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“L’amica geniale”: la nuova rivelazione della serie tv italiana, in mostra al Lido di Venezia

Quando un best seller editoriale ottiene una fortuna così capillare e contagiosa da suscitare l’interesse per una trasposizione cinematografica, l’attesa della sua proiezione si tramuta in un evento carico di emozione e adrenalina.
È ciò che è avvenuto per le prime due puntate della serie “L’amica geniale” tratta dal romanzo omonimo, opera della scrittrice Elena Ferrante, presentate in anteprima alla 75ma Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Fuori Concorso e che andrà in onda questo autunno su Rai Uno.
I lettori della tetralogia della Ferrante potranno finalmente veder rappresentati quei personaggi fatti di parole che prendono ora corpo e sostanza, quei personaggi resi reali dalla sapienza del racconto narrativo e che si tramutano in immagini in movimento, pronte ad affiancarsi a quelle immagini di fantasia prodotte dalla mente immersa nella lettura.
La serie, frutto di una collaborazione tra Rai Fiction e HBO prodotta da Wildside e Fandango, è stata diretta da Saverio Costanzo che con maestria ha saputo riprodurre sullo schermo una storia che ha appassionato milioni di persone.Amica geniale2
“L’amica geniale” in queste due prime puntate si rivela una produzione accattivante che al pari del romanzo riesce ad incantare il pubblico. La matrice americana è evidente nell’assetto narrativo della storia, più concentrato e velocizzato da continui colpi di scena che danno una sferzata di dinamicità alla tranquilla, e forse fin troppo statica, serialità italiana.
La periferia della Napoli dei primi anni Cinquanta rivive in un iniziale flashback da cui ha inizio il racconto.
Una Napoli desertica, arroccata ad un mondo rurale e gretto, in cui passeggiano carretti con animali da traino, abitata da un popolo che non vuole scostarsi dalle sue origini, che vede l’istruzione come un lusso o talvolta come un capriccio, in cui tutto ha un ordine predefinito e patriarcale, ma dove germoglia il desiderio di evadere nell’animo di due bambine, Lila e Lenù, l’una segnata da una fervida intelligenza e irruenza, l’altra da una forte costanza e razionalità. Loro saranno il filtro attraverso il quale Saverio Costanzo mostrerà le diverse sfaccettature di un’umanità apparentemente non incline al cambiamento, un microcosmo in cui si riversano insanabili contrasti in bilico tra genialità e paura, tra curiosità e obbedienza, tra mistero e realtà. amica geniale1
La storia costruita dalla Ferrante si sviluppa in un vasto arco temporale che vede le due bambine crescere, affrontare varie tappe della loro vita, insomma tutto il racconto del primo libro che si racchiude in otto puntate.
L’amicizia tra Lila e Lenù prende vita sui banchi di scuola, rivali e compagne, fuori dal coro per un’intraprendenza che le discosta dal mondo chiuso in se stesso in cui vivono, l’ingenuità tipica dell’infanzia che inizialmente le unisce diventerà consapevolezza, unite da un comune desiderio di evolversi, esordio di un prematuro femminismo, ma distanti per la chiusura delle famiglie d’appartenenza.
Non mancheranno scene in cui la violenza, seppur non sempre fisica ma anche solo verbale, colpisce e ferisce in profondità, accentuata dall’uso puntuale della lingua napoletana che talvolta indurisce le espressioni del viso e del parlato. Un’espressività, quella delle due piccole attrici che mette i brividi, che rispecchia la tensione crescente nella scrittura dell’autrice, la quale ha collaborato alla stesura della sceneggiatura.
L’evolversi della vicenda in maniera così fluida e coinvolgente non lascia che ben sperare nella riuscita di questo prodotto italo-americano e nell’avvento di un nuovo tipo di accattivante serialità tutta Made in Italy.

Ilaria Costabile  05/09/2018

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