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Colin Farrell e Vince Vaughn: mini ritratto dei protagonisti della nuova serie di "True Detective"

Grande attesa per il debutto su Sky Atlantic della seconda serie di "True Detective", firmata da Nic Pizzolatto e diretta per i primi due episodi da Justin Lin, regista di alcuni capitoli della saga di "Fast and Furious", che sostituisce dietro la macchina da presa Cary Fukunaga. Chi è rimasto estasiato dalla prima indimenticabile stagione teme che il connubio tra noir, nichilismo e America di provincia non possa ripetersi con una tale dirompenza. Bisogna dire che le interpretazioni di Matthew McConaughey e di Woody Harrelson sono state tra le più entusiasmanti della loro già notevole carriera; ciononostante, l'annuncio che Vince Vaughn e Colin Farrell avrebbero preso parte alle riprese come attori principali ha suscitato curiosità da parte di molti, perplessità da parte dei più snob e l'entusiasmo dei fan.
Ma chi sono Vince Vaughn e Colin Farrell? Perché la loro partecipazione potrebbe dividere in maniera radicale? A differenza di Harrelson e McConaughey, non stiamo parlando di due attori da puro Actor's Studio: i loro personaggi non appaiono mai così diversi da come lo spettatore potrebbe immaginarseli nella vita reale. Questo, però, può comportare una maggiore empatia nei loro confronti. Entrambi sono fortemente connotati: di solito, Vince è il compagno di sbronze piacione e divertente, mentre Colin si è affermato come il bello tenebroso e tormentato.
Vaughn è diventato famoso soprattutto per le commedie, demenziali e sentimentali: "Old School" e "Palle al balzo" da una parte, "Due single a nozze" e "Ti odio, ti lascio, ti..." dall'altra. Eppure, non si può dimenticare il suo bellissimo personaggio del trebbiatore Wayne Westerberg nel magnifico "Into the wild" così come dev'essere ricordata la sua sorprendente, mimetica versione di Norman Bates nel remake millimetrico di "Psycho" di Gus Van Sant.
Molti non avrebbero scommesso un centesimo sulla carriera dell'irlandese Farrell. Bollato inizialmente come un belloccio inespressivo, Colin si è preso la sua rivincita: Oliver Stone lo ha chiamato per "Alexander", Terrence Malick per "The New World", Michael Mann per "Miami Vice". Ma la vera grande svolta si è verificata con gli stupendi, nevrotici e scostanti Terry di "Sogni e delitti" di Woody Allen e Ray di "In Bruges" di Martin McDonagh, nei quali il Nostro ha mostrato sfumature espressive dolorose e potenti.
"True Detective" rappresenta per Vince e Colin l'occasione di convincere anche il pubblico più diffidente nei loro confronti. Com'è successo con il Rust Cohle di McConaughey, i loro personaggi potrebbero essere elevati a status symbol, altrimenti c'è il rischio che vengano ricordati come quelli che non sono riusciti a replicare il successo della prima stagione. Noi facciamo il tifo per loro.

Emiliano Dal Toso 21/07/2015

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