, con Daenerys sotto terra, Jon in versione wildling e il trono liquefatto.775df46c87df59eca37b44299a80604f
La sorpresa che normalmente viene lodata dallo spettatore, quindi, che ingaggiato in una sorta di sfida concettuale con lo sceneggiatore si trova appagato ad ammettere la sua incredulità, per il finale del Trono di Spade viene additata invece come elemento riprovevole.
Il problema di fondo, in questo caso come in altri, e’ che spesso dietro il “non doveva finire così” del fan di turno si nasconde in realtà il “non doveva finire e basta!”. Non a caso, infatti, una tra le tesi più sostenute tra gli scontenti e’ che la serie non sia durata abbastanza.
A ben guardare il lavoro degli sceneggiatori e’ stato tutt’altro che rivedibile: nessuno avrebbe mai immaginato di vedere lo scontro tra gli Estranei e gli alleati di Westeros alla terza puntata. Questo episodio, che ha richiesto per la sua realizzazione oltre 50 giorni di riprese notturne a -14 gradi, di fatto sposta gli equilibri della stagione disattendendo le attese dei fan, regalando oltre 70 minuti di azione ma riuscendo anche a coniugarla con l’avanzamento della storia (palesando che il vero scontro finale sarebbe stato quello con Cersei), con lo sviluppo dei personaggi (Arya finalmente trova la sua consacrazione, Theon muore da eroe) e con la chiusura delle linee narrative (con la morte di Melisandre e di Jorah).
Il quarto episodio, poi, riesce a trasformarsi in qualcosa di più del semplice “avvicinamento alla caverna più profonda”, come direbbe Vogler, alzando ancora di più la posta in gioco e preparando il terreno per il rapido e rovinoso corso degli eventi.Game of Thrones 9 stagione prequel sequel spin off
Il quinto ed il sesto episodio sono quindi il compimento di ciò che era stato sapientemente preparato in precedenza: il personaggio di Daenerys compie del tutto il suo arco arrivando a divenire la nemesi di ciò che era in partenza, passando di fatto da sovrano illuminato a dittatore tiranno; tutte linee narrative vengono chiuse in maniera mai scontata, con il confronto del Mastino e l’ultimo abbraccio tra Jamie e Cersei; Jon è costretto a uccidere la donna amata compiendo di fatto il suo destino da paciere, “spezzando la ruota” una volta per tutte.
A questo punto, con il trono distrutto, Daenaerys morta e Jon in prigione, si ammetterà che in effetti il discorso di Tyrion in favore dell’elezione di Bran risulta leggermente forzato, solo però per via della situazione in cui si trovava lo stesso Tyrion in quel momento, ovvero in prigionia. Forse con due o tre linee di dialogo in più si sarebbe potuto giustificare anche questo piccolo dettaglio con una trovata narrativa, ad ogni modo non può essere di certo questo a sabotare l’egregio lavoro svolto sino ad allora anche perché, a quel punto della narrazione, chi debba sedere sul nuovo trono, di fatto, è sostanzialmente irrilevante.
Charlie Kaufman, uno dei più apprezzati sceneggiatori a livello mondiale, parlava attraverso il suo alter ego Robert McKee nel Ladro di orchidee dicendo: “Ti rivelo un segreto: è il finale che fa il film. Sbalordiscili alla fine e avrai un successo. Trova un finale, ma senza bluffare, e guai a te se ci metti dentro un deus ex machina. I tuoi personaggi si devono evolvere e l'evoluzione deve scaturire da loro. Fa’ così e andrà alla grande.”
Ecco perché il finale del Trono di Spade non è, tutto sommato, un cattivo finale.

Marco Giovannetti 31/05/2019

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