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When The Rain Stops Falling: l'imprevedibilità dei legami familiari

“Non avere niente da dire è semplicemente un altro modo di avere così tanto da dire che non si osa nemmeno cominciare”. Ma sarà davvero così o bisogna sempre sforzarsi di dire tutto anche rischiando di ferire le persone che si amano?
Questo è l’interrogativo che emerge dallo spettacolo ‘When Rain Stops Falling' scritto dal drammaturgo australiano Andrew Bovell e andato in scena il 3 aprile presso il teatro Argentina di Roma per la regia di Lisa Ferlazzo Natoli, grazie al progetto di 'lacasadargilla' e Alessandro Ferroni.
La famiglia York-Law è una famiglia come tante altre. Quattro generazioni di padri, figli e le rispettive mogli con un passato, un presente e un futuro ancora da vivere.
Sul palco c’è un lungo tavolo con piatti e bicchieri e sulla destra un attaccapanni, mentre una grande proiezione sulla parete dietro il tavolo mostra l’albero genealogico della famiglia con tanto di date di nascita e di morte.
Ad uno ad uno i diversi componenti entrano in scena e si siedono a tavola, mentre la voce narrante di una donna (Lisa Ferlazzo Natoli), che accompagnerà per tutta la sera lo spettatore svelando i dettagli dei protagonisti, sta seduta in platea presentandoli al pubblico. Sembra tutto normale fino a qui, ma c’è qualcosa di più profondo e lo si percepisce già dai primi minuti. Seduti intorno a quel tavolo simbolo della quotidianità familiare e del confronto, infatti, ci sono le diverse generazioni dei York-Law, alcuni rappresentano il personaggio da giovane, mentre altri interpretano lo stesso nella sua versione del futuro, avendo così una visione a 360°. Al pubblico, nonostante un prevedibile smarrimento iniziale, viene data l’occasione di assistere agli incontri e scontri della famiglia.
Lo scopo di Bovell è raccontare le vicende, ricche di mistero, di tutti i membri, attraverso una costruzione drammatica che viaggia nel tempo e nello spazio, permettendo al pubblico di poter ricostruire piano piano tutti i segreti del passato che ognuno dei protagonisti si porta dietro come un fardello pesante.
Lo spettacolo effettua una profonda analisi sugli scontri tra genitori e figli e quelli tra marito e moglie, mostrando come certe scelte influenzano le generazioni future e come l’abbandono da parte di chi vogliamo bene o le verità non dette possono cambiare per sempre il destino di una persona.
E il destino che cambia senza tornare indietro viene presentato sistematicamente da ben nove attori (Alessandro Averone, Caterina Carpio, Lorenzo Frediani, Tania Carribba, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Camilla Sevino Favro e Francesco Villano) che sul palco riescono ad alternarsi sinuosamente così come si alternano i personaggi durante tutto l’arco temporale della messa in scena.
Tutta la struttura drammaturgica si costruisce rimanendo in equilibrio tra lo spazio e il tempo dove il normale vivere degli York-Law e i loro misteri si susseguono senza stacchi per presentare la precarietà della famiglia rappresentata simbolicamente dagli attori attraverso la recitazione con il copione in mano. Una scelta originale che sottolinea come a volte la vita e le persone che ci stanno accanto sono semplicemente una grande prova generale dove tutto può essere cambiato da un momento all'altro.
Il messaggio appare chiaro: nulla è sicuro e nulla è per sempre, ma tutto è imprevedibile e assurdo, come la pioggia che cessa all'improvviso o un pesce che cade dal cielo così, senza motivo.

Marilisa Pendino 04/04/17

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